Compie 60 anni il World Monuments Fund (Wmf), l’organizzazione non profit indipendente fondata nel 1965 a New York da James A. Gray, colonnello in pensione dell’esercito americano, dedicata alla salvaguardia «dei luoghi più preziosi del mondo»: monumenti, siti archeologici e opere d’arte. I primi progetti riguardarono la preservazione delle chiese rupestri di Lalibela, in Etiopia, la conservazione delle statue dell’Isola di Pasqua e il restauro di una quarantina di edifici e opere d’arte di Venezia dopo l’alluvione del 1966, una campagna, quest’ultima, che ha stabilito modelli per la conservazione del patrimonio internazionale.
Da allora il Wmf ha esteso il proprio raggio d’azione a oltre 700 siti di 112 Paesi e avvalendosi di una rete di esperti fornisce alle comunità le competenze e le risorse necessarie per salvaguardare e rivitalizzare i luoghi che danno forma alla loro identità. Tra questi, il Parco archeologico di Angkor, Cambogia in cui il Wmf opera dal 1989, guidando progetti di conservazione dei templi e di formazione dei custodi locali. In Iraq il Fondo collabora dal 2008 con il Consiglio di Stato iracheno per le antichità e il patrimonio per stabilizzare le strutture di Babilonia e sostenere la sua designazione come sito del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Il Wmf è organizzato in una rete di uffici regionali, che rispondono alle esigenze specifiche del patrimonio di quei luoghi: nel 1992 è stato fondato Wmf Spagna, seguito da Wmf Portogallo nel 1993, Wmf Gran Bretagna nel 1995, Wmf Perù nel 2014, Wmf India nel 2015 e Wmf Francia nel 2023. Il Wmf annuncia ora aprirà anche nuovi uffici in Cina.
Le priorità dell’organizzazione si riflettono in programmi specifici come la Climate Heritage Initiative, il Crisis Response Program e il Jewish Heritage Program.
Uno dei programmi di punta del Wmf è il World Monuments Watch, l’Osservatorio mondiale dei monumenti, lanciato nel 1996 con l’obiettivo di spronare i cittadini all’azione, sensibilizzare l’opinione pubblica e dimostrare come il patrimonio culturale, e la sua conservazione, possa favorire la resilienza e l’unità della comunità, nonché il suo benessere. Il Wmf, che opera in collaborazione con le comunità locali, i finanziatori e i governi, cerca di ispirare un impegno duraturo per la gestione del patrimonio, da conservare e tramandare alle generazioni future. Ad oggi, ha raccolto più di 120 milioni di dollari per progetti in quasi 350 siti del Monuments Watch, e la visibilità da questo fornita ha aiutato le comunità a ottenere altri 300 milioni di dollari da altre fonti.
«La conservazione del patrimonio è un motore di resilienza, unità e speranza, che consente alle comunità di affrontare le sfide più pressanti del giorno d’oggi, ha dichiarato Bénédicte de Montlaur, presidente e amministratore delegato di Wmf. Dai cambiamenti climatici all’overtourism, dal recupero postbellico all’inclusione, il lavoro del Wmf sostiene le comunità rafforzandone le identità e promuovendo la pace. Nei suoi 60 anni di vita, il Wmf si è evoluto per affrontare queste sfide complesse, trasformandosi da un’iniziativa pionieristica in un’autorità globale in materia di conservazione del patrimonio, con un impatto positivo sulla società».
A metà gennaio sono stati annunciati i siti inseriti nel World Monuments Watch 2025. Si tratta di 25 luoghi storici di 29 Paesi nel cinque continenti, alle prese con sfide importanti, come il cambiamento climatico, il turismo eccessivo, i conflitti e i disastri naturali. E per la prima volta, l’Osservatorio arriva anche sulla Luna.
Zambia, paesaggio culturale della Pianura alluvionale Barotse
Irlanda del Nord, Regno Unito, Assembly Rooms di Belfast
India, Sistemi idrici storici di Bhuj
Cina, Grotte buddiste di Maijishan e Yungang a Gansu e Shanxi
Francia, Cappella della Sorbona, Parigi
Nigeria, Casa del capo Ogiamien, Benin City
Angola, Cinema Studio Namibe, Moçâmedes
Mongolia, Monastero buddista di Erdene Zuu, Kharkhorin
Palestina, Il tessuto urbano storico di Gaza
Turchia, Città storica di Antiochia, Hatay
Stati Uniti, I fari storici del Maine
Marocco, Il patrimonio ebraico di Debdou
Ucraina, Casa dell’insegnante di Kyiv
Albania, Distretto di Argirocastro, Monasteri della Valle del Drino
India, Edifici storici del fiume Musi, Hyderabad
Giappone, Siti del patrimonio della penisola di Noto, Regione di Hokuriku
Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù, Qhapaq Ñan, Sistema viario andino
Spagna, Rovine dell’antica Belchite, Saragozza
Grecia, Paesaggio minerario storico di Serifos
Comore, Kenya, Mozambico, Tanzania, Siti del patrimonio della Costa Swahili
Portogallo, Sculture in terracotta del monastero di Alcobaça
Stati Uniti, La Grande Via del Commercio, Carolina del Nord
Perù, Campi agricoli di Waru Waru, Acora, Puno
Tunisia, I serbatoi d’acqua della Medina di Tunisi
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