cechi in declino e senza stelle, ma Plzeň è un fortino

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Il primato nella “Fase Campionato” ha premiato la Lazio di Baroni: scongiurato il derby con la Roma, l’avversario dei biancocelesti è il Viktoria Plzeň, squadra della città della Boemia occidentale, la quarta in Repubblica Ceca per numero abitanti (187mila) dopo Praga, Brno e Ostrava. Divisa rossa e pantaloncini azzurri, i cechi hanno passato il playoff contro gli ungheresi del Ferencvaros e attenderanno la Lazio il 6 marzo (21.00) alla Doosan Arena (12mila posti a sedere) per l’andata degli ottavi di finale di Europa League. Per Zaccagni e colleghi sarà la quarta trasferta consecutiva dopo Venezia, Inter (Coppa Italia) e Milan: non era mai accaduto nel nuovo millennio. Il ritorno è in programma il giovedì successivo (13 marzo, ore 18.45) allo stadio Olimpico, alla vigilia di Lazio-Udinese.

EXPLOIT E DECLINO – A poco meno di 95 km a sud-ovest dalla capitale, Plzeň è nota per lo storico birrificio Plzeňský Prazdroj, dove nel 1842 Josef Groll produsse la prima Lager bionda al mondo, uno stile di birra che poi – dal nome della città – ricevette il nome di “Pils”. Negli ultimi 15 anni il Viktoria, fondato nel 1911, ha provato a spezzare l’egemonia delle due corazzate di Praga (Slavia e Sparta), e dal 2009 ha conquistato ben 9 trofei: 6 campionati, una coppa ceca e 2 supercoppe. Tra l’altro, ha festeggiato la vittoria dello Scudetto esattamente nell’anno del centenario (2011), una storia che somiglia molto a quella della Lazio di Cragnotti, che nel 2000 spense le 100 candeline col secondo tricolore dopo quello di Maestrelli. Dopo il 5° posto in patria nella stagione 2020/21, il Viktoria è arrivato 2° nell’annata 2021/22 e negli ultimi due anni si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio, lasciando le prime 2 posizioni a Sparta e Slavia Praga. Dopo aver vissuto un decennio spumeggiante, il club è in una fase di ridimensionamento e nell’ultimo quinquennio ha perso le stelle più luminose: dal talentuoso trequartista classe ‘85 Daniel Kolar al pilastro di centrocampo Horava, ma soprattutto i due bomber Tomas Chory (classe ’95, ben 63 gol e 30 assist col Plzeň, ora allo Slavia Praga) e il classe ’93 Michal Krmenčík, oggi in forza allo Slovácko dopo oltre 63 gol in 120 presenze col Viktoria. Oggi la proprietà ha abbassato le aspettative e ha composto una rosa composta prevalentemente da calciatori nati in patria (17), con una media di poco superiore ai 25 anni d’età.

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Il club è poco rappresentato anche dalla nazionale maggiore della Repubblica Ceca, che convoca in pianta stabile soltanto 4 calciatori, tra cui il centrale difensivo Jemelka e il mediano col vizio del gol Kalvach.

ABITUATI ALL’EUROPA Il Viktoria ha chiuso la prima fase europea al 16° posto, con gli stessi punti (12) della Roma quindicesima, frutto di 3 vittorie, 3 pareggi e 2 sole sconfitte. Spiccano il 3-3 imposto all’Eintracht a Francoforte e le vittorie interne contro Real Sociedad (2-1) e Anderlecht (2-0); mentre i 2 ko con Manchester United (1-2) e Athletic Club (3-1 a Bilbao) son maturate soltanto nel finale. La squadra non ha mai superato gli ottavi di finale di Europa League, che sono il miglior risultato europeo di sempre: il Viktoria è stato eliminato nelle varie edizioni da Fenerbahce, Lione e Sporting Lisbona. Lo scorso anno, nel play-off di aprile in Conference League, ha fermato sul pari la Fiorentina di Vincenzo Italiano (poi finalista), evidenziando anche in quel caso l’abissale differenza tra le gare interne e quelle lontane da casa: lo 0-0 di Plzeň fu ben diverso da quello del Franchi, dove perse ai supplementari e subì il record viola di 40 conclusioni verso la porta. Nell’annata 2022/23 finì nel gruppo di Champions League ribattezzato “girone della morte”, chiudendo con 0 punti – da peggior squadra della competizione – la prima fase con Inter, Barcellona e Bayern Monaco e subendo una serie di cocenti umiliazioni con risultati tennistici. Nelle tre annate precedenti (dal 2019 al 2022) il Viktoria non è riuscito a superare i turni preliminari di Champions, Europa e Conference League in estate, facendo risaltare il tasso tecnico ben inferiore al periodo d’oro registrato nel precedente lustro. L’ultima buona Champions League disputata risale al 2018/19, con tanto di 3° posto nel girone (7 punti) con Roma, Real Madrid e CSKA Mosca. I precedenti con le italiane sottolineano l’importanza del fattore campo: in Repubblica Ceca il Plzeň si trasforma nella miglior versione di sé ed ha già battuto il Napoli di Mazzarri, la Roma di Di Francesco e fermato Milan e Fiorentina. Baroni dovrà inoltre prestare estrema attenzione al nitido e nefasto precedente con lo Sparta Praga, che (assieme al poker subito nel derby) costò la panchina a Stefano Pioli nel marzo 2016: all’1-1 dell’andata fece seguito una debacle (0-3) al ritorno. Fin qui la sua Lazio non ha sottovalutato alcun avversario e l’unica strada per evitare sorprese è predicare prudenza.

DA TENERE D’OCCHIO – Mister Miroslav Koubek, in panchina dal 2023, è il successore di Michal Bílek, ex commissario tecnico della nazionale ceca. Allena in pianta stabile in divisioni ceche dal 2008 ed è tra i pochi in Europa a giocare col trequartista. Il suo marchio di fabbrica è il 3-4-1-2, col brasiliano Cadu a destra e il bosniaco Memic a sinistra a fare da stantuffi. Molto veloci, concedono più di qualcosa in fase difensiva. In mezzo al campo manca un vero e proprio metronomo, ma il numero 6 Cerv – della scuderia Pimenta – è lo stacanovista e uomo-ovunque dell’11. In avanti le gerarchie sono evidenti: il simbolo è il ceco Matěj Vydra, centravanti molto fisico, che a 33 anni ha esperienza da vendere e vanta quasi 100 reti in Inghilterra tra Burnley, Watford, Reading e Derby County. La seconda punta è la sorpresa ghanese Adu, classe 2003 che ha già colpito anche Eintracht e Real Sociedad. Il gioiello risponde però all’identikit di Pavel Sulc. Il trequartista che decide il modulo del Viktoria, appunto. Già 11 gol e 11 assist stagionali, nell’ultima annata ha messo a referto addirittura 22 gol e 10 assist, abbina eleganza e senso della posizione e si incarica dei piazzati. Personalità, dinamismo, inserimenti letali: è lui l’uomo da tenere d’occhio per la Lazio, il calciatore da ingabbiare per evitare spiacevoli rischi e staccare il pass per i quarti.

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