Oltre 110 mila uccelli acquatici censiti nelle paludi toscane, annata record per il fenicottero

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


La Toscana si classifica fra le regioni più importanti d’Italia per l’avifauna acquatica. Confermata l’importanza internazionale della Maremma.

 

A cura del Centro Ornitologico Toscano “Paolo Savi” ETS (www.centrornitologicotoscano.org)
1 febbraio 2025

Il 2025 si apre segnando il record di presenze in Toscana per alcune singolari specie di uccelli acquatici: il fenicottero e l’ibis sacro.
Questi sono solo alcuni dei risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti svolti nelle scorse settimane, come avviene in gennaio da oltre 40 anni, dai rilevatori del Centro Ornitologico Toscano “Paolo Savi” – ETS (COT).
Quest’attività rientra in un più ampio progetto internazionale, l’International Waterbird Census, coordinato in Italia da ISPRA e permette di definire l’andamento delle popolazioni a scala continentale e, allo stesso tempo, di identificare le aree più importanti per la conservazione dell’avifauna.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Nello spazio di pochi giorni ornitologi e appassionati, provenienti anche da altre regioni, hanno perlustrato secondo un programma prestabilito tutte le zone umide della regione (paludi, laghi e fiumi, aree di bonifica e litorali marini) grazie anche alla collaborazione di enti, associazioni e aziende.
Con oltre 110.000 uccelli complessivamente censiti, appartenenti a più di 80 specie, la Toscana si classifica come una delle regioni più importanti d’Italia per l’avifauna acquatica, con numerosi siti di rilevanza nazionale e internazionale per l’abbondanza di singole specie.

All’interno della regione le aree di maggior concentrazione degli uccelli sono il comprensorio maremmano, dalla Riserva di Orti-Bottagone fino al Lago di Burano, e quello costituito dal sistema Padule di Fucecchio/Lago di Sibolla – Bientina.
La Maremma quest’anno si è tinta di rosa più che mai grazie agli oltre 10.000 fenicotteri, cifra record per una specie in continua crescita, concentrati per lo più nella laguna di Orbetello e in Diaccia Botrona.
La Diaccia Botrona si è distinta anche per altre due presenze record nel gruppo dei così detti limicoli, uccelli che prediligono ambienti fangosi: il piovanello pancianera con 3.000 individui e l’elegantissima avocetta (oltre 1.300).

Questi incrementi fanno da contraltare alla riduzione, in atto da alcuni anni, dei contingenti di anatre di superficie; quest’anno, infatti, alzavole, germani reali, mestoloni e fischioni sono stati circa 6.500 a fronte degli 11-24.000 presenti nell’ultimo decennio.

Tali tendenze portano a far riflettere sugli effetti dell’aumento della salinità nelle principali zone umide maremmane. Al Lago di Burano, al buon numero di moriglioni (oltre 1.500) si è accompagnata una flessione della folaga (poco meno di 1.400).
Stabili, invece, le oltre 2.000 oche selvatiche e le quasi 1.000 gru, che da anni scelgono come area di svernamento il Parco della Maremma, la Diaccia Botrona e la campagna grossetana.

Alzavole (foto di Valerio Baldeschi)

Ancora, per il 2025 è consolidata l’importanza del comprensorio Bientina-Fucecchio/Sibolla, caratterizzato da un mix di zone umide permanenti e stagionali, dalle riserve naturali ai chiari di caccia e prati umidi, dove gli uccelli possono trovare zone di riposo indisturbate e vaste aree di alimentazione circostanti.
Agli oltre 14.000 uccelli presenti nel Padule di Fucecchio si sono sommati i circa 1.500 del Lago di Sibolla e i circa 18.000 di Bientina: qui, al Lago della Gherardesca, che ormai da alcuni anni è divenuto un attraente punto di riferimento per appassionati ed escursionisti, sosta una quota rilevante dei germani reali presenti complessivamente in Toscana, quest’anno oltre le 1.500 unità.
A spiccare per numero nell’area bientinese, però, risulta essere un altro anatide, l’alzavola, conosciuta nel mondo venatorio toscano con il nome di “bozzoletto” per le sue piccole dimensioni: ben 10.000, per lo più nascoste nei canneti della Riserva Naturale di Tanali. Insieme a quelle del Padule di Fucecchio, vanno a costituire il 90% dell’intero contingente regionale.

Degni di nota, non da ultimo, anche i 6.000 uccelli degli stagni della Piana Fiorentina e, nel lago di Montepulciano, 14 morette tabaccate, rare anatre tuffatrici dal color mogano.

Impressionanti anche gli incrementi di altre tre specie: il marangone minore, piccolo cormorano arrivato a contare 3.000 individui, particolarmente abile nel cacciare l’invasivo gambero rosso della Louisiana; il mignattaio, una specie di ibis europeo dai riflessi porpora, un tempo svernante accidentale e oggi presente nella Toscana settentrionale con circa 2.000 esemplari, da non confondere con l’esotico ibis sacro.
Quest’ultimo, la cui consistenza è raddoppiata rispetto allo scorso anno, è stato rilevato con circa 6.000 individui, concentrati al 90% tra la Piana Fiorentina e il Lago di Massaciuccoli.

L’ibis sacro, riconoscibile dal vistoso abito bianco e nero e dal lungo becco ricurvo, è una specie aliena introdotta dall’Africa e inserita dalla UE nel libro nero per i danni che potrebbe causare alla fauna autoctona, essendo un opportunista alimentare, destando quindi non poche preoccupazioni.
Per questo, da maggio 2024, è stato avviato dal COT in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze un monitoraggio specifico.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Concludendo, i dati raccolti permettono di seguire nel tempo lo stato di conservazione di una parte cospicua del patrimonio naturale toscano sia per quanto riguarda le singole specie sia per gli ambienti che le ospitano. In particolare, se da un lato la Maremma si conferma di importanza internazionale per lo svernamento degli uccelli, dall’altro occorre riflettere sulle dinamiche in atto che fanno registrare variazioni importanti sulla presenza di determinate specie.
Per quanto riguarda la zona del Valdarno, da alcuni anni stiamo assistendo a un insediamento di popolazioni svernanti sempre maggiore.
Infine, nell’area di Bientina, grazie all’istituzione di alcune aree protette e a lungimiranti interventi di miglioramento ambientale, quello che fu l’alveo del più grande lago della Toscana è tornato a ospitare numeri sempre più notevoli di anatre, impensabili fino a pochi anni fa.

bientina-Maremma
Rilevamenti nella palude di Bientina (foto di Marco Franchini)

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Source link