Viene da lontano, ma l’Italia è sempre stata nel suo cuore. Ha tra i 40 e i 60 anni, vive in Nord America, Sud America, Australia o Europa, ed è un discendente di emigrati italiani. Torna nel nostro Paese per un viaggio che è molto più di una vacanza: è un ritorno alle origini, un percorso carico di emozioni che lo porta a scoprire i borghi, le case e le strade percorse dai suoi antenati. È il “rootista”, ovvero il “turista delle radici”, così come delineato dall’indagine condotta da SWG per Confcommercio-Imprese per l’Italia, di cui si è parlato oggi (mercoledì 5 febbraio 2025) a Firenze nel convegno organizzato in Palazzo Strozzi Sacrati da Confcommercio Toscana e Italea Toscana, declinazione regionale di Italea, il programma lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’interno del progetto PNRR e finanziato da NextGenerationEU.
Presenti al convegno anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessore Leonardo Marras, che in apertura hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa per mettere a punto le misure utili a valorizzare anche in Toscana il turismo delle radici, che apre nuove prospettive di crescita. “Non si pensa spesso alla Toscana come terra di emigrazione – ha detto il presidente della Toscana Eugenio Giani -. Altre regioni hanno certo numeri maggiori.
Ma non sono comunque pochi i toscani all’emigrati all’estero: nell’Ottocento, il secolo dopo una volta finita la seconda guerra mondiale, qualcuno anche più di recente, visto che nel 2023 erano 214 mila i toscani nel mondo, quasi il 6 per cento della popolazione residente. E i figli, nipoti e bisnipoti di quei migranti, con la Toscana nel cuore, potrebbero oggi tornare a visitare la Toscana diffusa dei loro avi, i suoi borghi pittoreschi, le dolci colline, le isole e le montagne. Una scommessa ed un’opportunità.
Un viaggio del cuore a ritroso– ha proseguito Giani – Dallo Scozia e dalla Francia ad esempio dove figurinai, camerieri, braccianti ed operai sono emigrati dalla Lunigiana, dalla California, Argentina e Brasile dove tanti sono i lucchesi, dall’Australia che fu scelta da numerosi elbani. Li aspettiamo”. Questo particolare tipo di viaggiatore resta in media 12-15 giorni nel nostro Paese, con un budget fra i 3.000 e i 5.000 euro comprensivo di volo, soggiorno, pasti, trasporti e attività.
Viaggia in coppia o in famiglia e privilegia soggiorni in piccoli hotel, B&B o case vacanza nei borghi di origine. Vuole esperienze autentiche, dalla visita ai luoghi dove tutto è iniziato all’enogastronomia tipica, e spesso si affida a percorsi organizzati per ricostruire il passato della propria famiglia.
Secondo Giovanni Maria De Vita, responsabile del progetto per la Direzione Generale Italiani all’Estero – MAECI, Il turismo delle radici «è una risposta all’overtourism: chi viene è interessato a vivere un’esperienza diversa. Viene per visitare i nostri piccoli borghi ma anche per vivere le tradizioni e abitudini di quei luoghi di cui tanto ha sentito parlare attraverso i ricordi delle generazioni che lo hanno preceduto», ha affermato durante il convegno fiorentino De Vita ha descritto coi numeri l’entità del progetto: Italea ha costruito sul territorio una rete capillare e dinamica con 20 gruppi regionali e 16 coordinatori; sono oltre 4.500 le richieste di viaggi o ricerche genealogiche e oltre 1 milioni di accessi a italea.com.
Italea Card – che offre tanti vantaggi, sconti e agevolazioni per chi viene in Italia a scoprire le sue origini – conta oltre 650 partner, 55.000 utenti attivi e oltre 11.000 iscritti al programma. E ancora: 833 Comuni delle Radici e 742 eventi già organizzati. Oltre 60 eventi di sensibilizzazione in Italia organizzati dalle Italee regionali per favorire le occasioni di collaborazione e confronto; 19 missioni all’estero in 13 Paesi con una partecipazione stimata di oltre 1,5 milioni di persone.
