il bonus Zes spinge i piccoli

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Dall’inizio dell’anno sono già oltre 100 le autorizzazioni agli investimenti concesse dalla Struttura di missione della Zes unica Sud. Prosegue dunque, e anzi accelera ulteriormente il trend esploso nella seconda metà del 2024, con l’arrivo nel ruolo di coordinatore dell’avvocato napoletano Giosy Romano, che si era chiuso con oltre 400 autorizzazioni, un movimento in valori assoluti di circa 7 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi coperti dal credito d’imposta, e la creazione di oltre 7mila nuovi posti di lavoro, con la Campania nettamente prima tra le regioni per numero di autorizzazioni. Anche nel 2025 le richieste di investimenti interessano tutti i settori previsti dal Piano triennale strategico che dopo il via libera del Consiglio dei ministri di fine 2024 ha ricevuto in questi giorni anche il disco verde della Corte dei Conti.

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La magistratura contabile aveva espresso rilievi sul testo evidenziando alcune criticità che sembravano poter comprometterne la concreta applicazione o ritardarne gli effetti. Dopo i chiarimenti forniti dalla Struttura di missione è arrivata la delibera che sancisce la piena operatività del Piano, la cornice di riferimento per le imprese che vogliono investire nella Zes, definendo anche i nove settori di riferimento selezionati in base a criteri di competitività, potenziale di mercato e capacità di generare occupazione e innovazione (agroalimentare e agroindustria, turismo, elettronica e ICT, automotive, made in Italy di qualità come la moda, chimica e farmaceutica, navale e cantieristica, aerospazio e ferroviario). Anche le nuove autorizzazioni concesse nel 2025 riguardano soprattutto manifattura e agroalimentare. È il caso di Lete spa, leader nel settore delle acque minerali con sede a Pratella nel Casertano, una delle realtà imprenditoriali di eccellenza del Paese, conosciuta anche come sponsor storico del Calcio Napoli (e da quest’anno anche dell’Atalanta) che ha investito svariati milioni per l’ampliamento dello stabilimento, già da anni robotizzato. Previsto anche un incremento dei livelli occupazionali.

Export, la locomotiva Sud traina il Made in Italy

E a proposito di occupazione, è partito in queste ore anche il bonus Zes, l’incentivo destinato alle aziende del Mezzogiorno che assumono a tempo indeterminato lavoratori over 35 disoccupati di lungo periodo. Il decreto attuativo del 7 gennaio, firmato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali e dal ministro dell’Economia, è stato infatti pubblicato e stabilisce i criteri per l’esonero totale dei contributi previdenziali (esclusi i premi Inail) per due anni, fino a un massimo di 650 euro mensili. La misura, prevista dal decreto Coesione, è finanziata con 591,4 milioni di euro fino al 2027, nell’ambito del Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027. Il bonus viene incontro alle esigenze delle imprese di piccole e piccolissime dimensioni che al Sud sono particolarmente diffuse: possono infatti accedere all’agevolazione i datori di lavoro privati con un organico fino a 10 dipendenti che, tra il primo settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, assumono personale non dirigenziale da impiegare in una delle otto regioni Zes (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Per ottenere il bonus, l’azienda non deve aver effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo o licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti l’assunzione.

Le imprese interessate devono inoltrare richiesta telematica all’Inps, indicando i dati di impresa e lavoratore, il tipo di contratto, la retribuzione media mensile e la sede di lavoro prevista. Il bonus non è cumulabile con altri esoneri contributivi, ma è compatibile, senza riduzioni, con la maxi-deduzione per nuove assunzioni introdotta dalla riforma dell’Irpef del 2023 e prorogata fino al 2027. La misura tende a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro degli over 35, in particolare i cosiddetti Neet. Va peraltro ricordato che il nuovo sgravio si muove indipendentemente dalla proroga della Decontribuzione Sud 2.0, che sia pure con percentuali inferiori rispetto al taglio del costo del lavoro in vigore fino allo scorso anno, continua ad essere un punto di riferimento per gli imprenditori meridionali in termini di nuove assunzioni o di stabilizzazioni contrattuali di quelle già esistenti. Decontribuzione Sud 2.0, inserita nella Legge di Bilancio 2025, è cumulabile con altri sgravi ed è applicabile nel più ampio ventaglio temporale compreso tra il 2025 e il 2029. L’incentivo è riconosciuto alle imprese fino a 250 dipendenti (fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro e/o totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro).

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