Attesa anche in Basilicata per esplosione a deposito carburanti Calenzano

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Riprenderanno domani mattina le ricerche dei tre operai dispersi nella esplosione avvenuta nella mattinata di lunedi’ 9 dicembre a Calenzano (Firenze), che ha causato due morti e tre dispersi ( si tratta di operai di età compresa tra i 45 e i 62 anni, e nove feriti. Ci saranno anche i consulenti della Procura di Prato, che ha avviato una inchiesta, dopo il boato (avvertito fino a Pistoia) e l’incendio durato circa due ore. Si è appreso,inoltre, che per la seconda vittima sarà necessario il test del dna per la identificazione a causa della potenza dell’esplosione che ha dilaniato i corpi. Deceduti e dispersi erano conducenti di autocisterne. Provenivano da varie regioni: un catanese di 57 anni, un napoletano di 62, un novarese di 49 anni , un italiano nato in Germania di 45 anni e un materano di 45 anni. Tutta da verificare la dinamica dell’ennesimo episodio di morti sul lavoro. Uno stillicidio di vittime, accompagnate da routinarie attestazioni di solidarietà, ma che di fatto non ha mai fine . La sicurezza si contrasta con prevenzione , investimenti e controlli adeguati aldilà di quello che può provocare l’imponderabile. Lo ripetiamo ogni volta. Ma cambia poco. Di seguito le note dell’Eni, del presidente della giunta regionale di Basilicata Vito Bardi e la presa di posizione del segretario della Cgil Fernando Mega e di Medicina democratica.

LA NOTA DELL’ENI
Roma, 9 dicembre 2024 – In merito all’esplosione avvenuta questa mattina presso il deposito carburanti di Calenzano, Eni rimanda a quanto comunicato dalla Prefettura circa l’impatto dell’incidente sulle persone.
Eni desidera esprimere la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell’incidente.
Eni sta pienamente collaborando con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle dinamiche e delle cause dell’esplosione di una delle autobotti presso la pensilina di carico.
Eni conferma che l’incendio è stato completamente domato questa mattina in modo tempestivo dai Vigili del Fuoco.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE BARDI

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, si dice profondamente addolorato per l’incidente accaduto oggi al deposito di carburante Eni a Calenzano, in provincia di Firenze, ed esprime cordoglio per le vittime e solidarietà alle famiglie. “Seguo con apprensione – sottolinea Bardi – l’evolversi della vicenda e le sorti dei due operai lucani che risulterebbero dispersi in seguito all’esplosione. Nel pesante bilancio dei feriti ci sarebbe anche un lavoratore della Val d’Agri ricoverato in ospedale per aver riportato gravi ustioni. Il mio pensiero va a loro e alle loro famiglie per una tragedia che lascia sgomenti e che impone una seria e costruttiva riflessione sul binomio sicurezza-lavoro soprattutto nei contesti industriali. Occorre fare di tutto perché simili sciagure non si ripetano più. In attesa che sia fatta piena luce sulle cause dell’esplosione di una delle autobotti nella pensilina di carico, stringo in un abbraccio le famiglie e tutti i lavoratori coinvolti in questo terribile evento”.
<img src=”https://giornalemio.it/wp-content/uploads/2024/12/foto-esplosione-calenzago-min5-1-compressed-660×296.jpg” alt=”” width=”660″ height=”296″ class=”alignnone size-medium wp-image-185204″ /

L’INTERVENTO DI FERNANDO MEGA ( CGIL)

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Operai lucani coinvolti nell’esplosione in raffineria Eni a Calenzano, Mega (Cgil Basilicata): “Il lavoro in Italia deve tornare ad essere dignitoso e sicuro. Basta precarietà e appalti a cascata. Ci stringiamo al dolore delle famiglie delle vittime”.

“Ancora l’ennesima tragedia sul lavoro, che vede purtroppo coinvolti anche dei lavoratori lucani, impegnati nella manutenzione del deposito Eni di Firenze per una ditta esterna. Lavoratori partiti per compiere il proprio lavoro, che dovrebbe essere svolto sempre in condizioni di massima sicurezza. E invece assistiamo ogni giorno a una strage continua. Ogni giorno ci sono vite distrutte, famiglie distrutte. Non è da paese civile. Ci stringiamo al dolore dei familiari delle vittime e chiediamo con forza l’impegno di tutte le istituzioni affinché si ponga fine a questo massacro. In Italia il lavoro deve tornare ad essere dignitoso e sicuro. La salute e la sicurezza non possono essere considerate un costo dalle aziende ma un investimento. Bisogna dire basta alla precarietà, basta agli appalti a cascata. Quello che si sta verificando in questa difficile fase economica e sociale, è che si sta abbassando ulteriormente la guardia sulle tematiche della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e che da parte delle imprese la prevenzione e gli investimenti in sicurezza vengono in molti casi considerati come un mero costo da comprimere. Per questi motivi è indispensabile incrementare l’ efficienza e l’ efficacia del sistema dei controlli pubblici con un coinvolgimento diretto delle parti sociali che hanno un ruolo sempre più rilevante sul piano dell’informazione, della formazione, della progettazione e dell’implementazione degli investimenti sulla salute e sulla sicurezza. A livello regionale da anni chiediamo di riattivare l’Osservatorio regionale sugli infortuni e le malattie professionali dando così immediata attuazione alle disposizioni della legge regionale 27 del 18 dicembre 2007, che non è più differibile. È necessario monitorare i settori più a rischio. Diciamo basta ai morti sul lavoro”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega.
IL COMMENTO DI MEDICINA DEMOCRATICA
“Incidente industriale rilevante” all’ENI di Calenzano: la sicurezza si fa con l’impiantistica!
COMUNICATO STAMPA

