Recupero di 600 milioni dalle aste Ets per aiutare le imprese. Allo studio anche una norma sull’idroelettrico. Il decreto dovrebbe approdare in Cdm martedì
Mentre il ministero dell’Economia e quello dell’Ambiente sono al lavoro per definire il decreto contro il caro-energia che potrebbe approdare in Consiglio dei ministri martedì 25 febbraio, si agitano le parti in campo, vale a dire produttori ed energivori, attenti a capire quali saranno le misure.Â
Bonus bollette: sale il tetto Isee
Se l’aumento del tetto Isee dagli attuali 9.500 a 15 mila euro (che vale 1,5 miliardi per le casse dello Stato) per avere diritti al bonus sociale sembra ormai cosa fatta perché lo ha annunciato Gilberto Pichetto Fratin in un’intervista su La Stampa ieri, lo stesso ministro dell’Ambiente ha anche ipotizzato un’operazione sugli oneri del gas e sulle imprese con l’anticipazione di quote legate all’emissione di inquinamento.
«Potrebbe esserci anche qualcosa sull’idroelettrico, ma ci sono ancora verifiche da fare».
600 milioni dalle aste Ets
In base alle ultime indiscrezioni, il governo punta a recuperare 600 milioni dalle aste Ets (il ricavato dai diritti pagati dalle imprese per emettere anidride carbonica) per sostenere le imprese energivore, ma anche le piccole e medie imprese. Uno dei nodi da sciogliere riguarderebbe le coperture economiche: le prime stime parlano di un possibile impatto fino a tre miliardi. Ma c’è dell’altro. Gli energivori ormai da qualche mese chiedono che parte dell’energia idroelettrica prodotta sia ceduta a un prezzo calmierato: quindi un beneficio che andrebbe alle grandi imprese consumatrici. Sull’idroelettrico la partita è ancora più complessa per l’incertezza legata alle concessioni e al possibile arrivo di operatori stranieri, il possibile aumento dei canoni da parte delle regioni che si aggiungono all’eventualità di cedere parte dell’energia a un prezzo scontato agli energivori.
Le concessioni idroelettriche
Le concessioni sono già scadute o scadranno nel 2029 e le aziende elettriche sono pronte a investire 15 miliardi a fronte della riassegnazione, che però deve passare da Bruxelles. Gli energivori, a differenza di famiglie e Pmi, hanno già uno strumento per comprare energia a un prezzo scontato, 65 euro a megawattora rispetto ai 133 euro del prezzo di mercato. Lo strumento si chiama energy release e la possibilità di fare domanda è stata prorogata al 3 marzo. E, ha sottolineato Elettricità Futura in una nota una settimana fa, i grandi gruppi industriali ricevono già da anni una serie di sussidi (interconnector, interrompibilità , rimborso della CO2).
L’aumento della capacità rinnovabile
Secondo l’associazione confindustriale del settore elettrico, per far scendere le bollette le misure possibili sono altre. Molto ruota attorno all’aumento veloce della capacità rinnovabili (eolica e fotovoltaica), energia che ha costi di produzione più bassi rispetto al termoelettrico a gas e che potrebbe essere ceduta con contratti al gruppo pubblico Gse. E favorire il revamping , cioè il rinnovamento e potenziamento degli impianti esistenti, aumentando la produzione senza ulteriore occupazione di suolo. Con due proposte così diverse sugli strumenti da mettere in campo contro il caro-energia resta da capire come si profilerà la convivenza tra le aziende produttrici di energia e gli energivori all’interno di Confindustria.
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