Nova Gorica – Gorizia “Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera Go! 2025”

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e la Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, hanno partecipato sabato 8 febbraio all’inaugurazione di Nova Gorica – Gorizia “Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera Go! 2025”. Solidarietà‘, concordia, cooperazione e dialogo antidoti ai conflitti razziali, bellici ed economici

Stefano Stefanini

NewTuscia  – ROMA – Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e la Presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, hanno partecipato sabato 8 febbraio all’inaugurazione di Nova Gorica – Gorizia “Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera Go! 2025”. La cerimonia si è svolta in piazza Transalpina, situata al confine tra Nova Gorica, in Slovenia, e Gorizia, in Italia.

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Un segno tangibile della volontà di proseguire insieme, Italia e Slovenia, un cammino di collaborazione e di pacificazione civile, sociale e culturale tra i due Paesi.

Intervento del Presidente della Repubbblica Sergio Mattarella all’inaugurazione della “Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera Go! 2025“a Nova Gorica/Gorizia l‘ 8 febbraio 2025.

Signora Presidente, cara amica Nataša,

signori Sindaci di Nova Gorica e Gorizia,

autorità slovene e italiane,

care cittadine e cari cittadini di Slovenia e d’Italia,

concittadine e concittadini europei,

ringrazio la Presidente Pirc Musar, anzitutto per le parole che ha adoperato nei confronti miei e dell’Italia, e per avermi invitato a condividere con lei questo momento storico per due città, Nova Gorica e Gorizia, per la Slovenia e l’Italia e per tutta l’Unione Europea.

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Desidero esprimere convinto apprezzamento agli organizzatori, alle autorità locali, ai rappresentanti delle istituzioni europee presenti, per il lavoro svolto in piena intesa e con lungimiranza per portare a compimento un progetto lanciato su questa piazza nel 2021 ma che affonda le sue radici nel lungo percorso di amicizia e riconciliazione di cui i nostri due Paesi, Signora Presidente, sono stati protagonisti e di cui possiamo essere orgogliosi.

In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e da conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale, Slovenia e Italia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione.

Nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, ha osservato “non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli”.

Con questo spirito abbiamo affrontato le pagine del dopoguerra, per scriverne una nuova e nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito, e costruiscono, insieme.

In questo percorso due elementi hanno fornito un contributo determinante: la comune appartenenza all’Unione Europea e la cultura condivisa dai nostri popoli.

Con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, venti anni or sono, i nostri Paesi si sono ricongiunti in un percorso condiviso: la Repubblica Italiana è stata lieta di poter sostenere e accompagnare il processo di adesione, affinché i due popoli si ritrovassero a contribuire a un destino comune.

Lavorando fianco a fianco nelle Istituzioni Europee si è consolidata la fiducia reciproca e vi è maturato senso di appartenenza e di una ulteriore identità: la comune identità europea.

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Le differenze, le incomprensioni, hanno lasciato il posto a fattori che uniscono.

Questo esprime il grande valore storico della integrazione Europea.

Una cultura con tante preziose peculiarità nazionali, con più lingue, ma una cultura comune: quella che, insieme, quest’anno le due città celebreranno.

Nova Gorica e Gorizia ambiscono a celebrare la cultura dei confini.

Con Chemnitz, in Germania, Nova Gorica è stata scelta come Capitale europea della cultura 2025 e la città slovena ha voluto lanciare con la gemella Gorizia una sfida: proporsi come esperienza di cultura attraverso la frontiera.

Se la cultura, per definizione, non conosce confini, essa nasce, pur sempre, come espressione di una comunità ma aperta alla conoscenza, alla ricerca comune, ai reciproci arricchimenti

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Sconfitti gli orrori dell’estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa, riemergono i valori della convivenza e dell’accoglienza.

Sono i valori che possono opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina.

Essere Capitale europea della cultura transfrontaliera – la prima con questa esperienza – significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, dove si diffondono ombre, incertezze e paure. Significa che Nova Gorica e Gorizia indicano una strada di autentico progresso.

È un compito che comincia oggi e per il quale mi affianco, con sincera e grande amicizia, alla Presidente Pirc Musar nell’augurarvi ogni successo.

