“Mercato, formule, Pellegrini e rinnovi, vi dico tutto”

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A margine delle tre presentazioni dei nuovi acquisti, ha parlato anche il ds Angelo Fabiani.

Ci racconta l’innesto di Provstgaard?

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Il 25 agosto, nella gara di Superlega, mandai a vedere dal vivo Provstgaard, era un giocatore già attenzionato che avevamo scovato durante la fase di scouting. Chiaro che poi devi vederlo anche dal vivo, il video non dà mai la completezza. L’hanno visionato ad agosto, ci hanno confermato le nostre percezioni sul giocatore. In realtà non è mai stato lontano dalla Lazio, quando stringi la mano all’agente, alla società e al calciatore la cosa è quasi fatta. Poi ci sono manovre di disturbo, ma ero super tranquillo di poterlo prendere”.

Chi rimane fuori dalla lista europea?

“A breve consegneremo la lista, sono state fatte delle riflessioni, di concerto dall’allenatore avallate dalla società, non bisogna alterare gli equilibri. Più tardi saprete i calciatori nella lista in Europa“.

Pellegrini-Besiktas è una pista vera e viva?

“Un’operazione estremamente complessa, dovrebbe andare alla Juventus, che poi dovrebbe cederlo definitivamente al Besiktas. La vedo come una soluzione difficile, ufficialmente non abbiamo avuto nessuna richiesta per lui“.

Dopo il mercato la Lazio ha più o meno chance di Champions? Le altre si sono rinforzate molto.

“So che alla 23esima giornata i ragazzi e l’allenatore stanno facendo un percorso molto importante, quello che sarà il futuro non lo posso prevedere. Posso dire che la Lazio ha iniziato un nuovo ciclo, non può essere circoscritto a pochi mesi ma valutato nell’arco di un tempo minimo di 3 anni. Non è stata una rivoluzione, ma quasi. Oggi siamo soddisfatti di alcune scelte, ci stanno dando soddisfazioni. A noi e alla tifoseria. Mi auguro che l’avvio del campionato possa confermare quanto fatto finora. Le altre squadre si sono rinforzate? Io devo guardare in casa Lazio, se hanno operato in modo massiccio, vuol dire che hanno sbagliato parecchio prima“.

Quali sono le motivazioni dell’esclusione di Pellegrini?

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“Mi sarebbe piaciuta la stessa domanda alla chiusura delle liste senza Hysaj. Io non mi sottraggo alle domande e dico sempre la verità. Ora faremo un comunicato e vedrete chi ci sarà in Europa. Una valutazione che fa il tecnico in base a ciò che ha in mente, certamente avallata dalla società. Se Pellegrini non fa parte della lista della Serie A, è una scelta credo ponderata a 360 gradi dal tecnico, avallata dalla società, per cui si è presa questa strada., Ci possono essere i se e i ma, ci sono dati oggettivi e dei percorsi da affrontare, si va avanti con le idee, possono essere giuste o sbagliate. Basic era in procinto di andare alla Cremonese, non è voluto andare. Poi il Sassuolo e non se n’è fatto nulla. Noi l’avremmo dato. Nel chiuso del suo stanzino il tecnico può pensare che sia utile anche per un cambio del sistema, non posso entrare nella testa dell’allenatore, devo assecondare le sue richieste ed esigenze. Non significa che la società non avalli, va dietro al tecnico come a volte può succedere il contrario. Se gli avessimo preso Nesta, il tecnico sarebbe stato il più contento al mondo. Ma la Lazio deve scovare profili importanti per creare uno zoccolo duro. Alcuni sembravano sconosciuti, invece in estate hanno rappresentato qualcosa di importante. Ci hanno chiesto diversi giocatori. Il tecnico ha messo il veto e noi abbiamo avallato, perché non vogliamo smantellare ma puntellare la squadra. A gennaio è così. A luglio si apre una nuova fase. Se do via il Taty, dovrò prenderne uno almeno di pari livello. La società non andrà mai a indebolire l’organico. In estate la Lazio poteva mettersi 150 milioni di euro nelle casse, abbiamo detto di no perché ci sono considerazioni che si fanno tra presidente, ds e allenatore. Bisogna rispettare anche la piazza. I veri acquisti sono state le richieste respinte per la vendita dei calciatori“.

Noslin e Tchaouna l’hanno un po’ delusa? Cosa si aspetta da loro ora?

“Sono due giocatori molto giovani, dire che bisogna aspettarli è un po’ forzato, il loro contributo l’hanno dato. In una stagione si stabiliscono dinamiche, alcuni hanno meno minutaggio, però non c’è chi ha fatto 1000 minuti e chi 50. Il dato positivo qual è? Il modus operandi di Baroni, in Europa è riuscito a cambiare tanti elementi. Senza coppe, chiaro, giocano spesso e volentieri certi giocatori che il tecnico reputa più affidabili. Noi di Tchaouna e Noslin siamo soddisfatti. Credo che questi ragazzi faranno qualcosa di importante nel futuro della Lazio. Se uno fa 90 minuti, li toglie a qualcun altro. I ragazzi nuovi hanno trovato un gruppo affiatato e pulito, che si rispetta e rispetta“.

