La Sardegna di Vinodabere: grande entusiasmo e desiderio di scoperta alla sua terza edizione

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Il 18 e il 19 gennaio si è svolto presso l’Hotel Belstay di Roma, la Sardegna di Vinodabere, evento organizzato con un focus sulla Sardegna. Oltre 600 le presenze, più di 200 le etichette, 170 operatori di settore, e 100 comunicatori del vino, tra appassionati e giornalisti.
Con 47 cantine ai banchi di assaggio, dove sono stati presenti i vignaioli, è stato possibile fare un viaggio attraverso i sensi, dunque, tra le produzioni provenienti dai territori di Alghero, Anglona, Gallura, Mamoiada, Mandrolisai, Jerzu e Ogliastra, Oliena, Orgosolo, Oristanese, Romangia, Sulcis e sud Sardegna.
L’impressione che abbiamo avuto è quella di un entusiasmo imperante, un desiderio forte di conoscere la Sardegna vitivinicola che rappresenta un vero e proprio continente a sé, con la sua ricchezza di suoli e esposizioni vantaggiose, qui il vino è un elemento naturale che non fatica a esprimersi al meglio.

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Andremo a raccontarvi impressioni e assaggi soltanto di alcune delle numerose cantine proposte, partendo da una delle zone a cui siamo più affezionati, Mamoiada, nel cuore dell’isola, con Cantina Crisponi, di cui assaggiamo Barbagia Igt Rosso, Ghirada Elisi, 2022, e Barbagia Igt Rosso, Visera 2022. Le vigne qui hanno dai 20 ai 100 anni, si fa uso del tonneau, per una produzione di 4000 bottiglie. Nel calice percepiamo la grande evoluzione del Cannonau e il vino risulta corposo, avvolgente, persistente il frutto. In particolare, Ghirada Elisi proviene da un vigneto centenario, si esprime deciso e forte, con sentori di macchia mediterranea e tannini in evidenza.

Cantina Teularju

Cantina Teularju, in un territorio bellissimo a ridosso del monte Gonare che ha fatto sognare la famiglia Francesco Sedilesu e Rosa Muggittu al primo sguardo. L’azienda è suddivisa in 5 Ghiradas, che in sardo mamoiadino indicano in pratica i Cru francesi. L’obiettivo dell’azienda è proprio fare i vini di Ghirada, vinificando i singoli appezzamenti.

Vini Cantina Teularju

Cara Gonare è la ghirada più piccola e il vino è affinato in botti da 20 hl, la gradazione è ottima, contenuta, il tannino importante e deciso, al naso e in bocca un vino molto identitario con forte presenza di frutto e spezie. Il terreno a circa 700 metri si presenta granitico e le escursioni sono importanti.

Tre Biddas

Ci spostiamo a Mandrolisai con l’azienda Tre Biddas, anche questa una zona da noi molto amata, a 550 metri di altitudine. Per la produzione di Vermentino si utilizzano uve da vigneti molto vicini al mare. Il Rosato Mandrolisai Doc (Doc dal 2023), Delicau, esprime un ottimo naso con gentile speziatura al palato, molto gentile e fresco. Abbiamo il Mandrolisai Rosso Ispantu 2020, che ricordiamo essere fatto da uve Muristeddu, Cannonau e Monica, con 10 mesi di barrique di rovere. Per l’annata 2021 il Mandrolisai Doc Superiore Tre Biddas, con dodici mesi di tonneau e altrettanti di bottiglia, vino dal grande temperamento, corposo, avvolgente, iconico dell’azienda.

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Nell’Oristanese vi raccontiamo una piccola realtà, quella di Agricola Niuge, con il Rosso Isola dei Nuraghi Igt 2022 e 2020, da vecchie vigne ad alberello tra i 450 e i 600 metri. Il colore è intenso e la struttura del vino importante, a base Cannonau, racchiude in sé le caratteristiche di un terroir tipico, prevalentemente argilloso sulle basse altitudini e granitico salendo. Tra i vitigni autoctoni troviamo il Muristellu e Nuragus che raccontano la storia vinicola sarda. Il bianco 2023 viene fatto da uve Nuragus che è una varietà antichissima e spicca per i sentori floreali e frutto bianco, esemplari la mineralità e la freschezza grazie ai suoli granitici.

Alberto Loi

Con Alberto Loi arriviamo nella zona di Jerzu e Ogliastra, con una produzione che racconta la Sardegna a 360 gradi. Assaggiamo un Cannonau vinificato in bianco, Igt Isola dei Nuraghi Bianco Leila 2021, dal colore dorato cristallino. Il naso è molto intenso, con nuance di fiori bianchi ed erbe mediterranee, si percepiscono note di frutta estiva, ed è molto fresco. Ottimo il finale persistente. Il Cannonau 2021 mantiene una grande acidità, ed è con la Riserva del 2019 Cardedo che la varietà si esprime al suo meglio, intenso al naso, in bocca frutta matura e confettura, un finale di spezie e molto lungo. Il Vermentino è una bandiera di assoluta qualità, Theria 2023, ha un profilo molto caratteristico e la buona acidità promette un certo slancio, freschezza e dinamicità. Eccellente e iconico.

