Metro a Monza, slitta l’avvio lavori (e resta il tema degli extracosti)

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È l’eterna incompleta, anzi, più la si brama più sembra allontanarsi. Si sposta (ancora) un po’ più in là l’arrivo della metropolitana M5 da Milano a Monza, l’opera che i brianzoli e i monzesi attendono e le cui sorti sembrano complicarsi sempre più. Secondo il nuovo cronoprogramma presentato dal Comune di Milano e accolto da Regione Lombardia, l’avvio dei lavori slitta a settembre 2027, a discapito del 31 dicembre 2026, iniziale data vincolante. Di conseguenza, il fine lavori andrebbe a marzo 2033, con la conclusione dei collaudi e l’entrata in servizio nel dicembre 2033. A complicare il quadro gli extracosti, circa 400 milioni da trovare per non bloccare l’intero iter. E su come uscire da questo impasse maggioranza e opposizioni in Regione hanno le idee molto diverse (tra cui quella di nominare un commissario straordinario).

M5, Regione approva il cronoprogramma del Comune di Milano

A parole, la volontà di realizzare il collegamento metropolitano dal capoluogo alla città di Teodolinda, sembra essere condivisa da tutti; eppure le responsabilità dei ritardi dell’avvio si rimbalzano tra comuni, regione e governo. I nodi, i tempi e le risorse economiche. Nella giornata di ieri , lunedì 10 febbraio, si sono riunite le commissioni bilancio e infrastrutture del consiglio regionale della Lombardia per un’audizione chiesta dai consiglieri del PD, sul prolungamento della linea M5 fino a Monza. Regione, tramite l’assessora alle infrastrutture Claudia Maria Terzi ha confermato il proprio impegno finanziario di 283 milioni di euro per realizzare il prolungamento e accogliendo la richiesta del Comune di Milano di una nuova tempistica. “Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha spiegato Terzi – ha autorizzato lo spostamento dell’obbligazione giuridicamente vincolante al 31 dicembre 2026, ricalendarizzando le attività. Ora l’avvio dei lavori è previsto a settembre 2027 e il fine lavori a marzo 2033, con la conclusione dei collaudi e l’entrata in servizio nel dicembre 2033. Queste sono le nuove tempistiche richieste dal Comune di Milano, traslate rispetto a quelle iniziali”.

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Regione ha poi chiesto al comune di Milano, che è il soggetto attuatore dell’opera, di presentare i documenti relativi agli extra costi. “L’allungamento dei tempi e l’aumento dei costi non è certo una responsabilità imputabile a Regione. Anzi, da parte nostra c’è la volontà di sbloccare l’avvio dei lavori”.

La posizione del PD: “Regione metta ceto milioni dai risparmi della Legge 9”

Eppure per il gruppo del Partito Democratico in Regione, la giunta Fontana potrebbe fare di più. “Metta cento milioni dai risparmi della legge 9, il piano Lombardia approvato in epoca Covid, per il prolungamento della M5 fino a Monza”, hanno chiesto all’unisono i consiglieri dem Gigi Ponti e Pietro Bussolati durante l’audizione. “L’impegno maggiore del governo è indispensabile per coprire le necessità economiche che nel frattempo sono aumentate. Anche la Regione può fare la sua parte, utilizzando le risorse previste e non spese per la legge 9. Ci attendiamo che tutti i parlamentari, di ogni schieramento, sostengano questo impegno nelle sedi opportune. Il Pd ha sempre voluto quest’opera e continuerà a lavorare per arrivare all’obiettivo.”

Bussolati e Ponti in audizione

Secondo l’onorevole Silvia Roggiani, segretaria regionale del Pd Lombardia e componente della commissione bilancio della Camera, “l’unico atto vero che c’è stato fino ad ora da parte del Governo Meloni è stato il taglio di sette milioni in tre anni per il prolungamento della M1, taglio non ripianato nonostante il mio emendamento ad hoc, che è stato respinto dalla maggioranza. C’è un ordine del giorno del centrodestra per stanziare 300 milioni in dieci anni, ma non è con un ordine del giorno che un ente può fare programmazione. Occorrono stanziamenti a bilancio ed è ciò che chiediamo al Governo per dare una prospettiva a quest’opera”.

Sassoli (Lombardia Migliore): “Regione non è un bancomat. Milano inadeguata serve un Commissario Straordinario”

Per la brianzola Martina Sassoli, consigliera di Lombardia Migliore il problema, invece, è la città di Milano che si è dimostrata “non è in grado di guidare il progetto”. Allora, per Sassoli, serve che il governo nomini un Commissario. “Il problema potrebbero non essere i soldi, ma la volontà politica – tuona la consigliera di Lombardia Migliore. – I soldi si possono e si devono trovare, per un’opera così indispensabile che costituisce un volano essenziale per l’ambiente, ma anche per lo sviluppo economico della Brianza. Mi domando però, se, a fronte di queste risorse il Governo così come Regione Lombardia non possano chiedere – da subito – la nomina di un Commissario Straordinario per l’Opera. Il Comune di Milano si è mostrato inadeguato, a differenza degli straordinari tecnici di MM che da anni stanno seguendo questa partita, a tenere fede ai cronoprogramma concordati tra enti, ma, soprattutto, i cui esiti sono attesi dai cittadini. Se Milano guarda solo a se stessa, i monzesi non possono pagarne lo scotto”.

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