Nel 2024 calano i deal fashion in Italia (-21,7%) ma non si arresta la febbre da M&A: sarà un 2025 in forte ripresa

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Secondo i più recenti studi, il mercato degli M&A nel fashion si confermerebbe in positivo dinamismo e ripresa nel 2025, nonostante un calo deciso del volume delle operazioni nel 2024. Il PwC Global & Italian M&A Trends in Consumer Markets e Outlook 2025, infatti, segnala un calo dei deal moda nell’anno che si è appena concluso, passati a quota 61 da 78 (-21,7%), a fronte di una flessione generale del -18% dei volumi delle operazioni in Italia.

PwC: società italiane acquisite – % per comparto

Questi dati, tuttavia, sarebbero destinati ad una rapida ripresa entro la fine dell’anno in corso, che vedrà aumentare anche le operazioni di valore. “La moda rimane in difficoltà e ci aspettiamo che in realtà questo stimoli acquisizioni da parte dei grandi corporate e delle piattaforme B2b, oltre ad ulteriori delisting di realtà quotate non performanti. La tendenza nelle operazioni di take-private, come il delisting di Tod’s, dovrebbe continuare anche nel 2025, in considerazione delle valutazioni spesso depresse di alcuni asset Consumer soprattutto nel comparto Fashion”, spiegano Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia Markets and Consumer Deals Leader, e Anna Nasole, Partner Fashion PwC Advisory*.

È dello stesso avviso anche Max Fiani, Partner Kpmg e curatore del Rapporto M&A, che a Pambianconews ha spiegato: “Il mercato M&A del fashion e del luxury non si è fermato. Nonostante questo evidente momento di difficoltà in cui il fatturato del fashion va peggio di quanto previsto, il calo in termini di volume è ancora più elevato e la situazione geopolitica instabile ha avuto un impatto significativo sul settore con una flessione dei consumi, le operazioni di acquisizione hanno visto aumentare l’interesse”, prosegue Fiani sottolineando che,  nell’anno appena concluso, si sono registrate in Italia  operazioni per il Fashion&Luxury per un valore di 2,5 miliardi di euro.

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Alla base del trend in atto ci sono i tassi di interesse in calo, il possibile rimbalzo della fiducia dei consumatori, il mutevole sentiment degli investitori e – soprattutto negli Usa, dopo le elezioni di Trump – il ritrovato ottimismo sulla politica economica. In questo scenario, il calo delle vendite del lusso ha permesso lo scambio di marchi a multipli più bassi, offrendo quindi opportunità di acquisizioni vantaggiose. I protagonisti dei deal del 2024 sono stati soprattutto i fondi di private equity che “accanto all’acquisizione di partecipazioni in singole aziende per accompagnarle nei percorsi di crescita e sviluppo, sempre più frequentemente si sono fatti promotori di operazioni che contribuiscono al consolidamento dell’indotto nel comparto. Inoltre, diversi private equity hanno istituito fondi dedicati agli investimenti nei settori più prestigiosi del made in Italy”, continua Fiani.

Secondo quanto ricostruito da Pambianconews, più del 53% del valore delle transazioni M&A fashion a livello mondiale è stato effettuato da private equity, contro il 42% delle transazioni corporate. Infatti, le principali operazioni di M&A sono state concluse da L Catterton che, tramite il veicolo Crown BidCo ha concluso il delisting di Tod’s per un controvalore di oltre 500 milioni di euro, seguita dall’acquisizione di Style Capital che ha rilevato il 50,2% del brand Autry da Made in Italy Fund. La stessa Style Capital, secondo voci di settore, avrebbe nel mirino il brand francese di Jacquemus, che aveva già palesato di essere alla ricerca di un socio di minoranza per sviluppare la divisione retail dopo e che ha appena concluso quella nel beauty con il colosso L’Oréal.

PwC, valore delle transazioni annunciate da operatori strategici e finanziari a livello mondiale

Oltre ai fondi di private equity, i deal più rilevanti del settore sono stati Supreme (ex VF Corporation) rilevato dal colosso italo-francese dell’eyewear EssilorLuxottica in un’ottica di diversificazione del portafoglio, per un corrispettivo di 1,5 miliardi di dollari; il passaggio di Trussardi al Gruppo Miroglio e l’ingresso di Nessifashion di Marco Bizzarri nel capitale di Betty Blu, titolare del marchio Elisabetta Franchi. Non è passato inosservato neanche l’investimento di Lvmh in Double R (holding di Remo Ruffini) per rafforzare la sua posizione in Moncler e l’acquisizione di Goldenpoint da parte di Ovs. C’è poi l’acquisizione della quota di maggioranza di Carlo Pignatelli da parte della holding operativa Gd degli imprenditori Francesco Gianfala e Riccardo di Battista.