Tenute Rossini

In Anglona a nord ovest della Sardegna, a Laerru esattamente troviamo Tenute Rossini, nata da una realtà legata all’apicoltura, la produzione di vino è stata incrementata grazie all’intraprendenza di Massimo e Fausto, coinvolgendo anche la mamma Dora inizialmente poco convinta. Massimo è tornato da Londra dove aveva un’attività commerciale di successo, mosso dalla passione e dall’amore per la terra e il ricordo del padre. A lui che aveva fondato l’azienda hanno dedicato una bottiglia, Cannonau di Sardegna Doc, Rolù, omaggio al nome Luigi Rossini, un vino ampio e intenso che mantiene vivi tutti i sentori della varietà. Il Bodale, Cannonau di Sardegna, Riserva 2021, affinato in botti di rovere, sempre molto intenso con note di frutto e spezie finali. Molto particolare il Pedra Cuada, Cagnulari Isola dei Nuraghi Igt, e infine una menzione a Uttiu, Syrah Isola dei Nuraghi Igt 2019, dal bel rosso porpora, sentori di pepe nero, cioccolato, i tannini sono vellutati, vino caldo e accogliente. Una chicca dell’azienda è sicuramente Nacchinono, Isola dei Nuraghi Igt, 2019, vino fatto da Cannonau, Cabernet Sauvignon e Syrah, che Massimo Rossini definisce un vino fatto di testa sua per utilizzare tutte le varietà migliori e creare un prodotto che andasse un po’ contro gli schemi.

Cantina Pedres

Cantina Pedres si trova nella zona della Gallura, il Vermentino di Gallura Superiore Thilibas 2023 è un vino autentico, profumato, minerale e dalla nota evidente di fiori bianchi. La persistenza sul finale è molto appagante. Il Vermentino Superiore Antonella Collection 2023 è un vino di altissima qualità, matura in barriques e sviluppa note di agrumi, vibrante acidità, al palato è pieno e intenso. Ottimo. Ci ha colpito il Cagnulari Isola dei Nuraghi Igt, 2021, matura in barriques di rovere francese, ha profumi di prugna matura e note di pepe nero, molto elegante e complesso.

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Tenuta Paltusa

Tenuta Paltusa, sempre in Gallura, è protagonista di una bella storia che parte dal 1760 quando una famiglia di carbonai dalla Toscana si trasferisce in queste terre. Lo stazzo viene abbandonata negli anni Settanta e poi recuperato nel 2010, il suolo è granitico, ricco di scheletro e molto minerale. Il Vermentino 2021 La Contra ha note di frutta gialla, erbe aromatiche, elegante e ammandorlato sul finale. Assaggiando le annate 2022 e 2023 si percepisce una grande cura nella produzione che mira ad aspettare l’affinamento del Vermentino, progetto in cui la famiglia crede fermamente. A incuriosirci è il Rosso Frati Gherra, Colli del Limbara, Nebbiolo 2021, che fa cemento per un anno e mezzo e una piccola parte in legno, per la Riserva si aspettano le annate migliori e l’affinamento avviene per tre anni in legno. Il colore è rosso rubino, fruttato e arricchito da erbe selvatiche, dal bel tannino, persistente e longevo.

Unmaredivino

Un’ultima tappa la dedichiamo a Unmaredivino di Gioacchino Sini, in Gallura, con caratteristiche di terroir che vanno dal granito al calcareo-marnoso. Il Vermentino 2023 è armonico e minerale, mentre il Superiore 2023 viene da vigne con esposizione a nord-ovest verso il maestrale, con profumi di macchia mediterranea e fiori gialli, molto originale. Il Rosato dei Colli di Limbara, Terra e Mare 2021 da uve Carignano e Sangiovese, molto morbido, elegante, avvolgente e dinamico grazie a una vena fresca a sapida che gli dona un certo slancio. Proviene da un vigneto storico su terreno di granito. Passiamo a un rosso di bella struttura, Colli del Limbara 2020, Rosso Smeraldo, da quello che definiamo un taglio bordolese gallurese, con uve Carignano, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, con Muristellu e Sangiovese grosso in piccola quantità, affina in acciaio, ha un contatto lungo con le fecce prima di essere imbottigliato. Al naso è molto elegante, sentori intensi di frutta rossa, al sorso è elegante, aromatico, si percepisce una lieve liquirizia. Il Nero Smeraldo, Cannonau di Sardegna 2019, viene da uve coltivate a Berchidda, su calcare e marna. Mantiene un’ottima acidità. Infine, concludiamo con il Passito Isola dei Nuraghi Igt, da uve Moscato, annata 2020, da terreni calcarei e marnosi. La vendemmia è manuale e le uve vengono messe a riposo sui graticci, il vino è poi lasciato a contatto con le fecce per molti mesi. Al naso è intenso di miele, note agrumate, in bocca è lungo e persistente e mantiene una certa acidità che sostiene il sorso glicerico.

Vogliamo fare una menzione speciale anche ai banchi di gastronomia, con la presenza del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, Pasticceria Contorta Cake Lab di Claudia Bussa a Bolotana in provincia di Nuoro e Pasta e Dolci da Simona a Roma.

Un’aria di leggerezza e gioia si è percepita durante tutto l’evento, grazie anche agli organizzatori che sanno sempre interpretare la Sardegna come merita. Un territorio unico, esemplare, dalla varietà territoriale immensa e dalla grande audacia di produttori e aziende, instancabili nel portare avanti le varietà più note ma anche e soprattutto i vitigni meno conosciuti e assolutamente da scoprire.

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Susanna Schivardi



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