Regione, Dagnino: “Ecco la strategia di crescita dell’economia siciliana”

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Forum con Alessandro Dagnino, assessore regionale per l’Economia della Regione siciliana

Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del direttore Carlo Alberto Tregua e del vice presidente Filippo Anastasi, l’assessore regionale per l’Economia della Regione siciliana, Alessandro Dagnino.

Numerose le tematiche affrontate, a cominciare dai conti della Regione e passando per le politiche di rilancio dell’Economia siciliana. Senza dimenticare le strategie destinate agli investimenti.

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Regione dal deficit al surplus per una prima svolta epocale

“Il Bilancio regionale è in forte salute. Nell’ultimo Rendiconto approvato del 2023 abbiamo recuperato una buona parte del disavanzo, che era di oltre 7 miliardi, e adesso residuano 950 milioni di euro. Con il disavanzo storico sostanzialmente recuperato, l’aspettativa, lo vedremo con i dati del Rendiconto 2024 in fase di elaborazione, è l’azzeramento. Se non dovesse accadere con il documento contabile 2024, avverrebbe con il Rendiconto 2025 e a quel punto potremmo passare dal deficit al surplus finanziario da destinare ad altre spese. Sarebbe la prima svolta epocale che si rifletterebbe sul rating della Regione siciliana, quindi sulla capacità di indebitamento per nuovi investimenti. Addirittura, in relazione al rating, la Sicilia ha il BBB+ che, secondo i dati delle Agenzie preposte, è una soglia che non si può ulteriormente migliorare perché, per le loro policy, un Ente territoriale iscritto nella finanza dello Stato non può avere un dato superiore all’organo di livello più alto. E la Regione ha una finanza derivata anche dallo Stato. Però virtualmente avremmo un rating superiore”.

“Per l’elaborazione del prossimo Defr, da definire entro aprile, stiamo partendo dalle analisi econometriche per valutare gli effetti delle decisioni di politica economica. E per avere un quadro su quanto la spesa pubblica vada a beneficio del territorio o per altri. È la metodologia di guardare in maniera scientifica quali sono i settori cui destinare le risorse pubbliche, in modo che possano aumentare il moltiplicatore degli investimenti. La Sicilia deve focalizzare risorse per specializzarsi su alcuni comparti che possono avere un grosso impatto economico, per esempio nel settore delle energie rinnovabili e delle nuove tecnologie”.

Taglio della spesa corrente, più investimenti e una task force per attrarre risorse estere

“Le politiche di sviluppo messe in atto dal Governo regionale hanno fatto stimare per il 2024 un aumento del Pil in Sicilia del 2,2%, prima tra le regioni italiane, secondo i dati dello Svimez. L’occupazione nei primi mesi del 2024 è cresciuta del 4,7%, il dato migliore tra tutte le regioni. Quello che sta accadendo è dovuto a un trend generale nazionale, perché nel post Covid si è creata un’impennata inflazionistica. Adesso i dati per gli anni a seguire, a causa dell’incertezza dello scenario internazionale, sono stimati in diminuzione come trend generale, quindi la Sicilia dovrebbe stabilire politiche espansive di finanza pubblica per consolidare questa crescita ed evitare di non subire le conseguenze dell’atteso ciclo avverso dell’economia”.

“La politica economica è espansiva. Ricordiamo che nell’ultima manovra oltre un quarto del valore è destinato a investimenti. Da qui alla fine della legislatura la politica economica si basa su alcune linee guida principali che sono state scritte nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale di ottobre. Innanzitutto intendiamo avviare una riqualificazione della spesa corrente con maggiori investimenti pubblici a beneficio dell’economia privata e della comunità. Intendiamo sostenere l’economia privata con iniziative che possano favorire l’aggregazione tra le imprese, al fine di renderle maggiormente competitive sul mercato. Come già scritto nella Nadefr e inserito nella Legge di stabilità regionale approvata a dicembre, per favorire l’aggregazione tra imprese abbiamo stanziato in via sperimentale 12,5 milioni che saranno erogati dall’Irfis. L’Istituto svolgerà anche il ruolo di guida per quelle imprese che vorranno avvicinarsi alla forma di investimento del private equity, ancora quasi sconosciuto in Sicilia dalle aziende ad alto potenziale di sviluppo e di crescita, come rilevano recenti studi di analisi di finanza innovativa”.

“Altro punto fondamentale è l’attrazione di investimenti dall’estero. Su questo fronte nella Legge di stabilità 2025/2027 è stata prevista la costituzione di una task force composta da soggetti di elevata qualifica per l’attrazione e la promozione degli investimenti. Il Comitato avrà tra i suoi compiti quello di far conoscere in Italia e all’estero le agevolazioni e le misure di sostegno ai privati che vogliono investire nel territorio regionale, fornire assistenza tecnica alle imprese, raccogliere indicazioni dalle categorie produttive, dai sindacati e dagli altri soggetti interessati alla promozione degli investimenti in Sicilia. Il Comitato riferirà direttamente all’assessore per l’Economia per la valutazione dell’impatto delle attività”.

“L’ultima linea guida è il supporto al consumo di beni durevoli. Le statistiche dicono che aumenta il Pil, ma non i consumi. Su questo fronte, con una contribuzione in conto interessi da parte dell’Irfis, 15 milioni saranno dedicati a sostenere l’acquisto di beni durevoli da parte delle famiglie”.

Valorizzare i giovani talenti per le Università dell’Isola

“Il nostro obiettivo non è soltanto quello di consolidare la crescita a breve termine, ma anche quello di impostare delle linee che garantiscano i propri frutti positivi anche successivamente. Il dato importante è che con la variazione di bilancio di novembre, su una manovra di 560 milioni immessa nell’economia regionale, abbiamo destinato il 90% a investimenti che produrranno uno sviluppo pluriennale, oltre a essere concentrati ad affrontare alcune criticità come l’emergenza idrica e a intervenire nei settori dell’agricoltura e del sociale”.

“Un altro dato fondamentale è l’avere introdotto il prestito d’onore per i giovani talenti. La Regione sosterà gli studenti siciliani più meritevoli attraverso l’Irfis, affinché i giovani più promettenti possano restare all’interno delle Università siciliane e utilizzare le loro competenze per favorire la crescita sociale ed economica della Sicilia”.

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Interventi a beneficio delle comunità locali e maggiore trasparenza nelle erogazioni

“Nella Legge di Bilancio abbiamo messo a disposizione circa 100 milioni di euro destinati ai Comuni per investimenti a beneficio delle comunità locali, per esempio interventi per il decoro urbano, miglioramento delle strade e piazze. La nostra politica è quella di creare utilità nel corso del tempo, piuttosto che dare contributi per interventi microsettoriali. Su 391 Municipi presenti su tutto il territorio siciliano, hanno beneficiato 344 Enti, quindi la maggior parte di essi”.

“Proprio in relazione all’erogazione delle risorse, abbiamo introdotto una norma secondo cui tutti gli enti pubblici e privati, ad eccezione dei Comuni, che ricevono risorse in modo diretto, devono osservare le regole dell’articolo 128 della Legge regionale 11/2010 che disciplina il sostegno economico della Regione siciliana sotto forma di contributo. Tra i criteri richiesti dalla Regione ad associazioni, fondazioni e altri organismi, per accedere ai contributi e assicurare una corretta gestione delle risorse pubbliche erogate, ci sono la presentazione dei bilanci degli ultimi tre anni, una relazione sulla struttura dell’ente, analisi dettagliate sul progetto con cui si partecipa. Anche qui c’è una grande innovazione, perché le iniziative devono essere rendicontate e finalizzate”.





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