Pratolongo (AssoBirra): “Salto in avanti in qualità e ricerca”

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“Un prodotto con salde radici nella terra e nei territori, al pari di altre eccellenze del made in Italy agroalimentare”. Così viene percepita oggi la birra alla luce di un lungo lavoro condotto sulla qualità e sulla comunicazione, come racconta Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra.

Il settore, grazie anche a investimenti nella ricerca e nell’innovazione che superano i 100 milioni di euro all’anno, è cresciuto molto, promuovendo il valore delle marche italiane, non solo quelle di grandi dimensioni, ma anche realtà di nicchia. “La produzione va incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti ed evoluti, con nuovi trend che riflettono il cambiamento nei gusti e nelle abitudini”, aggiunge l’esperto.

Uno dei trend che va acquisendo forza sul mercato è l’interesse verso birre leggere, lager caratterizzate da una buona bevibilità e dal contenuto tenore alcolico. “Dietro c’è un lavoro continuo, in particolare sotto il profilo organolettico delle birre, che sono migliorate enormemente rispetto al passato e propongono gusti che in moltissimi casi hanno poco da invidiare a quelle tradizionali, rendendo le analcoliche e 0,0 adatte a occasioni di consumo nuove”, racconta Pratolongo.

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Un altro aspetto centrale è il legame con il territorio, con soluzioni che valorizzano la qualità degli ingredienti, sviluppando ricette sempre più adatte all’abbinamento alimentare. Questo ha portato a un’attenzione crescente per le lager Italiane, comprese le birre artigianali e locali, che esaltano le materie prime dei territori. I consumatori, infatti, tendono sempre più a scegliere la birra in base agli abbinamenti gastronomici, valorizzando il concetto di esperienza sensoriale e non più solo di semplice bevanda da consumare in compagnia. In questo c’è anche il merito di campagne di comunicazione mirate, tese a trasmettere aspetti valoriali accanto alla qualità e al gusto.

Inoltre la sostenibilità gioca un ruolo importante perché il settore birrario sta rispondendo alla domanda dei consumatori con scelte orientate alla riduzione dell’impatto ambientale, come l’uso di packaging riciclabili, la riduzione del consumo idrico e lo sviluppo di filiere corte. Tutti aspetti che stanno portando a una continua innovazione nei prodotti, nel modo di proporli e in alcuni casi anche ad efficientamenti dei processi produttivi.

C’è poi un altro motore evolutivo, l’attenzione verso uno stile di vita più sano. Una tendenza accolta positivamente dai produttori, anche se il presidente dell’associazione lamenta un contesto nel quale le politiche e le dichiarazioni spesso allarmistiche rischiano di essere fuorvianti. “Non dimentichiamo che si parla di un prodotto con un contenuto di alcol moderato e con alternative a zero gradi credibili”, evidenzia il presidente dell’associazione dei produttori. L’Italia, per altro, è il Paese europeo che beve meno alcol in assoluto.

In generale la birra gode di un’ottima reputazione in Italia. Inoltre, la produzione è cresciuta nel tempo e oggi ci collochiamo in una posizione intermedia tra i grandi produttori di birra europei. Nel 2023 ha raggiunto 17,4 milioni di ettolitri, un dato in leggero calo rispetto all’anno precedente, ma comunque già superiore ai livelli pre-pandemia. Buona parte finisce all’estero, con il Regno Unito come principale mercato di sbocco e una forte crescita verso Francia e Albania. L’Italia è anche il secondo Paese importatore in Europa, dopo la Gran Bretagna e prima di Spagna, Germania e Irlanda, arrivando a pesare oltre il 36% dei consumi.

Il comparto brassicolo lamenta ancora una tassazione elevata rispetto ad altri paesi europei, che penalizza la competitività delle aziende italiane nei mercati esteri. “Le accise sulla birra in Italia sono significativamente più alte rispetto a paesi come la Germania, dove i produttori locali pagano quasi quattro volte in meno di tasse, rendendo di fatto più competitive le aziende locali rispetto a quelle italiane”, lamenta Pratolongo.

Un altro elemento distintivo del mercato italiano è la forte connessione con la cultura alimentare del nostro Paese. “La cultura birraria degli italiani negli ultimi 15 anni è cresciuta. Fino ai primi anni Duemila questo prodotto era apprezzato, ma poco conosciuto, la varietà era più bassa di oggi. La birra in Italia è ormai diventata una bevanda da pasto, identificata con la convivialità informale, apprezzata per le sue caratteristiche di leggerezza, versatilità, naturalezza e basso contenuto alcolemico, oppure analcolica”.



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