Palermo, Interdittive e abusivismo edilizio: la giustizia del Cga

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PALERMO – Oggi si celebra per la prima volta la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana. È l’organo supremo della giustizia amministrativa di cui solo la Sicilia è dotata in Italia. Altrove c’è il Consiglio di Stato.

Alla cerimonia nell’ottocentesca Villa Belmonte, che si aprirà con la relazione del presidente Ermanno de Francisco, saranno presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della Regione Renato Schifani.

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Uno dei membri del Cga è l’avvocato Nino Caleca. Il Cga è forse una delle principali manifestazioni di un decentramento attuabile
“Proprio così. Istituito dall’art. 23 dello Statuto speciale della Regione siciliana, il Cga è una sezione staccata del Consiglio di Stato, frutto, come affermato dalla Corte costituzionale, di ‘un’aspirazione viva, e comunque saldamente radicata nella storia della Sicilia, ad ottenere forme di decentramento territoriale degli organi giurisdizionali centrali garantendo, contemporaneamente l’unità nazionale, principio indiscutibile di unità della Repubblica sancito dall’art. 5 della nostra Costituzione”.

Nelle altre regioni le sentenze del Tar si appellano al Consiglio di Stato. In Sicilia c’è il Cga che non può non risentire della storia dell’Isola
“La principale peculiarità del Cga è rappresentata dal fatto che ha una composizione specializzata nella sua sede giurisdizionale, dove devono sempre essere presenti due componenti nominati dal presidente della Repubblica su designazione della Regione siciliana. Anche per questa composizione le decisioni del Cga non rappresentano una mera ripetizione della giurisprudenza del Consiglio di Stato, ma si incardinano nella storia della Sicilia non potendo non risentire dei drammi e delle sofferenze dei siciliani, ma anche della peculiare storia millenaria della Sicilia che non si è mai vista negare il privilegium fori in ragione della sua specialità”.

Le decisione adottate in Sicilia fanno giurisprudenza anche nel resto d’Italia. Insomma “esportiamo” anche principi di diritto
“Le sentenze del Cga superando i confini della Sicilia a pieno titolo contribuiscono a formare il diritto amministrativo vivente che si dispiega su tutto il territorio nazionale. Penso alle tematiche relative alle informazioni interdittive antimafia, l’abusivismo edilizio e la transizione energetica”.

A proposito di interdittive, non sempre siete in linea con il Consiglio di Stato
“È vero, la giurisprudenza del Cga, non sempre in perfetta adesione con le sentenze del Consiglio di Stato, ha valorizzato la scelta del legislatore di evitare le interdittive ‘a sorpresa’. Prima di adottare l’interdittiva il Prefetto deve dare all’imprenditore la possibilità di rassegnare le proprie ragioni e la propria difesa, anche chiedendo di essere sentito”.

Una scelta garantista?
“Il prefetto dovrà adottare l’interdittiva solo quando qualsiasi forma di ‘prevenzione collaborativa’ sarà ritenuta inidonea a garantire la sicurezza pubblica, nella consapevolezza che l’interdittiva provoca all’operatore economico danni non recuperabili, fino, in moltissimi casi, alla definitiva espulsione dal mercato”.

Sull’abusivismo, la confusione che regna in Sicilia non vi aiuta. Ci sono vertenze che pendono da 20 anni
“Le sentenze del Cga intercettano l’esigenza che un’ampia porzione del patrimonio immobiliare siciliano esca fuori da una defatigante situazione di incertezza: crea apprensione che migliaia di richieste di condono edilizio non siano decise dai Comuni ancora dopo 20 anni dalla presentazione della relativa istanza, così come genera incertezza che possa essere ordinata dalle Soprintendenze o dai Comuni, dopo tantissimi anni, la demolizione di immobili che ritenevano di avere goduto del parere paesaggistico positivo per il silenzio della pubblica amministrazione sulla relativa istanza e che avevano ottenuto il regolare allaccio di acqua e luce. Sono immobili e per i quali i proprietari avevano anche pagato i tributi locali, senza che vengano chiarite le prevalenti ragioni di ordine pubblico che impongono il ripristino dello stato dei luoghi mediante la demolizione del manufatto”.

Un altro tema particolarmente delicato è quello delle energie da fonti rinnovabili. Il Cga ha posto un freno o mi sbaglio?
“Le sentenze del Cga hanno difeso le prerogative della Regione siciliana e hanno stabilito che in Sicilia esplica i suoi effetti la legge regionale che non consente l’esproprio dei terreni dei siciliani per la realizzazione degli impianti eolici, se non per le opere secondarie serventi gli impianti stessi. La transizione ecologica deve rappresentare una occasione di crescita per la comunità di riferimento, come ribadito dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Chi vuole costruire impianti eolici in Sicilia, e godere dei relativi finanziamenti pubblici, deve provare di avere la disponibilità dei terreni, corrispondendo ai proprietari il giusto prezzo che non può identificarsi con il valore agricolo dei terreni perché chi vuole realizzare gli impianti eolici acquista, e sfrutta, non il mero suolo ma anche l’atmosfera che su quel suolo insiste con le sue particolari caratteristiche climatiche, a cominciare dal vento”.



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