Come vanno realmente le partite Iva in Italia? Gli ultimi dati su guadagni, fatturati, tasse e tendenze

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Negli ultimi anni, la crescita di lavoratori autonomi, liberi professionisti e piccole imprese con partita Iva ha evidenziato un cambiamento strutturale nel mercato del lavoro, dettato sia dalle trasformazioni digitali sia da scelte fiscali più convenienti rispetto al lavoro dipendente. Ma come stanno realmente le partite Iva? Quali sono i guadagni medi, le tasse e i settori che registrano la maggiore crescita? I dati più recenti offrono un quadro chiaro, ma non privo di contraddizioni:


  • Crescita delle partite Iva e distribuzione settoriale
  • Finanziamenti e agevolazioni

    Agricoltura

     


  • Guadagni medi e regimi fiscali: chi guadagna di più

  • Tassazione e contributi, il peso fiscale sulle partite Iva

Crescita delle partite Iva e distribuzione settoriale

L’ultimo rapporto del Ministero dell’Economia indica che il numero complessivo delle partite Iva attive in Italia ha raggiunto 3,7 milioni. Chiaro il passaggio di molte persone da lavoratori dipendenti a freelance o imprenditori autonomi, spesso alla ricerca di una maggiore flessibilità professionale o di condizioni fiscali più vantaggiose.

I settori con il maggior numero di nuove aperture sono quelli legati alla consulenza aziendale, ai servizi informatici, al commercio elettronico e alle attività legate al benessere e alla salute. In particolare, il boom del digital marketing, dello sviluppo software e della consulenza finanziaria ha spinto molte persone ad aprire una propria attività, sfruttando le opportunità offerte dal lavoro da remoto e dalla digitalizzazione. Anche il settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni edilizie ha visto un forte incremento, grazie agli incentivi statali per l’efficientamento energetico e il Superbonus 110%, sebbene quest’ultimo abbia subito restrizioni negli ultimi mesi.

Non tutte le categorie professionali hanno beneficiato di questa crescita. Alcuni settori tradizionali, come il commercio al dettaglio e la ristorazione, hanno mostrato segnali di difficoltà a causa della concorrenza dell’e-commerce e dell’aumento dei costi operativi, in particolare quelli legati all’energia e alle materie prime. Molti piccoli imprenditori faticano a mantenere margini di guadagno sufficienti,.

Guadagni medi e regimi fiscali: chi guadagna di più

La grande varietà di attività svolte dai titolari di partita Iva rende il quadro dei guadagni molto eterogeneo. Secondo il MEF, il reddito medio dichiarato da chi possiede una partita Iva è di circa 15.000 euro all’anno, un valore che nasconde però enormi differenze tra le diverse categorie professionali.

Gli ingegneri, medici specialisti, avvocati e consulenti finanziari rientrano tra i professionisti con i guadagni più elevati, con redditi medi che possono superare i 50.000 euro annui. Gli esperti in cybersecurity, intelligenza artificiale e programmazione software registrano redditi molto superiori alla media, spesso compresi tra 40.000 e 70.000 euro lordi all’anno, grazie alla forte domanda di queste competenze nel mercato del lavoro.

Dall’altro lato, molte piccole attività artigiane, commercianti e operatori del settore della ristorazione si trovano a gestire fatturati limitati, con redditi netti annui inferiori ai 20.000 euro. La concorrenza con le grandi catene, i costi fissi elevati e le difficoltà di accesso al credito sono fattori che incidono pesantemente sulla redditività di queste categorie.

Un elemento determinante per i guadagni è il regime fiscale adottato. Il regime forfettario, che prevede una tassazione fissa del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività), è stato scelto da oltre il 66% delle partite Iva attive in Italia. Il successo di questo regime è dovuto alla sua semplicità e ai minori obblighi burocratici rispetto al regime ordinario. C’è anche da dire che l’aumento del limite di fatturato a 85.000 euro annui può spingere altri professionisti a migrare verso questa formula, soprattutto nei settori dove i costi operativi sono contenuti e i margini di guadagno più elevati.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Tassazione e contributi, il peso fiscale sulle partite Iva

Uno degli aspetti più critici per chi possiede una partita Iva è la gestione della fiscalità e dei contributi previdenziali. Se nel regime forfettario la tassazione è agevolata, nel regime ordinario i professionisti devono fare i conti con aliquote Irpef progressive, che vanno dal 23% al 43%, oltre a contributi previdenziali e imposte indirette che possono portare la tassazione complessiva a superare il 50% del reddito lordo.

Un tema discusso riguarda il carico contributivo. Gli iscritti alla Gestione Separata Inps, tipicamente freelance e consulenti senza una cassa previdenziale, devono versare circa il 26,23% del reddito imponibile in contributi previdenziali. Per i professionisti iscritti a ordini specifici, come ingegneri, avvocati o commercialisti, i contributi variano a seconda delle casse professionali di riferimento, con percentuali che possono arrivare anche al 30%.

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