Continua la lotta dei No Snam contro la Linea Adriatica

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Attivisti e cittadini No Snam sono tornati a manifestare la loro opposizione alla centrale e al metanodotto della multinazionale del gas. Circa 300 persone si sono radunate a Case Pente di Sulmona, davanti all’ingresso del cantiere dove sono in corso i lavori per la costruzione dell’impianto di compressione che dovrebbe spingere il metano lungo i 425 chilometri della Linea Adriatica fino a Minerbio, in provincia di Bologna.

Per esprimere con determinazione la volontà di continuare una lotta che dura da 17 anni contro la più grande infrastruttura fossile in corso di realizzazione in Italia, insieme al gruppo storico di Sulmona c’erano ambientalisti provenienti dall’Aquila, da Pescara, dalla provincia di Teramo, da Roma, dalle Marche e dall’Umbria.

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Tra i numerosi interventi che si sono susseguiti durante il sit-in, davanti ad una nutrita presenza di forze di Polizia, quelli di Mario Pizzola dei comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, di Renato Di Nicola della campagna Per il clima fuori dal fossile, di Fernando Galletti degli Usi Civici di Paganica, di Giovanni Damiani di Italia Nostra, di Francesco Marrelli segretario Cgil della provincia dell’Aquila, di Emanuele Amadio del comitato No Snam L’Aquila, di Aldo Cucchiarini del comitato No Tubo Marche,  di Aldo Tosi dei No Snam dell’Umbria e di Mario Viola di Mountain Wilderness.

Tutti hanno rimarcato l’assurdità di un’opera destinata ad incrementare gli impianti fossili in un’epoca in cui invece si dovrebbe cominciare a dismettere tali impianti, stante il crollo dei consumi di gas in Italia e in Europa e la necessità improrogabile di combattere la crisi climatica i cui effetti disastrosi sono sempre più evidenti.

Spendere 2 miliardi e 500 milioni per un’opera inutile, che sarà pagata con 375 milioni del Pnrr e per il resto graverà per almeno 50 anni sulle bollette dei cittadini, è un vero e proprio crimine economico; si tratta di una somma ingente che potrebbe, invece, essere  utilizzata per lo sviluppo delle fonti energetiche pulite e rinnovabili, per le comunità energetiche, per la riconversione ecologica dell’economia e per mettere in sicurezza il territorio italiano. 

E’ stato evidenziato che Linea Adriatica non è solo un’opera anacronistica ma anche pericolosa e dannosa. Basti dire che il mega gasdotto attraverserà le aree più altamente sismiche dell’Appennino e quelle a rischio idrogeologico della Romagna. Il suo interramento comporterà la devastazione di aree di grande qualità ambientale e in cui sono presenti specie a rischio di estinzione come l’orso bruno marsicano; secondo un calcolo prudenziale lungo la dorsale appenninica le ruspe della Snam abbatteranno due milioni di alberi. 

La centrale di Sulmona sarà costruita su un importante sito archeologico, in cui sono state rinvenute 120 tombe dell’età protostorica e precristiana oltre a edifici e una strada di epoca romana. Su autorizzazione del Ministero della Cultura la Snam ha incredibilmente distrutto le tracce di un antichissimo villaggio di 40 capanne risalenti a circa 4200 anni fa. I lavori della centrale sono stati  avviati nel marzo 2023 senza aver adempiuto alle prescrizioni ante operam e proseguiti con una autorizzazione scaduta. Gli ambientalisti ne hanno denunciato l’illegalità ma nessun provvedimento è stato adottato finora dalla magistratura.

Negli interventi è stato ribadito il forte legame tra fonti fossili e guerra. Non a caso Israele e Stati Uniti vogliono impadronirsi della striscia di Gaza, dove nel mare antistante è stato scoperto un rilevante giacimento di gas.

Dopo il sit-in si è formato un corteo che ha percorso il perimetro della centrale in costruzione. Alle recinzioni del cantiere sono stati collocati numerosi cartelli con scritte quali “No Snam”, “Questo cantiere è illegale”, “Fuori la Snam dal nostro territorio”, “Noi la nostra terra non la svendiamo”, “Non siamo una colonia della Snam”, “Metano killer del clima”. Al termine della manifestazione gli ambientalisti hanno tenuto una assemblea molto partecipata per decidere ulteriori iniziative di lotta contro l’ecomostro della Snam.



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