Giorgia Meloni pensa a Francesco Acquaroli come prossimo ministro del Turismo. L’ipotesi prende campo

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ANCONA – La premier Giorgia Meloni starebbe seriamente pensando a Francesco Acquaroli come nuovo ministro del Turismo. A riportare questa notizia è stato questa mattina ‘Il Fatto Quotidiano’, in un articolo scritto dal giornalista Giacomo Salvini, colui che proprio in questi giorni ha pubblicato un libro, ‘Fratelli di Chat’, composto interamente da messaggi pubblicati nelle chat WhatsApp dei politici di Fratelli D’Italia. Insomma, uno che almeno una valida fonte interna al partito di sicuro la ha. Secondo quando riporta il Salvini quindi, Meloni sarebbe preoccupata di perdere le Marche, una di quelle regioni considerate ‘fiore all’occhiello’ per Fratelli D’Italia, visto che è la seconda conquistata dal partito dopo l’Abruzzo. L’articolo parla esplicitamente della nostra regione come di una tornata «contendibile» e quindi di una Meloni non più così tanto interessata a spendersi in prima persona per un bis che potrebbe non arrivare. Viceversa, l’amico fraterno Acquaroli verrebbe promosso e ‘salvato’ da una possibile sconfitta addirittura con un ministero se, va sottolineato bene bene il se, l’attuale ministro del Turismo Daniela Santanché il prossimo maggio dovesse essere rinviata a giudizio nell’ambito dell’inchiesta relativa all’ipotetica truffa ai danni dell’Inps per cui è al momento indagata. Neanche a dirlo, dovesse finire proprio così, Acquaroli sarebbe costretto a dimettersi anzitempo dalla carica di presidente della Regione Marche e a quel punto ciao ciao. L’articolo sottolinea che sul tavolo di Fratelli D’Italia a breve arriverà la ‘questione Marche’. Insomma, saremmo all’inizio della vicenda e non a un punto intermedio.

Questa non è la prima volta che l’ipotesi di un possibile abbandono di Acquaroli si fa largo. Anzi. Il primo assaggio lo si era avuto prima delle Elezioni europee della scorsa primavera. Allora si parlava di un Acquaroli che auspicava di volare a Bruxelles, stanco dei continui screzi all’interno della coalizione, soprattutto con la Lega. Lo spauracchio di ricominciare tutto daccapo servì a tirare le fila e, alla fine, il presidente della Regione Marche in carica rimase al suo posto. Questa volta però appare tutto diverso. Ora, inutile negarlo, voci abbastanza simili si rincorrono da giorni a Palazzo Raffaello. E ognuna di esse si differenzia nella forma, ma non nella sostanza finale. Il che lascerebbe pensare che l’ipotesi che Acquaroli potrebbe essere promosso ministro un fondo di verità ce l’ha. Anche se nulla è ufficiale. Anche se forse nulla di tutto questo si avvererà mai.

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Anna Casini, Partito DemocraticoA lanciare un cerino, notato da pochi, era stata ieri la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Anna Casini, in un comunicato inviato per chiedere celerità nel fissare le elezioni del prossimo autunno: «La normativa regionale – dichiara – è chiara. Le elezioni devono svolgersi tra il quindicesimo giorno precedente e il sessantesimo giorno successivo alla scadenza del Consiglio. E devono essere indette con un decreto del presidente che deve essere pubblicato prima del voto. Il tergiversare di Acquaroli – prosegue – non aiuta e alimenta il sospetto che voglia guadagnare tempo per interessi di parte, viste anche le notizie di questi giorni che lo vedrebbero disarcionato dalla guida della coalizione di centrodestra. Se davvero non ha paura delle elezioni, come ormai è evidente a tutti, convochi i comizi elettorali senza ulteriori scuse».

Simone Livi, FdiA Casini ha però risposto per le rime il suo analogo di Fratelli D’Italia Simone Livi: «L’ultima trovata del Pd è millantare possibili infrazioni di legge rispetto alla convocazione delle elezioni regionali, che non esistono in alcun modo. Il presidente Acquaroli ha già dato una risposta in aula proprio a Casini. La consigliera del Pd sa benissimo che c’è una legge regionale che stabilisce le regole per la convocazione dei comizi elettorali, che in base alla data dell’insediamento di questa amministrazione regionale potranno svolgersi tra settembre e ottobre prossimi. E sa anche benissimo che solitamente, a livello nazionale, si cerca di individuare una data concorde a tutte le amministrazioni uscenti per fissare un election day uguale per tutti. E a proposito di paure – conclude Livi – l’unico vero timore che raccogliamo in giro è quello del ritorno del Partito Democratico in Regione, soprattutto dopo aver sentito le sparate senza vere argomentazioni degli ultimi giorni».

Se mai Acquaroli dovesse volare a Roma, il favorito come candidato governatore è con ampio margine l’attuale senatore, nonché Commissario alla ricostruzione Guido Castelli, già ex sindaco di Ascoli e anche lui facente parte della famiglia di Fratelli D’Italia. In conclusione, tornando all’articolo di Giacomo Salvini su ‘Il Fatto Quotidiano’: davvero Giorgia Meloni lascerebbe ‘solo’ un proprio esponente durante la campagna elettorale?



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