Decolla il progetto per rivitalizzare la campagna e “coltivare” i luoghi storici: “Le Strade più belle d’Italia” fanno scoprire il Paese

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Un progetto per rivitalizzare la campagna e “coltivare” i luoghi storici. Si chiama “Le Strade più belle d’Italia” e punta a dare valore ai territori. Una strada non è soltanto un’arteria per spostarsi, ma anche un’opportunità per attraversare e scoprire il Paese. Basta avere occhi da viaggiatori, come avveniva un tempo con il Grand Tour, ed essere disponibili ad apprezzare.


 

(TurismoItaliaNews) Ecco dunque qual è l’essenza del progetto presentato in Bit 2025 a Milano.

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1. Campagna e Paesaggio

La campagna è essenzialmente tre cose: paesaggio, agricoltura e cibo. L’agricoltura è la fonte della nostra alimentazione e gli agricoltori sono i veri custodi del territorio (appena loro lasciano i campi, si verificano i disastri). Il valore del paesaggio è sia estetico-culturale, cioè legato alla percezione del bello, sia ecologico, poiché la sua trasformazione dovrebbe consentire la fisiologica rigenerazione di un habitat equilibrato. L’agricoltura va dunque tutelata soprattutto per il suo contributo ecologico. La valorizzazione della campagna, dei borghi e dei fabbricati rurali può diventare un volano per le economie locali, grazie anche allo sviluppo del turismo rurale, e contribuire a conservare l’eredità storica di uso e cura del paesaggio agrario così come è sempre avvenuto, fino a quando si è affermata l’agricoltura industrializzata che risulta ormai non più sostenibile. La prima strada certificata è la Lovere – Teglio, un percorso mozzafiato che collega la ValCamonica alla Valtellina, unendo borghi, cultura e natura in un viaggio emozionante.

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2. Esperienze

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È possibile organizzare in “esperienze” le suggestioni che ancora ci dà la campagna? L’Italia dei mille borghi, l’Italia rurale, ha infinite esperienze da proporre ai viaggiatori di tutto il mondo. In particolare, ai viaggiatori che amano l’avventura: come William Least Heat-Moon, autore del romanzo Strade Blu, che ha percorso 13mila chilometri sulle strade blu d’America (diverse dalle “strade rosse” che sono le autostrade) senza una meta precisa, cercando i paesini sperduti sulla mappa, attratto dai loro nomi improbabili e felice di parlare con le persone incontrate per strada. L’avventura soddisfa la nostalgia di grandi spazi, la sete di libertà, il sogno di un’esistenza piena. Di “strade blu” o, meglio, “verdi”, anche l’Italia è piena, oltre le tangenziali e i raccordi autostradali. Strade meravigliose che attraversano campi, costeggiano luoghi storici, seguono le ondulazioni delle colline o le linee di costa a strapiombo sul mare, si insinuano nelle montagne o si perdono tra i vigneti.

3. Panorami

Queste strade hanno già tutte, naturalmente, una loro denominazione: Strada Statale 45 bis (o Gardesana Occidentale), Sp 510 del Sebino Orientale, ecc. Alcune hanno anche una denominazione turistica: Strada del Vino Monferrato Astigiano (Sp 71), Strada Panoramica delle Crete Senesi, Litoranea delle Cinque Terre… Dovremmo, però, assegnare alle strade secondarie, alle strade verdi, un ulteriore attestato: non a tutte, ma alle più belle tra loro. Certificare le strade, così come è stato fatto con i borghi da parte dell’associazione I Borghi più belli d’Italia, significa mettere a disposizione del viaggiatore – qualsiasi mezzo egli usi, bici, moto, auto oppure vada a piedi – un forte attrattore turistico. Ci sono dei tratti di strada così belli, panoramici, fiancheggiati da ininterrotte file di alberi o da imponenti montagne, che guidare l’auto diventa un piacere, un’esperienza estetica ed estatica; e così pure camminare o passeggiare in bicicletta pedalando senza fretta. La strada diventa un veicolo dell’immaginario e un fattore culturale, perché invita a conoscere il territorio di cui è parte. Seguire il corso di un fiume guidando lentamente la macchina, è un modo per introiettare il paesaggio e sentirsi partecipi del suo destino.

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4. Valore del Territorio

La strada è dunque il mezzo che consente di conoscere il territorio. Gli elementi della ruralità che si incontrano percorrendola vanno tutti segnalati come altrettanti punti di forza che concorrono alla “bellezza” della strada. Si tratta quindi di identificare le “strade più belle d’Italia” utilizzando una Carta di Qualità messa a punto da un comitato tecnico-scientifico composto da esperti. Ogni strada ha un inizio e una fine, che saranno indicate tramite cartellonistica con il nome della strada e il logo delle “Strade più belle d’Italia”. Il tratto selezionato può non coincidere con la classificazione amministrativa delle strade: infatti può essere solo una parte di una strada nazionale, regionale o provinciale, oppure unire una strada extraurbana secondaria a una strada locale e/o a un itinerario ciclopedonale ecc. A dare valore alla strada è naturalmente il paesaggio entro il quale essa scorre. Che attraversi borghi, campi coltivati, paesaggi fluviali, montani o agresti, la strada è sempre punteggiata di “emergenze” storiche, ambientali, agroalimentari o ricettive che vanno anch’esse segnalate lungo il percorso: antiche pievi, ville storiche, fabbricati rurali (corti, cascine, masserie ecc.), musei, alberghi, ristoranti, locande, agriturismi, cantine, frantoi, caseifici, forni, punti vendita di ortaggi, frutta, salumi, miele, cereali, conserve. Ogni strada diventa così un itinerario del gusto, un percorso storico, un viaggio culturale, una tappa verso la conoscenza dell’Italia meno nota e più autentica, unita da borghi e campagne che custodiscono preziosi giacimenti ambientali, enogastronomici e culturali.

5. Architettura del Paesaggio e Progetto Strade

Con il progetto “Le Strade più belle d’Italia” sarà messo a punto un sistema di segnalazione, comunicazione e valorizzazione che inciderà profondamente sul tessuto rurale della nazione, perché ogni metro quadrato di campagna sarà tutelato nel momento in cui entra nel raggio d’azione di una delle Strade più belle d’Italia. Tutto quello che si trova lungo il percorso dovrà ricevere grande attenzione, pena il declassamento della strada. Una buona parte delle aree interne sarà così affidata alla cura degli architetti del paesaggio, il cui compito è quello di realizzare paesaggi che soddisfino le esigenze umane e naturali, e di riconoscere e preservare l’ambiente, la storia e la vocazione del luogo. Ogni strada andrebbe contestualizzata e progettata non solo come un’arteria viaria ma come parte di uno spazio complesso in cui entrano in gioco fattori ambientali che vanno dall’aspetto paesaggistico fino alla valutazione dell’impatto ecologico. Lo scopo è quello di riuscire a “coltivare” i luoghi storici.

Le strade sono la linfa vitale delle nostre comunità e – dai marciapiedi permeabili alle piste ciclabili e alle alberature che offrono ombra – dovrebbero essere progettate come veri e propri ecosistemi che si interfacciano con l’ambiente naturale e, allo stesso tempo, consentono di godere dello spettacolo del verde, anche per chi voglia camminare a piedi o in bici. Il progetto “Le Strade più belle d’Italia” prevede premi per quei Comuni virtuosi che pongono al primo posto il rispetto per l’ambiente, la manutenzione e l’abbellimento dei tratti di strada di loro competenza. Saranno incentivate la piantumazione di alberi e la conoscenza dei paesaggi rurali storici e dei diversi sistemi agricoli che ne preservano l’integrità, in modo da favorire l’acquisto di prodotti agroalimentari provenienti dalle zone da tutelare.

