Lite statua del ‘Che’ in Consiglio, Caffaz e Bernardi escono. Le ragioni della maggioranza

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CARRARA – Il Consiglio comunale di mercoledì sera ha visto lo scontro tra opposizione e amministrazione con al centro la statua di Che Guevara collocata al Baluardo. Pubblichiamo i due punti di vista raccontati rispettivamente dal consigliere Simone Caffaz e dal gruppo consiliare Lista Serena Arrighi.

Riferisce Caffaz: “Al peggio non c’è mai fine e questa amministrazione e questa classe politica dimostrano una volta di più la propria arroganza e la propria inadeguatezza.
Per nascondere l’incredibile condizione in cui si trova la città e il disastro di questa amministrazione, da mesi, ma in modo particolare da una settimana a questa parte, la sindaca e la maggioranza stanno cercando di alzare i toni dello scontro politico su questioni ideologiche e stanno creando ad arte dei presunti “casi” per distogliere l’attenzione dai reali problemi di Carrara, che sono sempre più gravi come dimostrano anche gli ennesimi fatti di cronaca di questi giorni.
Da questo proposito di sindaca, giunta e maggioranza, è derivata l’inaugurazione in pompa magna della statua di Che Guevara, sulla cui opportunità stanno discutendo i giornali di mezza Europa, accompagnata dal comizio anti-governativo della sindaca. Anche la stessa allucinata trasformazione da parte della sindaca della innocua vignetta satirica che ho postato nei giorni scorsi sui miei profili social in una minaccia molto supposta va nella direzione sopra descritta.  Mentre la città è al lumicino, sindaca e maggioranza la buttano in caciara.
L’altro giorno, con un Consiglio comunale gremito, il capogruppo del Pd Gianmaria Nardi, in presenza di due richieste di intervento da parte del pubblico e di due mozioni sul tema della statua dedicata a Che Guevara, ha nella sostanza chiesto di “cassare” dalla discussione la mia mozione che affrontava il tema sul piano amministrativo e non politico. No so se la proposta di Nardi fosse una censura alla mia persona o al contenuto della mozione, probabilmente entrambe le cose. Rimane il fatto che in quella che dovrebbe essere l’assise democratica cittadina, si è impedito a un consigliere di presentare una mozione e questo è un gesto di una gravità inaudita. È evidente che è più comodo per la sindaca e la maggioranza discutere di Che Guevara piuttosto che dei criteri attraverso i quali collocare in città le opere d’arte e scegliere temi e luoghi. Era più comodo buttarla sulla contrapposizione “Che Guevara sì – Che Guevara no” piuttosto che approfondire quanto e come il contesto urbano potrebbe essere trasformato attraverso l’arte e di come le opere esposte debbano essere di valore e inserirsi armonicamente nella città. L’incredibile atteggiamento della maggioranza ha costretto il sottoscritto e Massimiliano Bernardi, che ringrazio, a uscire dall’aula per protesta. Questo atteggiamento non rimarrà senza conseguenze.
Ringrazio anche i consiglieri di opposizione che nella votazione si sono opposti all’atteggiamento della maggioranza. Ammetto di essere rimasto stupito e amareggiato dall’atteggiamento dei rappresentanti dei partiti di centrodestra presenti in consiglio comunale che si sono astenuti sulla proposta della maggioranza di “cassare” la mia mozione e si sono adeguati al tentativo della sindaca e della maggioranza di affrontare il tema solo sul piano ideologico.
Ritengo che se la proposta di collocare una statua di Che Guevara in città si sia dimostrata divisiva, altrettanto e forse più lo sarebbe dedicare una strada a Giorgio Almirante, come paventato da qualcuno. Insomma, se la discussione è Che Guevara versus Almirante sono sempre piú contento di non aver partecipato a questa pantomima. E intanto la città muore”.

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Sulla questione interviene e chiarisce il capogruppo della Lista Serena Arrighi Sindaca Luca Vinchesi.

Il gruppo consiliare descrive la seduta e quanto accaduto: “La gazzarra sollevata dalle forze politiche di destra sulla statua del Ché, realizzata grazie a una sottoscrizione popolare e donata a Carrara da un comitato, è proseguita ieri in consiglio comunale. La maggioranza, per rispetto del pubblico presente, ha aperto all’immediata discussione del caso, anche se aveva l’assoluta necessità di votare le sette delibere all’ordine del giorno. Malgrado ciò, i consiglieri Caffaz e Bernardi hanno subito scelto di abbandonare l’aula, solo perché non si era deciso di anticipare, insieme alla mozione Tosi, anche quella presentata dallo stesso Caffaz, che per questo nel suo intervento ha nuovamente definito indegni gli esponenti della maggioranza, bollando, inoltre, come ideologica anche la mozione del collega di minoranza e la discussione seguente. Evidentemente per lui, rinviare di qualche ora o di qualche giorno una discussione sul metodo per collocare i monumenti in città è un profondo e gravissimo atto antidemocratico, quando si potrebbe  pure affrontare il tema nella commissione consiliare preposta senza bisogno di gridare allo scandalo. I due interventi del pubblico hanno reso evidente in Consiglio la polarizzazione delle posizioni di questi giorni: il primo, della sig.ra Rocchi, è stato un forte attacco al regime cubano dalle origini ai giorni nostri, assimilando ad esso la figura del Ché, definito, a più riprese, come un torturatore assassino; il secondo del sig. Dell’Amico ha ricostruito le intenzioni e l’operato del comitato dei donatori e ha dichiarato di considerare la cultura uno strumento efficace  per resistere allo spirito dei tempi e la figura del “guerrillero” argentino un’importante simbolo di rivolta dei popoli oppressi nel mondo contro tiranni e dittature. La sindaca ha ribadito la ripulsa per i totalitarismi e per ogni regime che anche parzialmente abbia leso i diritti umani, sottolineando però le ragioni per le quali Carrara riconosce in Guevara un’icona internazionale di lotta per i diritti di tutti, una figura coerente con la storia della città, ricca di battaglie per la libertà contro il fascismo, per la tutela dei più deboli e per le conquiste sociali, in grado di trasmettere slancio e motivazione alle giovani generazioni. Dopo che il consigliere leghista Tosi ha illustrato la sua mozione, finalizzata alla rimozione della statua, è seguito un dibattito ricco di considerazioni storiche e personali, che ha visto confluire  diverse sensibilità e culture politiche in una difesa appassionata delle lotte contro l’oppressione e per la liberazione dei popoli, che hanno dato sostanza alla vita e alla morte di Ernesto Guevara. Ricordando inoltre che pure il movimento giovanile della Lega, nel 2016, aveva utilizzato sulle tessere del partito l’immagine del Ché. La mozione è stata respinta quasi all’unanimità, ricevendo solo 2 voti a favore, con questo significativo epilogo, speriamo si possa considerare chiusa la bagarre in città”.





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