Milano, 9.12.2024 “Non è possibile, dall’esterno, in questo momento individuare cause specifiche del disastro ambientale e per la sicurezza dei lavoratori e dei residenti dell’incidente rilevante presso il sito ENI di Calenzano, ma possiamo provare a individuare gli aspetti da prendere in considerazione. Il sito in questione è registrato tra gli impianti a rischio rilevante, direttiva Seveso, dal Ministero dell’Ambiente per lo stoccaggio e la movimentazione di combustibili derivati dal petrolio (benzine, nafta ) prodotti nella raffineria di Livorno e trasportate al sito tramite condotti per la successiva distribuzione.”, è quanto conferma Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, associazione che si è occupata, anche in procedimenti giudiziari, di eventi del genere, dai Petrolchimici di Porto Marghera e Mantova, alla Thyssen Krupp di Torino come pure si è opposta alla realizzazione o all’ampliamento di impianti analoghi, come nel caso del “rigassificatore” marino di Savona.

“E’ pacifico che si è verificata una ‘perdita’ di combustibile (in forma gassosa e/o liquida) in quantità considerevole, che poi è stata innescata da qualcosa (banalmente anche da un impianto elettrico o una fiamma di qualunque genere) probabilmente nel corso del carico di autobotti, fase particolarmente delicata. Su quest’ultimo aspetto sarà fondamentale valutare la tipologia di carico (con sistemi ‘a proboscide dall’alto o mediante pompe e condotte chiuse) per valutare le necessarie misure per evitare la formazione di atmosfere esplosive ed il relativo innesco. L’entità dell’esplosione denota un mancato intervento tempestivo dei sistemi di sicurezza interni e una impossibilità da parte degli stessi di affrontare l’evento. La morte, il ferimento di diversi lavoratori e il numero dei dispersi porta a individuare un evento estremo incontrollato o anche un evento verificatosi durante i primi interventi dei servizi di sicurezza interni. In ogni caso dimostra purtroppo una inadeguata protezione dei lavoratori stessi e insufficienti misure di sicurezza a loro dedicate.” Le autorità, peraltro le stesse coinvolte nella corretta gestione di impianti del genere (Prefetto, Regione, Vigili del Fuoco, Arpa, Comuni, Protezione Civile) dovranno ricostruire gli eventi ma soprattutto il contesto dell’evento.

La normativa sull’argomento è estremamente chiara e obbliga i gestori a sottoporsi a valutazioni e controlli significativi. I principali obblighi riguardano la stesura e validazione di un rapporto di sicurezza, in cui il gestore deve documentare la capacità di gestione di ogni evento prevedibile con interventi in grado di mantenere gli effetti in aree limitate e soprattutto all’interno del perimetro aziendale; gli scenari incidentali vanno anch’essi validati dagli enti e comprendono quelle informazioni per garantire la sicurezza all’esterno degli impianti (non permettendo la vicinanza di siti sensibili) e l’attivazione di piani di emergenza dedicati e conosciuti dai cittadini.
Tutti questi aspetti dovranno, per legge, venire rivisti non solo per la individuazione di specifiche responsabilità, ma per valutare se il processo autorizzativo e gestionale si sia svolto correttamente.
In Italia gli impianti soggetti alla normativa Seveso sono ben 974 (in Toscana 54) l’impianto ENI è tra quelli a maggior rilevanza per il tipo e la quantità di sostanze infiammabili gestite.
Si tratta di un “incidente rilevante” per gli effetti sulle persone che ne richiama molti altri precedenti ma con somiglianze, da quello presso la Raffineria ENI di Livorno (da cui provengono i combustibili stoccati) nel novembre 2021 alla raffineria di Falconara Marittima (AN) nel 2018, che aveva interessato un serbatoio di combustibili con “tetto galleggiante” a quella di Sannazzaro dei Burgundi (PV), dicembre 2019, e che richiama altresì i rischi connessi con il trasporto e le procedure di rigassificazione di gas naturale liquefatto, in fase di espansione in Italia in particolare dopo la riduzione della disponibilità di gas russo.

Tutti questi siti sono delle potenziali bombe se non correttamente gestita sia la fase di realizzazione, come di quella di manutenzione degli impianti, nonché con il coinvolgimento degli enti locali (dalle prefetture, ai comuni ai residenti) per idonei piani di emergenza, come pure per limitare la vicinanza di siti sensibili (ospedali, scuole ecc) nei pressi degli impianti ed evitare la urbanizzazione in aree potenzialmente interessate da eventi importanti.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri