È il primo modulo della stazione spaziale Gateway che ruoterà presto intorno alla Luna e dove attraccheranno i veicoli che porteranno gli astronauti sul suolo del satellite della Terra. Nato a Torino nelle camere bianche di Thales Alenia Space (Gruppo Leonardo)
È il primo modulo della stazione spaziale Gateway che ruoterà presto intorno alla Luna. Nato a Torino nelle camere bianche di Thales Alenia Space (Gruppo Leonardo) ora sta per volare in Arizona (Usa) a Gilbert, dove nei laboratori della Northrop Grumman sarà completato con gli altri impianti necessari. Battezzato Halo (da Habitation and Logistic Outpost) con un razzo Falcon Heavy di Elon Musk raggiungerà l’orbita lunare nel 2027 assieme ad un modulo che garantirà risorse energiche e impianti di propulsione, di comunicazione, cioè tutto ciò che serve per i compiti che deve svolgere. Halo è l’elemento di base delle attività previste per il ritorno sulla Luna. Alla stazione, infatti, attraccheranno i veicoli che porteranno gli astronauti sul suolo selenico. È dunque una preziosa “stazione di servizio” sulla quale quattro astronauti potranno vivere circa un mese. Per due ragioni: la prima perché non è molto grande (è un cilindro largo tre metri e lungo 7,5 metri), la seconda perché non disponendo di protezioni dalle radiazioni cosmiche e solari espone gli esploratori, se rimangono per lunghi periodi, a rischi di salute da evitare.
I-Hab
Di seguito ad Halo sarà connesso un secondo modulo delle stesse dimensioni noto come I-Hab che l’Agenzia spaziale europea Esa fornirà alla Nasa in cambio di alcune missioni lunari di astronauti europei. Anche I-Hab sta nascendo negli stessi stabilimenti torinesi ma non è un caso. Walter Cugno, vicepresidente per l’esplorazione e la scienza in ThalesAleniaSpace e che illustra le caratteristiche della nuova stazione assieme a Jon Olansen della Nasa, a Sara Pastor dell’Esa e Raffaele Mugnuolo dell’Asi, è il testimone di una lunga storia attraverso la quale la società italiana si è specializzata nella costruzione di moduli abitativi per lo spazio. Infatti Cugno iniziò partecipando alla realizzazione dello Spacelab, il laboratorio trasportato dallo shuttle per consentire ricerche in orbita con gli scienziati-astronauti, sino ad arrivare ai moduli della stazione spaziale Iss.
Ma in parallelo qui si continuano a produrre anche i moduli automatici Cygnus che portano i rifornimenti alla Iss. Questi sono forniti dalla Northrop Grumman alla Nasa che a sua volta ha commissionato alla società italiana la loro fabbricazione proprio per la particolare specializzazione acquisita. Per molti aspetti Halo è un’evoluzione tecnologica di Cygnus: ad esempio adottando innovative saldature tra le sezioni in lega d’alluminio di cui è composta che garantiscono una maggiore sicurezza. Da ricordare che le pareti di Halo nelle parti più sottili sono di appena tre millimetri. «Per questo – dice Cugno – la consegna di Halo segna una tappa miliare nella costruzione della base lunare rafforzando la collaborazione internazionale nell’esplorazione; unica via per raggiungere grandi mete come la Luna nelle quali Halo costituisce un elemento chiave sostenendo senza rischi la presenza degli astronauti guardando anche a Marte».
Sulle pareti laterali di Halo saranno agganciati da un lato il modulo Lunar View dotato di finestre e dall’altra l’Airlock attraverso il quale gli astronauti potranno uscire nello spazio. Il primo fa fare della partecipazione europea e il secondo è frutto di un accordo tra la Nasa e gli Emirati Arabi. Ma entrambi sono realizzati a Torino da ThalesAleniaSpace. Quindi la stazione lunare si può dire abbia i colori italiani. Halo, al completo con tutte le parti americane, costa un miliardo di dollari, avrà una durata di vita di almeno quindici anni e sarà completata entro il 2028/29. Intanto, sempre qui, gli ingegneri stanno lavorando anche alla progettazione della prima casa europea sulla Luna e alla prima sonda automatica Argonaut per portare esperimenti scientifici e attrezzature necessarie all’insediamento sul nostro satellite naturale. In aggiunta la costellazione dei satelliti europei Moonlight studiati da un consorzio guidato da Telespazio garantirà le comunicazioni locali e con la Terra. Tutti questi programmi sono coordinati dall’Asi italiana e rientrano direttamente o indirettamente nella partecipazione al Piano Artemis che l’Italia ha siglato con la Nasa dedicato appunto all’insediamento stabile sulla Luna per ora limitato nel Polo Sud.
21 febbraio 2025 ( modifica il 21 febbraio 2025 | 17:17)
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