“A differenza del turista tradizionale, il turista delle radici non è attratto dalle mete più note, ma dalle località legate alla sua storia familiare. Questo significa, anche per la Toscana, che puntare su questa tipologia di turista equivale a valorizzare borghi, tradizioni e territori meno battuti, creando un ponte tra il passato e il futuro, tra chi è partito e chi ora ritorna – evidenzia il presidente di Confturismo Toscana Confcommercio Daniele Barbetti – Dobbiamo intercettare questi viaggiatori con un’offerta sempre più su misura, in grado di trasformare il ritorno a casa in un’esperienza indimenticabile.
Convegni come questo di Firenze servono proprio a mettere in rete tutti i soggetti che compongono la filiera del turismo delle radici, dagli enti pubblici a musei, archivi, strutture ricettive e tutti i professionisti e le imprese del turismo potenzialmente interessati”. “L’enogastronomia ha un ruolo importante nel percorso di recupero delle memorie familiari, ecco perché come Fipe Confcommercio guardiamo con interesse a questo nuovo segmento dell’offerta turistica – ha sottolineato il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che è anche vicepresidente vicario nazionale dei pubblici esercizi Fipe Confcommercio – ci aiuta a mettere in rilievo i nostri valori e a promuovere anche all’estero la conoscenza della vera tradizione culinaria italiana.
I turisti delle radici sono mossi dall’amore e dal rispetto per l’Italia: nulla di più desiderabile come antidoto a quel turismo di massa che è diventato ormai insostenibile in tante grandi città italiane”.
PROFILO DEL TURISTA DELLE RADICI (l’indagine completa di Confcommercio-Imprese per l’Italia è leggibile qui) Identikit
- Età media: tra i 40 e i 60 anni
- Origine: Nord America (USA, Canada), Sud America (Argentina, Brasile), Australia, Europa (Francia, Germania, UK)
- Discendenza: figli, nipoti o pronipoti di emigrati italiani
- Viaggi precedenti in Italia: molti tornano per la prima volta o dopo diversi anni
Motivazioni di viaggio
- Ricerca delle proprie origini e della storia familiare
- Visita ai borghi natali degli antenati
- Incontro con parenti lontani
- Esperienze culturali ed enogastronomiche autentiche
- Interesse per la lingua e le tradizioni italiane
Durata media del soggiorno
- 12-15 giorni, con differenze tra chi visita solo la regione d’origine e chi include altre tappe
Budget di spesa
- 3.000 – 5.000 euro a persona, comprensivi di volo, alloggio, pasti, trasporti interni e attività
Tipologia di soggiorno
- Strutture di piccole dimensioni: B&B, agriturismi, case vacanza o piccoli hotel nei borghi
- Alcuni scelgono di soggiornare presso parenti
Attività principali
- Ricerche genealogiche: visite ad archivi storici e parrocchiali
- Percorsi sulle tracce degli antenati: case natali, cimiteri, vie dell’emigrazione
- Esperienze enogastronomiche: degustazioni, lezioni di cucina tipica
- Turismo esperienziale: artigianato locale, festival e rievocazioni storiche
- Cultura e italianità: apprendimento della lingua, scoperta del lifestyle italiano
Tipologie di turisti delle Radici (Personas SWG-Confcommercio)
- Il Nostalgico – Emigrato in giovane età, torna per un viaggio emozionale nel passato
- L’Ambassador – Viaggia spesso in Italia, è autonomo e ambasciatore della cultura italiana all’estero
- Il Discendente – Vuole riscoprire la propria identità attraverso i luoghi e la storia familiare
- Il Curioso – Non necessariamente con radici italiane, ma attratto dall’italianità
Trend e opportunità
- Turismo delle radici come segmento in crescita e volano per le economie locali
- Interesse crescente per pacchetti turistici personalizzati
- Necessità di assistenza organizzativa per viaggiatori alla ricerca di informazioni genealogiche e percorsi autentici.
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