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Si è concluso oggi il secondo giorno del vertice dei Patrioti, ospitato a Madrid dall’alleanza sovranista di Vox guidata da Santiago Abascal. L’auditorium dell’Hotel Marriott ha accolto circa duemila persone, tra sostenitori e rappresentanti di partiti di estrema destra europei, tra cui Matteo Salvini, il primo ministro ungherese Viktor Orban e Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. Al centro dei loro comizi, una feroce critica alle politiche dell’Unione Europea, con attacchi all’immigrazione, alle “follie green” e al sostegno a Kiev.
Matteo Salvini ha aperto il suo intervento ringraziando il pubblico in spagnolo per il sostegno ricevuto durante il processo Open Arms, che lo ha visto assolto a dicembre: «Sono stato imputato per aver bloccato gli sbarchi, ma la giustizia ha riconosciuto la mia innocenza», ha dichiarato tra gli applausi. Rivolgendosi al premier spagnolo Pedro Sanchez, ha ironizzato: «Bye bye Pedro, bye bye Open Arms e viva la libertà! Un saluto affettuoso a Sanchez e alle ONG di sinistra da questa folla».
Il leader leghista non ha risparmiato neppure il cancelliere tedesco Olaf Scholz, criticando la decisione di voler inviare truppe NATO in Groenlandia: «Invece di salvare i posti di lavoro, Scholz pensa alla Groenlandia. Spero che gli elettori tedeschi gli regalino un biglietto di sola andata per andarci lui!» Con un riferimento alle elezioni del 23 febbraio in Germania, Salvini ha definito il governo Scholz «il più disastroso del dopoguerra», colpevole di aver trascinato l’Europa nel «declino».
Sui social, il vicepremier italiano ha rilanciato il tema dell’unione sovranista: «Dobbiamo costruire un’alternativa credibile a questa Europa fallita. Riporteremo la sovranità agli Stati, combatteremo le follie green, l’immigrazione illegale e le ONG truffaldine. Lottiamo per la pace e per un’Europa più giusta, nell’amicizia con Donald Trump».
Viktor Orbán, invece, ha puntato il dito principalmente contro il sostegno dell’UE all’Ucraina: «Diamo soldi a una guerra senza speranza, mentre la nostra economia affonda e l’Europa è invasa da migranti illegali». Il premier ungherese ha accusato Bruxelles di essere la radice dei problemi continentali, auspicando un cambio di rotta «prima che sia troppo tardi».
In un videomessaggio, Herbert Kickl, leader del Partito della Libertà austriaco (FPÖ), ha celebrato il successo elettorale alle ultime elezioni che lo ha portato, in coalizione con il Partito Popolare, a guidare il Paese: «La formazione del governo va a gonfie vele. Il 2025 sarà l’anno dei Patrioti: rendiamo realtà il nostro Make Europe Great Again».
Ad aprire l’evento, l’intervento di Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana: «La nostra lotta per la libertà è globale. In Europa come in Venezuela, condividiamo valori e nemici». Ringraziando Abascal, Machado ha sottolineato l’importanza di «difendere la sicurezza e il buonsenso contro chi minaccia le nostre radici». Pertanto, per i venezuelani si prospetta l’incubo di passare dalla dittatura di Maduro a quella di Machado… un popolo sfortunatissimo.
Il vertice di Madrid segna il tentativo di consolidare l’asse sovranista in vista dei prossimi appuntamenti per le elezioni politiche in Europa, a partire da quelle programmate in Germania per fine mese. Con toni sempre più radicali, i leader dell’estrema destra puntano a capitalizzare il malcontento verso immigrazione, politiche climatiche e sostegno a Kiev per guadagnare facilmente un consenso che mira esclusivamente alla conquista del potere, senza neppure avere delle idee e dei programmi di governo, escludendo quelli mirati a perseguitare chiunque – in base alla convenienza del momento – venga indicato come nuovo nemico.
Questi politici da due lire, poco più che macchiette da avanspettacolo che mirano ad essere omologhi di coloro che li hanno preceduti nel ventennio fascista, finiscono anche per essere doppiamente ridicoli nel voler promuovere lo slogan MEGA, la nuova campagna di Musk creata con lo scopo di disgregare l’Unione europea. Questi pagliacci, infatti, mentre vomitano insulti contro migranti, pseudo comunisti e ambientalisti, pretendono di essere ferventi nazionalisti senza accorgersi che, nel momento in cui si dicono devoti del verbo trumpiano (o forse ancor di più muskiano), fanno intendere di voler dare le chiavi delle proprie nazioni, dopo averne aperto le porte e steso tappeti, all’attuale amministrazione USA che mira a disgregare l’Unione europea solo per aver gioco facile di singoli e deboli staterelli che non potranno che essere servi succubi dei diktat americani.
In tutto ciò, quello che non è chiaro è se questi presunti patrioti siano solo dei poveri imbecilli oppure dei veri furbacchioni che si riempiono le tasche di dollari per svendere le nazioni di cui pretendono di esserne difensori.
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