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La promozione del progetto passa attraverso la realizzazione di un sito Internet, di una app, di virtual tour, dell’uso dei social e dell’intelligenza artificiale, oltre che della segnaletica e della cartellonistica da inserire all’inizio, alla fine e nei punti salienti del percorso. Il Comitato tecnico scientifico sarà costituito da architetti del paesaggio, esperti di comunicazione, ingegneri ambientali, storici dell’arte e da rappresentanti delle associazioni agricole professionali, delle associazioni ambientaliste, dei comuni e degli enti territoriali, dei ministri del Turismo, dell’Agricoltura e della Transizione ecologica.

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6. Certificazione

La certificazione di una strada può essere proposta da un Comune o da un consorzio di Comuni, da una comunità montana, da un Gal, da una Provincia o da una Regione, da un’associazione turistica, da un’associazione ambientalista o da un’associazione agricola professionale. Una volta avanzata la candidatura, essa sarà esaminata dal Comitato tecnico scientifico che avrà, al proprio interno, uno o più “valutatori” che si recheranno sul posto per verificare se il tragitto proposto come “una delle Strade più belle d’Italia” soddisfi i requisiti richiesti dalla Carta di Qualità. In caso di esito positivo, si procederà alla certificazione della strada, all’installazione dei pannelli e della segnaletica, alla comunicazione alla stampa e sui social, all’inserimento nel sito e nell’app…

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7. Risorse

Le risorse per realizzare il progetto possono essere sia pubbliche sia private. Queste ultime potranno venire, ad es., da una casa automobilistica che produce auto elettriche, da aziende, consorzi o produttori interessati a legare la propria immagine ai temi del viaggio, del paesaggio, della ruralità, della cultura. È previsto anche che vengano “sponsorizzate” le singole strade.

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8. Quali strade

Infine, alcuni esempi di strade che potrebbero fregiarsi della certificazione e del marchio delle “Strade più belle d’Italia”: da Lovere sul lago d’Iseo a Teglio in Valtellina passando per Clusone (Val Seriana) e Bienno (Val Camonica); la strada della Val Badia da San Vigilio di Marebbe a Corvara; la statale dello Stelvio che collega la Valtellina e la Val Venosta; la strada della riva orientale del lago Maggiore da Laveno al confine svizzero; la strada della Forra a Tremosine sul lago di Garda; nei monti Lessini il percorso da Stallavena a Branchetto; nell’Appennino Reggiano da Bettola a Cerreto; in Piemonte da Mondovì a Zuccarello passando per Pamparato e Garessio; da Cuneo al Colle di Tenda; il Percorso del Romanico da Asti a Tonengo; nell’Appennino bolognese da Montepastore a Montese; nel Casentino da Bibbiena a Pontassieve passando per Poppi; nelle Marche da Colbordolo a Urbania passando per Urbino; le strade della Maremma da Piancastagnaio a Arcidosso passando per Santa Fiora; la strada da Montepulciano a Montalcino.

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E ancora da Roseto degli Abruzzi al lago di Campotosto nel Parco Nazionale del Gran Sasso; in Umbria la strada della Valnerina da Terni fino alle Marche passando per la cascata delle Marmore; nel Molise dal lago di Guardialfiera a Frosolone e da Larino a Campobasso; nel Cilento da Vallo di Lucania a Scario e da Marina di Camerota ad Acciaroli; nella Valle d’Itria da Ostuni a Putignano passando per Cisternino, Locorotondo e Alberobello; la panoramica del Gargano da Poggio Imperiale a Vico del Gargano; in Lombardia la SP510 da Pisogne a Iseo e la strada della Valvestino; in Calabria da Serra San Bruno a Stilo e da Cittanova a Locri; in Sicilia da Randazzo ad Agira passando per Bronte e Adrano; in Sardegna da Santa Teresa di Gallura a Badesi e da Capo Testa al lago del Coghinas passando per Tempio Pausania.

 



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