La crisi del settore manifatturiero gonfia la cassa integrazione nel Nord del paese

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 



Le difficoltà del settore manifatturiero, che durano ormai da due anni, si riscontrano anche nell’andamento della cassa integrazione. Nel 2024 le ore di cig richieste in Lombardia crescono del 22,3% rispetto all’anno precedente e riguardano per l’87% il settore dell’industria, 23 punti percentuali in più del 2022, quando l’incidenza del settore sulla cig si fermava al 64%. Fa peggio l’Italia del nord, dove la cig cresce del 34,2%, mentre a livello nazionale, con una presenza del manifatturiero minore, la crescita si ferma al 20,1%. Tornando alla Lombardia, la cig cresce soprattutto nella gestione ordinaria (28,4%), che assorbe il 73% delle ore della cig totale richiesta, evidenziando che al momento siamo ancora in presenza di una contrazione produttiva congiunturale. Questo è confermato anche dalla gestione straordinaria (24% delle ore complessive di cig) che, oltre a crescere molto meno dell’ordinaria (8%), aumenta solo nel comparto dei contratti di solidarietà (42,5%), mentre cala in quello delle crisi e riorganizzazioni (-30,9%). Anche il FIS cresce, ma in termini moderati (13%) e incide solo per il 2,8% sul totale. La gestione della cig in deroga continua ad essere del tutto marginale (meno dello 0,1% del totale).

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

VARIABILE NEI SINGOLI TERRITORI 

Nei territori l’andamento è molto disomogeneo. A Cremona e Lodi la cig flette tra il 12% e il 22%. In tutte le altre cresce, ma con una variabilità che passa dall’8% (Milano e Brescia) al 195% (Sondrio). Ne consegue che l’incidenza di ogni provincia sul totale cambia. Cala a Milano, Brescia, Cremona e Lodi, mentre cresce in tutte le altre, tranne che a Varese dove mantiene la stessa posizione dell’anno precedente. La percentuale maggiore di cig continua ad essere assorbita da Milano (21,9%) e Brescia (20,6%). Seguono Bergamo (15,9%) e Varese (13,7%).
Nel caso di Milano si deve tener conto però che il dato comprende quello della provincia di Monza e Brianza.
Solo recentemente l’Inps ha iniziato a scorporare dalla città metropolitana il dato della provincia brianzola, che entrerà quindi tra i territori considerati nei prossimi rapporti.

I SINGOLI SETTORI

Tra i settori la crescita maggiore è nell’edilizia (60,6%), che aumenta la sua incidenza sul totale dal 6,1% all’8%. Negli altri ci sono ancora dei più, ma anche dei meno. La cig cresce nel metalmeccanico (49,12%) e nel tessile (30,5%). Cala invece nell’agro-alimentare (-37,6%), nel chimico-plastico (-23,1%), nel grafico-editoriale (-45,2%), nei trasporti (-18,5%), nel commercio (-18,1%), nei servizi vari (-9,3%) e nel credito (-1,7%).
L’incidenza della cig richiesta sul totale vede sempre al primo posto il settore metalmeccanico, che cresce dal 44,1% dell’anno precedente al 53,7%. Segue il settore tessile con il 18%, dal 16,8% e il settore chimico-plastico con il 10,3%, in discesa dal 16,3% dell’anno precedente.

Prestito personale

Delibera veloce

 

L’ANALISI DEL IV TRIMESTRE

La cig cresce in Lombardia più che nelle altre aree considerate. In regione l’incremento è del 38,8%, mentre in Italia del 36,9% e nel nord Italia del 35,4%. Il quarto trimestre risulta comunque il peggiore dell’anno sia a livello regionale, che nazionale. Sul trimestre precedente La cig ordinaria cresce meno (32,1%) del dato generale, pur continuando ad assorbire più del 70% della cig totale. Ad aumentare di più è invece la cig straordinaria (73,9%), che sale dal dal 20% al 26% della cig totale e cresce in tutti e due i suoi comparti, crisi e riorganizzazione (31,7%) e contratti di solidarietà (100,6%). Il FIS vede invece un calo del 22,3% con un’incidenza sul totale del 2,2%, mentre continuano ad essere trascurabili i valori della cig in deroga. La lettura in termini tendenziali, ossia rispetto all’anno precedente, diverge in parte dal quadro congiunturale, con un allineamento del dato regionale con quello nazionale e una crescita nell’area settentrionale. Sul 2023 la cig in Lombardia cresce del 24,3%, nel nord Italia del 32,5%, in Italia del 23,3%. La gestione ordinaria cresce del 16%, mentre quella straordinaria del 60,4%, risultato di un calo del comparto delle crisi e riorganizzazione del 24.2% e insieme di un’esplosione dei contratti di solidarietà del 198,5%. Il FIS (Fondo integrazione salariale)  risulta in crescita moderata del 2,2%.

DOVE CRESCE DI PIÙ

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Nei territori la crescita sul trimestre precedente è particolarmente alta a Sondrio (646%) e a Lodi (153%). In termini più moderati la cig cresce anche negli altri territori, tra il 4% di Pavia e l’82% di Lecco, tranne che a Mantova dove flette dell’11%. L’incidenza più alta sul totale è a Brescia (23%), segue Milano (20%), Bergamo (14%) Varese e Como (11%). Sondrio si prende la palma del primo posto anche in termini tendenziali (434%), seguita da Lecco (104%), Mantova (74%), Como (70%), Pavia (53%) e con valori più bassi Brescia, Milano e Lodi. La richiesta di cig flette invece a Cremona (-10%) e soprattutto a Varese (-82%).
Nella crescita congiunturale nei settori, il metalmeccanico (52%) è superato dal chimico-plastico (67%). Segue il tessile (42%), i servizi vari (40%) e le costruzioni (29%). Nel credito l’incremento è “stratosferico” in percentuale (1.338%), ma i valori sono molto bassi in cifra assoluta, si passa da 706 ore richieste a 10.150, lo 0,03% del totale. Segno negativo invece per l’agro- alimentare (-24%), il grafico-editoriale (-19%), i trasporti (-33%) e il commercio (-29%). Il metalmeccanico mantiene un’incidenza sul totale superiore alla metà (56%), seguito dal tessile (15%), dal chimico-plastico (13%) e dal settore delle costruzioni (8%). Rispetto all’anno precedente è il metalmeccanico a crescere di più (53%), insieme al credito (438%), per il quale valgono però le considerazioni già fatte precedentemente. Segue il commercio (48%), il settore delle costruzioni (43%), l’agro-alimentare (31%) e il tessile (17%). Flettono invece il grafico-editoriale (-71%), i trasporti (-50%), i servizi vari (- 38%) e il chimico-plastico (-3%).






Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link