Sergio Mattarella

Il Museo del Ricordo a Roma Foibe. Il ministro della Cultura Giuli e il presidente della regione Lazio Rocca: “Il Museo del Ricordo è legge, a Roma un luogo simbolo di memoria nazionale condivisa“

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca lo scorso 17 ottobre 2024 hanno espresso la loro soddisfazione per l’approvazione definitiva, in Commissione Cultura alla Camera, in sede legislativa, del disegno di legge che istituisce a Roma il Museo del Ricordo. Il ddl, varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 31 gennaio su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro della Cultura, prevede lo stanziamento di otto milioni di euro e la nascita di una Fondazione, di cui faranno parte come soci fondatori il MiC, la Regione Lazio, Roma Capitale e la Regione Friuli-Venezia Giulia.

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“Ricordare significa “riportare al cuore”. Oggi, con l’approvazione definitiva della legge che istituisce il Museo del Ricordo nella Capitale, riportiamo nel cuore della nostra Nazione una storia troppo a lungo nascosta. Lo facciamo celebrando in questo modo anche il ventesimo anniversario dell’approvazione della legge n. 92 del 30 marzo 2004, che ha istituito il Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Legge storica, che il Parlamento ha di recente implementato e che ha consentito di spezzare quella congiura del silenzio che per troppo tempo ha avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo nell’oblio e nell’indifferenza. Ringrazio il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il mio predecessore Gennaro Sangiuliano, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, per aver promosso questa iniziativa. E deputati e senatori che hanno sottoscritto, in maniera unanime, questa proposta. Il cammino della memoria prosegue, e siamo già al lavoro per organizzare nel 2025 una grande mostra al Vittoriano dedicato all’esodo giuliano-dalmata. Rinnovo il mio affetto e il mio ringraziamento per lo straordinario lavoro portato avanti dalle associazioni degli esuli, instancabili testimoni del ricordo”, dichiara il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.

“Finalmente il Museo del Ricordo sorgerà, in un importante spazio della Regione Lazio che sarà riqualificato ad hoc, colmando un vuoto durato troppo a lungo. Roma, Capitale d’Italia, e il Lazio, divengono custodi e promotori di una doverosa memoria collettiva e nazionale. Gli orrori generati dai totalitarismi del XX secolo devono farsi testimoni concreti e attuali presso le giovani generazioni e, soprattutto, presso quelle del futuro. Ringrazio, innanzitutto il Presidente del Consiglio per aver sostenuto sin da subito questa iniziativa, l’ex Ministro Sangiuliano per lo sviluppo dell’ambizioso progetto e il Ministro Giuli per aver dato continuità a questo lavoro sinergico. Il Museo del Ricordo è un progetto che, nel suo iter parlamentare, si è arricchito di partner importanti come Roma Capitale e la Regione Friuli Venezia-Giulia. Finalmente, in Italia e con una iniziativa votata all’unanimità, sorgerà un luogo-simbolo in grado di ricostruire non solo la storia del dramma vissuto dai nostri connazionali del confine orientale nel corso di tutto il ‘900, ma di far emergere dall’oblio tutti i ‘ricordi’ cancellati dalla storia. È un dovere morale cui la Regione ha sempre creduto fermamente”. Lo afferma il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato 31 gennaio 2024 il disegno di legge che istituisce a Roma il „Museo del Ricordo“ con lo scopo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra.

Queste le dichiarazioni del presidente Francesco Rocca che ha commentato l’approvazione nel gennaio del 2024, in Consiglio dei Ministri, del disegno di legge per l’istituzione del Museo del Ricordo a Roma.

«Il Governo ha dato il via libera a un testo per far nascere il Museo del Ricordo. Roma, Capitale d’Italia, e il Lazio, divengono custodi e promotori, in tal modo, di una doverosa memoria collettiva e nazionale. Gli orrori generati dai totalitarismi del XX secolo devono farsi testimoni concreti e attuali presso le nostre giovani generazioni e, soprattutto, presso quelle del futuro. Abbiamo, perciò, sviluppato questo ambizioso progetto con il Ministero della Cultura che vedrà presto sorgere, a Roma, un luogo-simbolo non solo del dramma vissuto dai nostri connazionali del confine orientale nel corso di tutto il ‘900, ma ospiterà e farà emergere dall’oblio tutti i ‘ricordi’ cancellati dalla storia. È un dovere morale cui la Regione crede fermamente»

 

 

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