Rinnovi su cui si sta lavorando?

“Prima di venire alla Lazio questo non ha mai costituito un problema. Non ci sono impellenze, chiuso il mercato perché no, ne discutiamo tranquillamente. Abbiamo il buon Pedro, ha 28 anni, a Braga ha corso come un 28enne. Andato in scadenza, ha rinnovato. Non è la società che prende in giro i giocatori. Mandas e Marusic sono meritevoli di attenzioni“.

Che margini di crescita ha Gila?

“Più che altro non ho capito perché prima non giocava…“

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Cosa la rende più orgoglioso di questa squadra?

“Non ho tempo per gioire, per godermi nulla. Purtroppo il calcio è talmente strano, uno brutta bestia, subito dopo ci sono sfide difficile e impegnative. Tutto si azzera in un nano-secondo. Il dispiacere è non godere mai nemmeno di una vittoria, chi fa questo mestiere lo sa. Ci fa piacere che dopo una vittoria c’è un popolo intero che festeggia e si gode il risultato“

Quanto complicato arrivare agli accordi per Belahyane e Provstgaard?

“Io l’ho detto, il calcio si fa in tanti modi. È il 60esimo mercato che faccio, conosco dinamiche, tranelli e segreti di questo mondo. Quando dico che è un poker allargato è perché chiunque bluffa. Per Rovella e Pellegrini è stata fatta un’operazione con un’idea, lo stesso abbiamo fatto ora. Non significa che non si può pagare, ma che ci sono tante tecniche per arrivare a un obiettivo per non incorrere in sanzioni o situazioni non contemplate. Belahyane e Provstgaard li abbiamo acquistati, sono di proprietà. Con il Bayern abbiamo discusso, l’unico in prestito è Ibrahimovic, quindi abbiamo fatto un prestito con diritto di riscatto e loro hanno il controriscatto. Qualora Ibra dovesse essere di nostro interesse, non penso che ci saranno problemi ad acquistarlo”.

Quanto sarebbe importante la Champions per il progetto?

“Sono più realista del re, vivo di partita in partita, non mi è dato di fare pronostici. I numeri ti danno un’idea, la squadra ha dimostrato una “forbice”, non si può aprire del tutto ma nemmeno chiudersi. C’è un trend, se si continua con l’umiltà e il lavoro, possiamo toglierci soddisfazioni. Mai però abbassare la guardia, in Serie A anche l’ultima può dare fastidio alla capolista. Domenica nemmeno con il Monza sarà scontato, anzi, sarà una delle gare più difficili. Con le big ci sono le motivazioni, con le piccole la presunzione può giocare brutti scherzi. Io già sono in tensione per domenica, conosco il calcio, spesso quando uno sottovaluta le avversarie perde punti che poi non recupera più”.

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L’indice di liquidità è stato un problema per la Lazio?

“Per Ibra ho parlato anche di controriscatto. Se si mette, io sono sempre perdente. Quindi faccio un’operazione diversa. Per Belahyane e Provstgaard è stata una trattativa definitiva, abbiamo aggiunto una percentuale sulla rivendita. Il Bayern non ha accettato per Ibra. Poi sta al calciatore, se preferisce stare qui in futuro può essere un elemento per sbloccare la situazione. Il Bayern ci crede, quindi si è tenuto la possibilità del controriscatto”.

In Europa Baroni ha ruotato tutti fino alla Real Sociedad, poi non ha giocato Dele-Bashiru. Qual è la sua collazione tattica? Ha giocato in tutti i ruoli.

“Una domanda tecnica che dovrà essere fatta a Baroni. Io non entro nel merito delle scelte dell’allenatore, serve grande coinvolgimento, sintonia ma anche rispetto. Serve l’alchimia giusta che viene trasferita nello spogliatoio. Io non dico “perché non gioca questo o quello”. Si discute, poi vincono le idee dell’allenatore. Sulle uscite il tecnico pone un veto, che arriva fino a un certo punto, se arriva un club che mi dà 100 milioni per un giocatore, allora cambiano i discorsi. Noi abbiamo assecondato il parere del tecnico a gennaio, in più abbiamo messo il timbro sul programma di creare un gruppo importante senza deludere nessuno, in primis i tifosi. Se io avessi dato Tavares a 60 milioni, qualcuno avrebbe protestato. A gennaio no, e sono arrivate proposte per 100 milioni totali. A luglio se si presenta un’offerta importante, la società può farlo tranquillamente, sentendo l’allenatore ma in modo diverso. Ora come si fa a prendere in giro i tifosi? Non potevamo indebolire la squadra, quindi abbiamo rinunciato ai soldi. Serve coerenza”. 





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