“L’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come un punto di riferimento nella cross-sector innovation” di Roberta Busatto
L’Italia si trova oggi di fronte a una sfida cruciale: ridefinire il proprio modello industriale per restare competitiva in un mondo in rapido cambiamento. Il Libro Verde “Made in Italy 2030”, pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, delinea una strategia di rilancio che punta su innovazione, sostenibilità e autonomia strategica. Tra i suoi obiettivi principali, emerge con forza la volontà di rafforzare il ruolo dello Stato come attore strategico, sviluppare politiche industriali coerenti con la triplice transizione (verde, digitale e geopolitica) e promuovere nuovi settori chiave per la crescita economica del Paese.
In questo contesto, due domini emergono come leve fondamentali della politica industriale italiana: il mare e lo spazio. Non solo settori di eccellenza, ma veri e propri asset strategici su cui costruire una crescita sostenibile e innovativa.
Terminate le consultazioni pubbliche, i contributi raccolti saranno valutati e integrati per elaborare il Libro Bianco sulla strategia industriale nazionale. Questo documento definitivo guiderà le politiche industriali italiane nei prossimi anni, con l’obiettivo di affrontare le sfide della triplice transizione e di rafforzare la competitività del sistema produttivo nazionale.
L’economia del mare: una risorsa strategica
Il settore marittimo italiano è molto più di una semplice industria: rappresenta un motore economico, un elemento di sicurezza nazionale e una leva geopolitica per il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo. Il Libro Verde sottolinea la necessità di investire in tecnologie avanzate per la cantieristica navale, nella bioeconomia applicata agli ecosistemi marittimi e nel rafforzamento delle infrastrutture portuali. In un contesto di crescente competizione internazionale, la valorizzazione del mare come dominio economico strategico è cruciale per consolidare l’Italia come hub di riferimento nel commercio e nella logistica euro-mediterranea.
La space economy: un’opportunità per il futuro
Parallelamente, il settore spaziale si afferma come una delle nuove frontiere dell’industria italiana. La recente legge quadro sulla space economy mira a garantire un ruolo di leadership al nostro Paese, sostenendo lo sviluppo di tecnologie spaziali, il rafforzamento delle competenze industriali e la cooperazione internazionale. L’esplorazione dello spazio non è più un’attività riservata solo alle grandi potenze, ma una dimensione sempre più integrata nelle strategie economiche di Stati e imprese, con impatti che spaziano dalla sicurezza nazionale all’innovazione tecnologica.
Un modello di sviluppo integrato
Ciò che emerge con chiarezza è che mare e spazio non devono essere considerati due settori separati, ma parti di un unico ecosistema industriale e tecnologico. La connessione tra le due economie è evidente nell’uso crescente di dati satellitari per il monitoraggio marittimo, nella sicurezza delle rotte commerciali e nello sviluppo di soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale degli oceani. L’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come un punto di riferimento nella cross-sector innovation, sfruttando la sua eccellenza manifatturiera e la sua vocazione industriale.
Mare e Spazio, pilastri della nuova politica industriale italiana
Il Libro Verde offre una visione chiara: per competere nel futuro, l’Italia deve investire su settori che uniscono tecnologia, geopolitica e sostenibilità. Mare e spazio sono due pilastri su cui costruire una politica industriale moderna e ambiziosa, capace di garantire crescita economica e autonomia strategica. La sfida sarà trasformare questa visione in azioni concrete, con politiche di investimento mirate e un coordinamento efficace tra pubblico e privato.
L’Italia può e deve essere protagonista in questo scenario. La rotta è tracciata: ora è il momento di navigare verso il futuro.
Direttrice Economia del Mare, Economia dello Spazio e Space&Blue Magazine
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