Nel settore watches&jewellery, invece, ha attirato l’attenzione di investitori esteri, con l’acquisizione dei diritti esclusivi di distribuzione del marchio Roberto Coin da parte di Watches of Switzerland Group per circa 130 milioni di dollari e la conclusione dell’acquisizione dell’azienda valenzana Vhernier da parte di Richemont per 118 milioni di euro.

Non solo Made in Italy però. Oltralpe, le principali operazioni annunciate a livello internazionale sono state l’acquisizione da parte di Authentic Brands di Champion da Hanesbrands completata a settembre 2024 e, nell’ambito delle operazioni distressed, l’acquisizione di Yoox Net-a-Porter (Ynap) da parte di Mytheresa dal conglomerato svizzero Richemont a novembre 2024. Tra gli M&A più rilevanti non vanno dimenticate le operazioni di Whp Global, che ha acquisito l’intera proprietà intellettuale di Vera Wang, l’acquisizione di About You da parte di Zalando e le due cessioni di Lvmh: Off-White a Bluestar Alliance e Thomas Pink a Icon Luxury GroupCP Brands Group.

Venendo al 2025, l’anno è stato inaugurato con l’acquisizione del brand americano True Religion da parte della private equity Acon Investments, di Kapital da parte di L Catterton che ne ha acquisito una quota di maggioranza e della vendita del 100% del brand francese specializzato in kidswear Bonpoint al conglomerato cinese Youngor Group.  Risale invece alla fine di gennaio l’acquisizione di Hebe Studio e del brand kidswear Nanán da parte della holding italiana J. Jardin, a cui fanno capo anche i marchi Hibourama, specializzato in borse e accessori, e la label femminile Mvp Wardrobe di Maria Vittoria Paolillo.

Altri accordi sono quasi certamente all’orizzonte. Su tutti, la cessione di Versace e Jimmy Choo di Capri Holdings per focalizzarsi su Michael Kors (che rappresenta quasi il 70% dei ricavi), dopo che la vendita a Tapestry è stata bloccata dall’amministrazione dell’ex presidente americano Joe Biden. Tra i deal già annunciati, riflettori puntati anche su Golden Goose, di cui è stata venduta una quota di minoranza all’investitore finanziario Blue Pool, sul fondo Permira che ad ottobre 2024 ha rilevato il 40% di K-Way e su Kering che ha venduto ad Ardian il 60% di tre asset immobiliari di pregio a Parigi per un valore di 837 milioni di euro.

Per PwC, nel 2025 si attendono inoltre ulteriori operazioni che vedono brand del lusso ampliare la propria presenza nei settori del food e hospitality come testimoniano l’acquisizione da parte di Kering dello storico immobile di via Montenapoleone a Milano e dell’investimento di Lvmh nel celebre bistrot parigino Chez L’Ami Luis, oltre a varie partnership di natura commerciale di alcuni brand italiani e internazionali con beach bar e resort.

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Nel frattempo, ad alimentare la vivacità del settore ci sono anche due start-up che hanno recentemente ricevuto valutazioni milionarie. Si tratta del marchio di Kim Kardashian, Skims, che secondo la stampa internazionale avrebbe una valutazione di circa 4 miliardi di dollari, e del produttore di abbigliamento sportivo Vuori valutato circa 5,5 miliardi di dollari. Come evidenziato anche dal Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2024 di Deloitte, le operazioni di M&A potrebbero coinvolgere molto di più le Pmi piuttosto che il settore del lusso in quanto rappresentano una forza economica fondamentale, soprattutto in Italia, per il contributo all’economia. A conferma di ciò, per la società di consulenza risulta che l’83% dei fondi sta valutando investimenti in un asset di fashion&luxury in particolare, per il settore manifatturiero di abbigliamento e accessori.

 

*notizia modificata il 10 febbraio alle ore 16



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