Economia Umbria, Mencaroni: “Preoccupano i salari bassi”

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L’economia umbra si trova a un bivio tra sfide strutturali e opportunità di sviluppo. La recente indagine congiunturale presentata durante l’evento “L’economia umbra e i bilanci delle imprese”, organizzato dalla Camera di commercio dell’Umbria, ha messo in evidenza un quadro economico in chiaroscuro. Da un lato, si registra una crescita sorprendente del sistema delle imprese, con un turismo in forte espansione. Dall’altro, permangono preoccupazioni legate a salari bassi e al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, due fattori che incidono sulla competitività del territorio.

Economia Umbria, Mencaroni: “Crescita discreta, ma preoccupano salari bassi e invecchiamento”

L’analisi del Nucleo per la ricerca economica della Banca d’Italia di Perugia ha fornito dati chiari sulle dinamiche economiche dal 2019 al 2023. Nonostante l’incertezza intensa del periodo post-pandemia e le tensioni geopolitiche, il tessuto imprenditoriale umbro ha mostrato una resilienza superiore alle aspettative. I bilanci aziendali confermano una tenuta discreta, con performance migliori rispetto alle attese, specialmente in settori trainanti come il turismo.

Il confronto con le regioni limitrofe, Marche e Toscana, e con la media nazionale evidenzia un andamento che, pur senza eccellere, si mantiene stabile. Questo è il risultato di una capacità di adattamento e innovazione che caratterizza le imprese umbre, nonostante le difficoltà strutturali.

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Se il sistema produttivo regge, non si può dire lo stesso per il mercato del lavoro.Non vogliamo enfatizzare il report e non diciamo certo che è eccezionale – ha dichiarato Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbriama non usciamo con le ossa rotte e l’Umbria va avanti discretamente con imprese che hanno cuore, corpo e cervello. Ci sono cose però che preoccupano, come i salari bassi, anche se questo tema è da affrontare mettendolo insieme ai costi della vita più alti in altre regioni”.

Il tema salariale rappresenta un nodo fondamentale. In un’epoca in cui la competitività dipende anche dalla capacità di attrarre talenti, la retribuzione media inferiore rispetto ad altre regioni rischia di incentivare l’emigrazione dei giovani e la fuga di professionalità qualificate. Un problema che si lega direttamente al cosiddetto “default demografico”. La proiezione al 2042 è allarmante: l’Umbria rischia di diventare una regione di anziani, con un drastico calo della popolazione attiva.

Le opportunità: turismo e nuove imprese

Se alcuni settori mostrano difficoltà, altri offrono prospettive di crescita. Il turismo emerge come uno dei comparti più dinamici, con numeri in aumento sia per gli arrivi che per le presenze. La valorizzazione del patrimonio storico e naturale, insieme a eventi culturali e sportivi di rilievo, sta contribuendo a rafforzare il brand Umbria.

Un altro indicatore chiave per misurare la vitalità economica regionale è il numero di nuove imprese. Secondo l’analisi presentata all’evento della Camera di commercio, la nascita di nuove realtà imprenditoriali è in crescita, segnale positivo di una ritrovata fiducia nel mercato. La sfida rimane quella di garantire strumenti finanziari adeguati per sostenere le micro e piccole imprese, spesso in difficoltà nell’accesso al credito.

Strategie e prospettive di sviluppo

Durante il convegno, l’assessore regionale allo sviluppo economico, Francesco De Rebotti, ha sottolineato l’importanza di un equilibrio tra qualità e quantità nei diversi asset economici. “L’analisi evidenzia un equilibrio tra qualità e quantità dei diversi asset con buone notizie per il turismo. Sappiamo bene che le condizioni di carattere generale, vecchie e nuove, come ad esempio quella dei dazi, condizionano e penalizzano un’Umbria da sempre aperta verso il mondo e vocata a fornire prodotti importanti come export”.

Tra le azioni previste nel breve termine, la Regione punta a potenziare gli strumenti finanziari per le micro e piccole imprese e a incentivare la partecipazione ai bandi europei e nazionali. Una strategia che mira a rafforzare la competitività del tessuto produttivo locale.

 

 

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