ROMA-ADISTA. La Direzione Generale dei Missionari di San Carlo Borromeo – Scalabriniani esprime piena solidarietà alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti e al suo presidente, mons. Timothy Broglio, per la loro chiara posizione in difesa della dignità e dei diritti dei migranti.
In una lettera indirizzata a mons. Broglio, p. Leonir Chiarello, Superiore Generale della Congregazione, insieme a p. Horecio Carlos Anklan, superiore Provinciale della Provincia di San Carlo Borromeo e a p. Giovanni Battista Bizzotto, Superiore Provinciale della Provincia di San Giovanni Battista, hanno manifestato forte preoccupazione per le recenti misure restrittive, che colpiscono chi cerca rifugio e nuove opportunità di vita.
«“Abbiamo seguito con profonda apprensione la decisione dell’amministrazione Trump di intensificare le deportazioni di massa, autorizzando persino le forze dell’ordine a eseguire retate in chiese, ospedali e scuole, luoghi che la tradizione umana e cristiana riconosce come rifugi sacri per i bisognosi. In questo contesto, ci uniamo alla vostra voce per ribadire che la protezione dei migranti e dei rifugiati non è un’opzione, ma un dovere morale”, ha affermato p. Chiarello.
Da 138 anni, i Missionari Scalabriniani operano al fianco dei migranti negli Stati Uniti e in altri 35 Paesi, accompagnandoli nei percorsi di integrazione attraverso parrocchie, centri di accoglienza e assistenza legale e pastorale. «Conosciamo i volti di questi uomini, donne e bambini. Sappiamo delle loro notti insonni, delle paure per il domani, delle lacrime versate per le famiglie divise. Ma sappiamo anche della loro forza, della loro voglia di lavorare, del loro desiderio di contribuire al bene comune», ha continuato p. Chiarello.
Accogliere e governare i flussi migratori con giustizia e umanità è una necessità imprescindibile. «La Chiesa riconosce il diritto e il dovere degli Stati di regolamentare le migrazioni, ma filtrare non significa respingere indiscriminatamente. Un’affluenza incontrollata può creare instabilità sociale, ma una chiusura cieca alimenta solo sofferenza e ingiustizia. Le politiche attuali rischiano di trasformare le famiglie in bersagli, di marginalizzare ulteriormente i più deboli e di minare la coesione della società americana”, ha sottolineato p. Chiarello.
Da decenni, i Missionari Scalabriniani partecipano attivamente al dibattito sulle politiche migratorie statunitensi, attraverso il Center for Migration Studies di New York (CMS) e lo Scalabrini International Migration Network (SIMN), promuovendo una governance che tenga insieme legalità, diritti e inclusione.
Richiamando il passo biblico della Genesi p. Chiarello ha ricordato che la domanda di Dio a Caino – “Dov’è tuo fratello?” – interpella le coscienze di oggi. «Oggi la voce dei migranti respinti, perseguitati, deportati, risuona nelle nostre coscienze. Non possiamo restare indifferenti e chiudere i nostri cuori alla sofferenza di chi bussa alle nostre porte».
In tutto il mondo i Missionari Scalabriniani portano avanti l’insegnamento di San Giovanni Battista Scalabrini, che vedeva in ogni migrante un fratello e una sorella da accogliere, proteggere e accompagnare. Con questo spirito, la Congregazione intende rafforzare la collaborazione con la Chiesa americana, lavorando insieme alla Conferenza Episcopale e alle diocesi in cui è presente per costruire percorsi di integrazione che garantiscano dignità e diritti, offrendo alternative concrete alle politiche di chiusura.
Nel rinnovare la propria vicinanza alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, la Direzione Generale dei Missionari Scalabriniani ribadisce il proprio impegno concreto e sinodale per una società più giusta e solidale, con la certezza che il Signore non abbandona chi opera per la giustizia.
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