Case a Caserta, prezzi in aumento anche per gli affitti: mercato dinamico ad Aversa

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I prezzi degli immobili residenziali sono in salita, ma gli operatori del settore suggeriscono che spesso si tratta di richieste dei proprietari oltre la linea di mercato, e quindi soggette a contrattazioni o a restare inascoltate.

La provincia di Caserta mostra differenze evidenti in base ai territori, come quella relativa al mercato dei locali commerciali, molto più dinamico ad Aversa rispetto al capoluogo. Secondo Immobiliare.it, a gennaio il prezzo medio al metro quadro per la vendita degli immobili residenziali a Caserta è stata di 1.683 euro, quindi in aumento del 4,53 per cento sullo stesso mese dell’anno precedente: a dicembre 2024 ha raggiunto la cifra più alta degli ultimi due anni con un valore di 1.700 euro.

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Guardando agli affitti, la richiesta media è stata di 8,24 euro, vale a dire +3,91 per cento. Si tratta di una media riferita non solo agli immobili di caratteristiche differenti, ma anche alle aree del medesimo comune. In centro si parla di 1.753 euro (ne occorrono 8,52 per l’affitto), a Caserta Nord di 1.704 (e 7,05 euro), in quella Lincoln-Acquaviva di 1.482 (e 8,67) per poi scendere a 1.328 euro (e 7,85) nella zona est e a 906 (e 5,06) in quella più alta che comprende anche Casola e Pozzovetere.

La media in provincia si confronta naturalmente con una forbice decisamente più ampia. Se a gennaio Aversa ha avuto un prezzo medio pari a 1.810 euro per la vendita e 6,5 per l’affitto, quello più alto per la vendita è stato registrato a Lusciano con 1.899 euro al metro quadro, mentre il più basso (348 euro) a Conca della Campania.

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Il confronto

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa riferisce invece delle variazioni percentuali del canone di locazione in provincia. Nel primo semestre del 2024 c’è stata una crescita del prezzo rispetto ai sei mesi precedenti pari al 18,1 per cento per i monolocali, dell’8,1 per i bilo e del 6,1 per il trilo.

È stata analizzata anche la disponibilità di spesa media degli acquirenti, che nel primo semestre dell’anno scorso ha visto il 29,1 per cento delle persone concentrato su importi fino a 119mila euro, il 34,6 su cifre da 120 a 169mila, quindi il 26,6 da 170 a 249mila, e solo l’8,6 da 250 a 349mila euro. Sono invece 143 i giorni impiegati mediamente per vendere casa, quasi in linea con i 146 riferiti all’hinterland delle grandi città italiane.

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La disponibilità

Dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Mutui.it arriva invece l’importo medio richiesto nel 2024 per il mutuo in provincia di Caserta, pari a 118 mila euro. «I prezzi crescono per la scarsità di immobili disponibili per l’affitto, ma non è raro assistere a richieste superiori al valore di mercato», chiarisce l’agente Sara Femiano.

«Se sull’affitto incide la domanda di studenti e dipendenti dell’università, di lavoratori distaccati in città per pochi mesi o di residenti che vanno a vivere da soli – continua – per la vendita arrivano molte richieste dalla provincia di Napoli e dai comuni collinari di Terra di Lavoro. A frenare la disponibilità degli immobili in vendita sul mercato c’è anche la cifra pagata in passato. Fino al 2012-13 c’è stata una bolla, poi i prezzi sono calati. Chi può, attende tempi migliori e a volte sceglie anche di lasciare sfitti gli immobili».

Continua l’attenzione nei confronti delle abitazioni ammobiliate. «Gli investimenti si concentrano su dimensioni da 50-60 metri quadri che producono una rendita superiore rispetto agli appartamenti più grandi – spiega Salvatore Petrella -. In leggero calo sono invece gli investimenti per cifre superiori ai 300mila euro». Fino ad ora sembra che la direttiva europea sulle “case green” non abbia avuto ancora un impatto deciso sul mercato. «L’utente – continue – è più attento rispetto al passato e guarda alla classe energetica. Ma è un discorso che in termini assoluti riguarda ancora solo gli immobili di nuova costruzione, già realizzati secondo determinati standard energetici».

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«Il mercato commerciale a Caserta resta piuttosto contenuto, mentre ad Aversa si dimostra decisamente più vivace», chiarisce Paolo Di Traio. «Analizzando il settore degli affitti nel capoluogo – dice – si nota spesso una richiesta economica superiore ai parametri di mercato e alla reale sostenibilità da parte dei commercianti. Altrettanto frequenti sono gli spostamenti dei commercianti, anche solo di poche strade, per ragioni di costi, viabilità o condizioni degli immobili. Più lenta è la dinamica relativa alla compravendita, quasi esclusivamente a uso investimento: a differenza del passato, i commercianti preferiscono non esporsi finanziariamente in questa direzione».
 





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