Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di avere nostro gradito ospite il Presidente CIV INPS il Dott. Roberto Ghiselli che ha fatto il punto, incalzato dalle nostre domande, sulla situazione previdenziale attuale alla luce dell’ultima Legge di Bilancio, che di fatto ha solo esteso e confermato le misure del 2024, che nella passata legge di bilancio erano state rese meno accessibili con l’inasprimento dei requisiti d’accesso, sia per Opzione donna quanto per Quota 103, divenuta contributiva, quanto per Ape sociale. Il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, primo firmatario insieme al Dott. Gibbin ed alla fondatrice del CODS Orietta Armilato, della proposta previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin presentata alle istituzioni nel recente passato, ha colto l’occasione per evidenziare alcuni passaggi dell’intervista di Ghiselli e sottolineare che molti degli aspetti messi inluce potrebbero essere risolti appunto dalla presa in considerazione della loro proposta previdenziale. I dettagli, emersi, dal lungo commento all’intervista che qui riportiamo:
Riforma pensioni 2025: Robot e AI incideranno nel sistema previdenziale?
Così il Dott. Perfetto nel suo lungo commento all’intervista, che ci pare interessante pubblicare perché potrebbe generare un interessante dibattito: “Tra gli aspetti interessanti messi in evidenza dal Presidente CIV di INPS Dott. Roberto Ghiselli c’è n’è uno in particolare sul quale ho avuto modo di riflettere nel recente passato: generare “una maggiore produttività del sistema e redditi più alti per i lavoratori”.
Per una lettura approfondita della mia riflessione rimando all’articolo a firma di Erica Venditti pubblicato su Pensionipertutti il 22 dicembre 2024 e accessibile al seguente link: https://www.pensionipertutti.it/riforma-pensioni-2025-altroche-uscita-dai-64-anni-esiste-una-soluzione-per-tutti/.
In termini oltremodo sintetici, ripropongo qui il perché non è possibile aumentare i redditi dei lavoratori, così come auspica il Presidente CIV dell’INPS.
Nel documento ISTAT “LE PROSPETTIVE PER L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2024-2025” si legge:
– “Il Pil italiano è atteso crescere dello 0,5% nel 2024 e dello 0,8% nel 2025”;
– “La vivace dinamica dell’occupazione osservata nel corso del 2024, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), risulterebbe notevolmente superiore (+1,2%) a quella del Pil”.
Orbene, se nel corso del 2024 le unità di lavoro ULA (numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno) è cresciuto dell’1,2%, ci si aspetterebbe che il PIL cresca anch’esso, almeno, dell’1,2%, e non “solo” dello 0,5%.
Il fatto che il PIL cresca proporzionalmente meno rispetto alla crescita delle unità di lavoro (ULA) significa che la produttività marginale del lavoro (ovvero la quantità di prodotto/servizio in 8 ore del lavoratore) diminuisce: in altri termini, si lavora di più, ma si produce proporzionalmente di meno.
“Ad esempio, in un’impresa che produce in un giorno 100 paia di scarpe utilizzando vari macchinari e 20 lavoratori, se l’assunzione di un lavoratore aggiuntivo porta la produzione giornaliera a 104 paia di scarpe, la produttività marginale del lavoro sarà pari a 4”. (FONTE: Wikipedia).
Poiché i salari dei lavoratori (i redditi dei lavoratori) dipendono dalla produttività marginale del lavoro, ne consegue che se la produttività marginale del lavoro diminuisce, allora diminuiscono pure i salari dei lavoratori (o, comunque, i salari non possono aumentare; a meno che non si ricorra, come è stato fatto, al taglio del cuneo fiscale contributivo a favore dei lavoratori, cosa che a mio avviso e anche secondo la Corte dei Conti non andrebbe fatta perché ricade sulla fiscalità generale e quindi sull’intera popolazione di lavoratori e pensionati).
Riforma pensioni 2025, redditi più alti per i lavoratori grazie all’AI?
Il Dott. Ghiselli ha ben ragione nel dire che occorre una maggiore produttività del sistema per avere redditi più alti per i lavoratori.
Ma se la maggiore produttività del sistema deriva dal capitale-robot e capitale-AI anziché dal lavoro umano, allora si avranno maggiori profitti per l’azienda e minori redditi per i lavoratori.
Per questo motivo noi della Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin insistiamo nel considerare robot e Ai non già come fattore di produzione capitale ma come fattore di produzione lavoro e insistiamo nell’assegnare un “ipotetico salario” alla forza lavoro robotica a cui far corrispondere contributi previdenziali da far versare da loro, in modo da innalzare la produttività marginale del lavoro (in quanto robot e AI hanno produttività più elevata degli umani) e quindi elevare i redditi dei lavoratori umani.
Oltre ad elevare i salari dei lavoratori occorre anche gestire “accuratamente le politiche migratorie” (come afferma correttamente il Dott. Ghiselli nell’intervista ad Erica Venditti), da intendersi (a mio avviso), però, non solo favorire l’immigrazione di migranti regolari, ma anche (e soprattutto, aggiungerei io) frenare l’emigrazione dei nostri giovani verso l’estero.
Ciò potrà avvenire da un lato favorendo il ricambio generazionale attraverso il pensionamento dei lavoratori anziani finanziato dai contributi versati da robot e AI, e dall’altro lato istituendo il nuovo insegnamento della nuova disciplina STEM Economia Informatica.
Come ho già avuto modo di riferire nella mia mail del 19 dicembre 2024 indirizzata al Presidente dell’INPS Avv. Gabriele Fava e al Presidente CIV dell’INPS Dott. Roberto Ghiselli e per conoscenza al Direttore Generale dell’INPS Avv. Valeria Vittimberga, “L’insegnamento di Economia Informatica è in grado di ridurre l’abbandono scolastico e di offrire ai laureati prospettive di trovare lavoro in Italia, senza doverle ricercare all’estero, nonché l’opportunità di formarsi una famiglia in Italia, allevare figli e contribuire quindi ad invertire il tasso di denatalità”.
Chissà se il Presidente Civ Inps a cui inoltreremo questo articolo troverà modo per rispondere a sua volta alle considerazioni apportate dal Dott. Perfetto, bel caso sarà nostra cura, ovviamente, tenervi aggiornati, riteniamo che non esista nulla di più interessante di un buon dibattito tra menti eccelse.
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