27 arresti, ci sono 4 minorenni

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Un colpo durissimo alla camorra è stato assestato questa mattina dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Castello di Cisterna, con un blitz che ha portato all’arresto di 27 persone, tra cui quattro minorenni. L’operazione, condotta su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha colpito due clan rivali, Ferretti e Cipolletta, in lotta per il controllo del territorio e del mercato della droga nell’area di Pomigliano d’Arco e nelle zone limitrofe. I reati contestati, aggravati dal metodo mafioso, vanno dall’associazione di tipo mafioso alla tentata estorsione, dall’estorsione al traffico di stupefacenti, passando per tentato omicidio, usura, sequestro di persona e perfino pubblica intimidazione con uso di armi. Un quadro criminale che ha rivelato la pericolosità e la pervasività della camorra nella zona, con il coinvolgimento attivo di giovanissimi che aspiravano a scalare i ranghi dell’organizzazione malavitosa.

MINORENNI ARRUOLATI DAL CLAN – Il procuratore dei minorenni di Napoli, Patrizia Imperato, ha evidenziato il coinvolgimento di quattro ragazzi, tra cui uno particolarmente spregiudicato, che aveva persino tatuato sul polso il nome del clan Cipolletta. “Era intraneo al clan per il quale svolgeva compiti fiduciari”, ha spiegato Imperato, sottolineando come il giovane mostrasse “senso di fierezza e di appartenenza al gruppo criminale”. Un altro dei minori arrestati è il figlio di un affiliato morto mentre tentava di bruciare un’auto rubata. Secondo gli investigatori, i giovani arrestati erano particolarmente violenti e “esageravano le loro azioni per accreditarsi e ottenere l’up-grade”, ovvero un avanzamento nella gerarchia criminale.

GRATTERI: “IL SINDACO E’ STATO SMENTITO” – Alla conferenza stampa era presente anche il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che ha sottolineato l’importanza delle intercettazioni per l’indagine: “Abbiamo trovato e sequestrato 90mila euro, quindi le intercettazioni ce le siamo pagate”, una frecciata indiretta alle posizioni del ministro Nordio, che da tempo mette in discussione l’utilizzo delle intercettazioni nelle indagini. Gratteri ha anche spiegato che i clan utilizzavano droni per far arrivare droga e telefonini in carcere, strumenti con cui i boss comunicavano con l’esterno per coordinare le attività criminali. Il procuratore è ha affrontato anche un tema spinoso: la negazione della presenza della camorra da parte del sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo. “Il sindaco ha detto che da decenni non c’era camorra a Pomigliano: lui è stato sindaco più volte e ha certificato l’assenza del fenomeno. Mi pare che sia stato smentito”, ha dichiarato Gratteri. Il generale dei carabinieri Biagio Storniolo ha aggiunto che nel territorio ci sono state “diverse proposte di interdittive antimafia riguardanti imprese della zona”, rafforzando il quadro di un tessuto criminale radicato.

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LE REAZIONI POLITICHE – L’operazione ha riacceso le polemiche sulla presenza della camorra a Pomigliano d’Arco. Nel maggio scorso, il sindaco Raffaele Russo aveva dichiarato che nella sua città “non esiste alcun clan camorristico”, una posizione che aveva provocato un duro botta e risposta con Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, che lo invitò a una “maggiore prudenza e cautela”. Dopo gli arresti, Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, ha attaccato duramente Russo: “C’è ancora qualcuno disposto a sostenere che a Pomigliano la camorra non esiste? Il minimo che il sindaco può fare ora è chiedere scusa alla città”. Sulla stessa linea anche Carmela Auriemma, deputata del Movimento 5 Stelle: “Questi arresti aprono uno scenario agghiacciante sulla città e rendono gravissime le parole del sindaco, che negava l’esistenza della camorra”. Gianluca Cantalamessa (Lega) ha sottolineato che il blitz dimostra che “non c’è più spazio per la mafia e i suoi traffici illegali”.

IL SINDACO: “MAI NEGATO LA CAMORRA” – Il sindaco di Pomigliano Raffaele Russo, in una lettera indirizzata a Gratteri, ha provato a chiarire la sua posizione: “Le mie parole sono state male interpretate, probabilmente a fini strumentali. Ho sempre specificato che la camorra non esiste all’interno del Palazzo Municipale e che non vi è alcun episodio che possa legare l’attività della criminalità organizzata con l’amministrazione comunale”. Sarei inoltre grato – conclude Russo nella missiva a Gratteri – se volesse concedermi l’opportunità di esporle di persona, presso la Procura, la mia posizione in merito e di raccontarle con dovizia di particolari ogni aspetto della vicenda, così da poter chiarire al meglio la questione”. Nonostante le polemiche, l’Amministrazione comunale ha espresso il suo plauso per l’operazione: “L’impegno costante delle forze dell’ordine rappresenta un baluardo fondamentale per la sicurezza dei cittadini e per l’affermazione della legalità”, si legge in una nota ufficiale.  Il Comune ha anche annunciato l’inaugurazione, sabato prossimo, di un nuovo comando della Polizia Locale, definito “un presidio di legalità e sicurezza”. Nel frattempo si attende l’esito delle indagini della commissione d’accesso, nominata lo scorso dicembre per verificare eventuali infiltrazioni criminali nell’amministrazione locale.



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