Dall’Abruzzo a Ibiza, maxi coltivazione da 70 chili di droga: 47 imputati a rischio processo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


CHIETI. C’è un filo che lega l’area metropolitana di Chieti-Pescara a Ibiza. È il filo dello spaccio di droga. A svelarlo è un’inchiesta della squadra mobile teatina che, indagando su due gruppi criminali locali e compendiando il maxi giro illecito in 120 capi d’accusa, è arrivata a ipotizzare anche l’esistenza di una coltivazione indoor di marijuana all’interno di una villa, di proprietà di uno degli imputati, situata nell’isola spagnola. Ora in 47 rischiano di finire sotto processo dopo la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero pescarese Andrea Di Giovanni: l’udienza preliminare, davanti al giudice Giovanni de Rensis, è in programma il prossimo 20 maggio.

I MAXI NUMERI

Nel corso delle investigazioni sono stati sequestrati oltre 70 chili di sostanze stupefacenti e 25 cannagars, ovvero sigari imbottiti di marijuana e poi cosparsi con olio di resina di cannabis; le cessioni ricostruite tramite intercettazioni, invece, sono state stimate in un quintale e mezzo di droga. Si legge nell’informativa finale della Mobile di Chieti, diretta dal commissario capo Nicoletta Giuliante: «Gli indagati, avvalendosi anche di soggetti di nazionalità ucraina, romena, albanese e bulgara, hanno dimostrato di essere in grado di reperire ingenti quantità di stupefacenti, palesando una spiccata e collaudata capacità a delinquere, riuscendo a soddisfare la richiesta di un’ampia fetta del mercato della droga compresa tra Chieti e Pescara».

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

IL PRIMO SEQUESTRO

Tutto è cominciato nel maggio 2020, quando gli agenti della sezione narcotici hanno intercettato vicino all’ospedale di Chieti un «corriere» che trasportava oltre un chilo e 200 grammi di marijuana nascosti tra la biancheria intima. Quella droga, secondo l’accusa, era stata movimentata dal pescarese Piero De Petris per essere ceduta a Marco Mastria e Pasquale Stifani, entrambi gravitanti negli ambienti universitari di Chieti.

IL MENù DELLE DROGHE

«Piero De Petris», osserva la polizia, «rappresenta un soggetto all’avanguardia nella gestione dello stupefacente, legato soprattutto allo smercio di marijuana e hashish, spacciando narcotici che, a seguito di trattamenti specifici, presentano un aumentato principio attivo; trattamenti molto diffusi nel mondo dei più giovani, proiettati verso un “fumare di qualità”». Dalle indagini è emersa anche «l’innovativa metodologia» di approvvigionamento e vendita al dettaglio: alle tradizionali «consegne eseguite in strada dai propri pusher o dallo stesso De Petris» si è aggiunto «l’utilizzo di social media, principalmente Instagram e Wikr, ma anche Whatsapp e Telegram, sui quali si pubblicano menù delle varie sostanze con i relativi costi, con successivo ordinativo fatto dall’acquirente che riceve a casa, o in un altro luogo indicato, lo stupefacente, recapitatogli a mezzo di un ignaro corriere».

MARIO INNARO E DARIO CICCHITTI

De Petris svolgeva anche un’attività di noleggio e vendita di autovetture e, nel corso delle intercettazioni telefoniche, è spuntata la figura del pescarese Mario Innaro, «con il quale lo stesso De Petris condivideva situazioni lavorative e non solo». Fin da subito, infatti, «si aveva modo di acclarare che anche Innaro», affiancato dal «socio paritario Dario Cicchitti», era coinvolto «in una fiorente attività di spaccio di narcotici, con una metodologia di approvvigionamento e di spaccio più tradizionale, ma incentrata sempre sul reperimento di marijuana e hashish di qualità». In questo contesto, si colloca il sequestro di 50 panetti di hashish marchiati Rolex.

LA VILLA DI IBIZA

«Nel corso dell’indagine», scrivono i poliziotti, «sono state intercettate diverse conversazioni telefoniche tra Mario Innaro e il cugino Roberto Beccaria che farebbero ipotizzare l’esistenza di una coltivazione indoor di marijuana all’interno di una villa, di proprietà di Beccaria, situata nell’isola di Ibiza. Nell’agosto 2020, Innaro, in procinto di organizzare una vacanza con la sua compagna, chiede a Beccaria la possibilità di essere ospitato in quella villa: questi, nel rispondergli negativamente, fa riferimento al fatto che tutte le stanze “stavano lavorando”. Nel prosieguo dell’indagine si intercettava una conversazione ambientale tra Innaro e un uomo che non lascia adito a dubbi circa il tipo di “lavoro” svolto all’interno dell’abitazione in questione. Nel frangente, Innaro mostrava un video e riferiva al suo interlocutore che gli era stato inviato da “Robertino” (Roberto Beccaria) il quale si trovava in Spagna nella sua villa ad Ibiza, “con tutta l’erba”». Non solo: «Innaro diceva anche di aver aiutato il cugino a trovare un ragazzo “tranquillo, senza vizi” da poter inviare a lavorare nella menzionata villa, cosa che lui aveva fatto individuando un suo amico di Pescara “disoccupato”, il quale si era trasferito in Spagna».

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link