Professionisti, dopo la neutralità fiscale, restano molti vincoli per associazioni e Stp

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


di
Isidoro Trovato

Le conseguenze (positive) della riforma fiscale e le mosse ancora da ultimare

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Le operazioni di aggregazione tra professionisti hanno ricevuto un importante impulso con l’introduzione del Decreto Irpef-Ires (Dlgs 192/2024), che ha eliminato ogni dubbio sulla fiscalità di vantaggio per trasformazioni e conferimenti in associazioni professionali o in Società tra Professionisti (Stp). Grazie alla neutralità fiscale, queste operazioni non generano plusvalenze tassabili, equiparando il trattamento fiscale delle aggregazioni professionali a quello delle operazioni societarie tra imprese.
Si tratta di un incentivo a lungo atteso per spingere i professionisti a unirsi, offrire servizi più completi e multidisciplinari e adattarsi alle richieste di un mercato sempre più complesso. Non a caso, molte operazioni di M&A professionali, rimaste in sospeso in attesa di chiarezza normativa, sono ora ripartite con rinnovato slancio. «Il tema delle aggregazioni professionali non si esaurisce nella sola fiscalità. Il quadro normativo che regola le Stp risale al 2011 (articolo 10 della legge 183) e ancora oggi mostra alcuni limiti – fa notare Corrado Mandirola, AD e founder di MpO, società specializzata in M&A tra studi professionali – Un esempio significativo è il vincolo che impedisce ai professionisti di essere soci di più di una Stp, una restrizione che ostacola modelli organizzativi più avanzati e articolati, come quelli basati su società collegate alla sede geografica o alla specializzazione. Inoltre, il modello delle Stp impone che i professionisti non ordinistici possano partecipare solo come soci di capitale, escludendoli dall’esercizio professionale e limitando le potenziali sinergie con consulenti di altre discipline, come avvocati e specialisti IT».

La matassa degli avvocati

«Per i legali, la situazione è ancora più complessa – aggiunge Alessandro Siess, anch’egli founder di MpO  – gli avvocati possono esercitare la professione solo in Società tra Avvocati (Sta) e non in Stp, salvo come soci di capitale. Questo limita la loro libertà di aggregazione rispetto ad altre categorie professionali, come i commercialisti, con i quali esistono indubbie sinergie che potrebbero determinare interessanti sviluppi e progetti di crescita». Inoltre le Stp, se da un lato consentono un accesso più agevole ai capitali, dall’altro scontano un potenziale doppio prelievo contributivo: devono versare il contributo integrativo del 4% a Cassa Forense sia sul proprio volume d’affari sia sulle eventuali somme riconosciute agli avvocati soci/collaboratori. Infine, il problema della mono committenza rimane irrisolto: la professione è incompatibile con il lavoro subordinato, ma non esiste ancora un quadro normativo chiaro per regolare il rapporto esclusivo tra professionista e studio.Nonostante le novità fiscali e la crescita delle Stp (che, secondo Infocamere, a dicembre 2024 risultavano 3.563), il modello di aggregazione più diffuso tra i professionisti resta l’associazione professionale. Questo perché offre una maggiore libertà rispetto alle Stp: i soci possono partecipare a più associazioni senza limitazioni e, ad esempio, permette a commercialisti e avvocati di creare realtà multidisciplinari.




















































La falla

Un’altra criticità rilevante riguarda il regime forfettario, che prevede significativi vantaggi fiscali ma è precluso a chi possiede quote di società. Questo impedisce ai piccoli professionisti di aggregarsi senza perdere il regime agevolato, disincentivando ulteriormente la diffusione delle Stp.
Commenta ancora Corrado Mandirola di MpO: «La neutralità fiscale introdotta dal Dlgs 192/2024 rappresenta un passo avanti importante per le aggregazioni professionali, ma i vincoli normativi e fiscali esistenti continuano a frenare la loro diffusione. Se da un lato l’incentivo fiscale ha già sbloccato diverse operazioni di M&A nel settore, dall’altro le rigidità delle Stp, le limitazioni sulle Sta e le incertezze sulle associazioni professionali impediscono un vero e proprio salto di qualità».
«Per favorire la crescita degli studi professionali servirebbero ulteriori interventi normativi che garantiscano maggiore flessibilità organizzativa e un trattamento fiscale più equo, evitando discriminazioni e duplicazioni di prelievo” conclude Alessandro Siess di MpO “Solo così le aggregazioni potranno davvero diventare un modello di riferimento per il futuro della professione».


Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

25 febbraio 2025

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Source link