RAI * “REPORT”: «TRA LE INCHIESTE, LA FABBRICA DEI DOSSIER (CONTRO REPORT) / LA VICENDA DI UNICUSANO / L’ANALISI DEL MERCATO DEL CAFFÈ»

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14.37 – venerdì 7 febbraio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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L’informazione di Report torna in onda domenica 9 febbraio alle 20.30 su Rai 3 e RaiPlay.

La prima inchiesta, “Il Marchese del Grillo”, è firmata da Luca Bertazzoni in collaborazione con Marzia Amico. Dopo aver sequestrato altri 2,6 milioni di euro all’università Niccolò Cusano, che si aggiungono ai 21 già confiscati, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del suo fondatore, Stefano Bandecchi, per evasione fiscale. Un mese dopo il sindaco di Terni, e leader di Alternativa Popolare, ha annunciato la chiusura dei due canali televisivi di Unicusano, licenziando 250 lavoratori: “Colpa della magistratura e della Guardia di Finanza”. Ma come sono andate veramente le cose?

“Macinato formato famiglia”, di Bernardo Iovene, con la collaborazione di Lidia Galeazzo, esplora invece il mercato del caffè. Normalmente quello macinato si sceglie affidandosi al gusto, poiché sulle etichette si trovano indicazioni generiche sulla qualità, sulla conservazione e quasi nessuna sulle origini. Con un esperto, Report ha fatto un’analisi olfattiva del caffè contenuto nei pacchetti da 250 grammi venduti al supermercato, dal più economico al più caro e ha dato delle indicazioni sulla conservazione del caffè macinato e sulla estrazione con la vecchia moka. E la denuncia di un dipendente di una grande azienda, attraverso foto e filmati, mostra come verrebbe riciclato il caffè da capsule e da pacchi scartati dal processo produttivo.

La terza inchiesta della serata è “La regina delle scatole cinesi”, di Giulia Innocenzi con la collaborazione di Greta Orsi e Giulia Sabella. Il servizio di Report sulla Leidaa, l’associazione in difesa degli animali di Michela Brambilla, ha scatenato un terremoto. Sono diversi gli esposti presentati in procura, tanti parlamentari si sono dimessi dall’Intergruppo per i diritti degli animali presieduto dalla Brambilla, ed è stato preannunciato un sit-in davanti alla sede della Leidaa per chiedere le dimissioni della parlamentare. Report è entrata in possesso di una nuova documentazione esclusiva che riguarda alcune attività di Michela Brambilla e che aprirebbe uno squarcio su un aspetto finora ignorato.

In chiusura, “La fabbrica dei dossier (contro Report)”, di Giorgio Mottola con la collaborazione di Greta Orsi. Da alcune settimane il Giornale, di proprietà della famiglia Angelucci, sta provando a screditare Report, raccontando di un presunto legame tra la trasmissione di Rai 3 ed Equalize, la società finita al centro di un’inchiesta della procura di Milano per attività di dossieraggio. Le accuse, basate su un verbale al momento secretato, sono state pubblicate da un giornalista già sospeso per i suoi rapporti ambigui con i servizi segreti, su un quotidiano che ha palesi conflitti d’interesse, di carattere innanzitutto finanziario, con alcuni tra i principali politici oggetto delle recenti inchieste di Report.

Per Lab Report, invece, ecco “Eccellenze a perdere”, di Antonella Cignarale con la collaborazione di Paola Gottardi, Celeste Gonano ed Enrica Riera. Il festival di Sanremo sin dalla sua ideazione è legato ai fiori. Nasce, infatti, per rilanciare l’economia della Città dei fiori, storicamente riconosciuta come terra natia di ibridatori che hanno dato origine a varietà vendute in tutto il mondo. I 350 milioni di piante create fino agli anni ’80, però, adesso non ci sono più. Se da un lato la commercializzazione dei fiori di Sanremo si è estesa sul mercato internazionale, dall’altro ha obbligato gli ibridatori a creare varietà in grado di resistere in più climi diversi, dalla Cina, alla Colombia al Kenya, oggi diventati i maggiori produttori al mondo del settore.

Questo ha scompigliato completamente le carte del commercio del fiore per molti ibridatori sanremesi che hanno abbandonato le serre e cominciato a vendere la loro attività alle multinazionali del fiore. Così tra sole e mare sulle colline di Sanremo svettano serre deserte, una cartolina che ricorda i terrazzamenti di limoni abbandonati lungo la costiera amalfitana. Qui i costi elevati, dovuti al rispetto di un rigido disciplinare di produzione del limone Costa D’Amalfi Igp, e un prezzo di vendita al chilo non sempre soddisfacente stanno mettendo a dura prova i coltivatori. L’eccellenza dell’oro giallo non riesce a contrastare la concorrenza interna ed estera che inonda i bancali dei supermercati, e il consumatore non ne percepisce spesso la differenza di qualità. Per resistere, ci sono famiglie di produttori che hanno riciclato la propria attività e sotto i pergolati di limoneti sono nati campeggi e tour degustativi per i turisti della costiera amalfitana.

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