cos’è e a chi spetta

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La guida sulla pensione di reversibilità e sulla pensione indiretta: requisiti, soggetti beneficiari e condizioni.

La pensione ai superstiti è una prestazione economica erogata dall’INPS ai familiari di un lavoratore o pensionato deceduto. Si tratta di un importante sostegno per le famiglie che perdono improvvisamente una fonte di reddito. Ma chi sono i beneficiari di tale contributo? E come funziona? In questa guida vedremo cos’è e a chi spetta la pensione ai superstiti. Ma procediamo con ordine.

Differenza tra pensione di reversibilità e pensione indiretta

Esistono due tipi di pensione ai superstiti:

  • pensione di reversibilità: spetta ai familiari di una persona che era già titolare di pensione al momento del decesso. In pratica, una parte della pensione del defunto viene “riversata” ai suoi familiari;
  • pensione indiretta: spetta ai familiari di una persona che non era ancora in pensione al momento del decesso, ma che aveva comunque versato contributi previdenziali sufficienti per maturare il relativo diritto. In questo caso, la pensione viene calcolata in base ai contributi versati dal defunto durante la sua vita lavorativa.

Ecco alcuni esempi pratici per capire la differenza tra pensione ai superstiti, di reversibilità e indiretta:

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Mario, pensionato, muore lasciando la moglie Giulia. Giulia ha diritto alla pensione di reversibilità, ovvero una quota della pensione che Mario percepiva. Questo perché Mario era già titolare di una pensione al momento del decesso.

Luca, lavoratore dipendente, muore in un incidente stradale. Lascia la moglie Francesca e due figli minorenni. Francesca e i figli hanno diritto alla pensione indiretta, poiché Luca non era ancora pensionato al momento del decesso. L’importo della pensione sarà calcolato in base ai contributi versati da Luca durante la sua vita lavorativa.

Anna, dopo aver lavorato per alcuni anni, decide di fare la casalinga. Muore lasciando il marito Giovanni, che era fiscalmente a suo carico. Giovanni potrebbe avere diritto alla pensione ai superstiti indiretta, anche se Anna non era lavoratrice dipendente. Questo perché la pensione ai superstiti, nella sua forma indiretta, può essere riconosciuta anche ai familiari di persone decedute che non erano titolari di pensione, purché abbiano maturato un minimo di contributi.

Che succede se il defunto non aveva ancora maturato il diritto alla pensione?

Se il defunto, al momento del decesso, non aveva sufficienti contributi per ottenere la pensione, neanche i suoi eredi possono ottenere la pensione ai superstiti.

In queste ipotesi, in favore dei familiari superstiti di un lavoratore assicurato nel regime retributivo o misto, quando non sussista alla data della morte del de cuius il diritto alla pensione indiretta, è riconosciuta un’indennità per morte rapportata all’ammontare dei contributi versati.

Il diritto all’indennità è riconosciuto a condizione che nei cinque anni anteriori alla data della morte dell’assicurato risulti versato o accreditato almeno un anno di contribuzione.

Per i superstiti di assicurato il cui trattamento pensionistico è liquidato nel sistema contributivo, è prevista, invece, l’erogazione di una indennità una tantum. Essa, viene erogata nell’importo corrispondente all’ammontare mensile dell’assegno sociale, in vigore alla data di decesso dell’assicurato, moltiplicato per il numero delle annualità di contribuzione accreditata a favore dello stesso (Inps, circolare n. 185/2015).

A chi spetta la pensione ai superstiti?

La pensione ai superstiti può essere richiesta dai seguenti familiari del defunto:

  • coniuge: anche se separato legalmente o divorziato (a determinate condizioni che vedremo a breve);
  • figli: minorenni, maggiorenni studenti (entro certi limiti di età), inabili al lavoro;
  • nipoti;
  • genitori: se a carico del defunto e non titolari di pensione;
  • fratelli e sorelle: se inabili al lavoro e a carico del defunto.

Coniuge superstite

Ha diritto alla pensione ai superstiti innanzitutto il coniuge del defunto. Si può anche trattare del:

  • coniuge separato consensualmente o «con addebito per colpa». Con circolare 19/2022 l’Inps ha chiarito che in base a consolidato orientamento, anche il coniuge separato con addebito e senza assegno alimentare ha diritto alla pensione ai superstiti in qualità di coniuge superstite;
  • coniuge divorziato, ma solo se: a) è titolare di assegno di divorzio; b) non si è risposato; c) la contribuzione utile era stata versata dal deceduto prima della sentenza di divorzio.

Se il defunto si era risposato dopo il divorzio, il tribunale deve ripartire la pensione di reversibilità tra il coniuge superstite e l’ex coniuge divorziato.

Figli

Hanno diritto alla pensione ai superstiti i figli legittimi, legittimati, adottati, affiliati, naturali, legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio del deceduto che, alla data del decesso, siano:

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  • minorenni, fino all’età di 18 anni;
  • inabili di qualunque età, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo;
  • studenti, fino a 21 anni di età e universitari, fino all’età di 26 anni e comunque non oltre il corso legale di laurea, che, in entrambi i casi, alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo e non prestino attività lavorativa;
  • figli nati postumi, entro il trecentesimo giorno dalla data del decesso del genitore.

Nipoti

Hanno altresì diritto alla reversibilità i nipoti minorenni (che in questo sono equiparati ai figli) e conviventi, purché:

  • non titolari di pensione o di altri redditi tali da determinare un’autosufficienza economica;
  • a totale carico del deceduto che provvedeva al mantenimento.

Rientrano anche nel diritto alla reversibilità i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico degli ascendenti assicurati.

Genitori

Se mancano il coniuge, i figli e i nipoti la pensione può essere erogata ai genitori ultra 65enni, non pensionati che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato erano a carico del medesimo.

Fratelli e sorelle

Se mancano il coniuge, i figli, i nipoti e i genitori, la pensione può essere erogata ai fratelli celibi o alle sorelle nubili se inabili, non pensionati che risultano alla data di morte del lavoratore e/o pensionato a carico dello stesso.

Importo della pensione ai superstiti

L’importo della pensione ai superstiti varia in base a diversi fattori, tra cui:

  • reddito: per la pensione di reversibilità, l’importo è calcolato in base alla pensione che percepiva il defunto. Per la pensione indiretta, l’importo è calcolato in base ai contributi versati dal defunto;
  • numero dei familiari: la pensione viene ripartita tra tutti i familiari che ne hanno diritto;
  • eventuali altre pensioni: la presenza di altre pensioni in capo ai familiari può influire sull’importo della pensione ai superstiti.

Trovi maggiori dettagli sulle quote in “Pensione di reversibilità: quanto si prende?“.

Quando viene ridotto l’importo della pensione ai superstiti?

La legge 335/1995 ha previsto una riduzione del trattamento per chi è in possesso di altri redditi.

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Sia all’atto della domanda di pensione che negli anni successivi, deve essere presentata all’INPS una dichiarazione dei redditi percepiti, per determinare l’esatta misura della riduzione da operare sulla pensione.

In particolare:

  • se il coniuge superstite ha un reddito superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (calcolato in misura pari a 13 volte l’importo mensile in vigore al 1° gennaio), la riduzione sarà del 25% dell’importo della pensione;
  • se il reddito è superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo, la riduzione è del 40% dell’importo della pensione;
  • se il reddito è superiore a 5 volte il trattamento minimo annuo, la riduzione è del 50% dell’importo della pensione.



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