Gli oli vegetali esausti in Umbria per biocarburante sostenibile
Gli oli vegetali – A Perugia e Terni, gli oli vegetali esausti provenienti dalle cucine dei ristoranti Roadhouse vengono recuperati e trasformati in biocarburante. Questa iniziativa, che ha visto un incremento significativo nel 2024, è il risultato di una collaborazione tra il Gruppo Hera e il Gruppo Cremonini. L’obiettivo del progetto è contribuire alla transizione ecologica nei trasporti e migliorare l’autonomia energetica.
Nel corso dell’anno, sono stati recuperati oltre una tonnellata di oli alimentari esausti, precisamente 1.035 kg, grazie all’impegno di due ristoranti del Gruppo Cremonini situati in Umbria: il Roadhouse di Perugia, che ha raccolto 480 kg di oli, e quello di Terni, che ha ottenuto 555 kg. Questi oli, originariamente scarti delle cucine, vengono trasformati in biocarburante per alimentare mezzi di trasporto, sostenendo così un modello di mobilità più ecologico.
Il processo di recupero degli oli di scarto inizia con la loro separazione e stoccaggio nelle cucine dei ristoranti. Il personale, appositamente formato dal Gruppo Cremonini, si occupa di gestire gli scarti, che comprendono principalmente gli oli di frittura. Successivamente, i rifiuti vengono prelevati da Hera e sottoposti a un pretrattamento che rispetta rigorosi standard di qualità, prima di essere inviati alle bioraffinerie. Qui avviene la trasformazione in biocarburante. È importante sottolineare che Hera garantisce la trasparenza e la tracciabilità dell’intero processo, il quale è certificato da un ente indipendente in conformità con lo standard AFNOR XP X30-901, un riferimento internazionale nell’ambito dell’economia circolare.
Il progetto non si limita all’Umbria, ma si inserisce in un’iniziativa di portata nazionale. Nel 2024, sono state recuperate oltre 133 tonnellate di oli alimentari esausti in 220 punti di ristoro in tutta Italia. I ristoranti coinvolti in questo sforzo includono Chef Express, Roadhouse, Calavera, Smokerey, Billy Tacos e Wagamama. L’uso dei biocarburanti ottenuti da questa raccolta ha prodotto una significativa riduzione delle emissioni di gas serra, calcolata in circa l’83% rispetto al carburante fossile tradizionale, evitando così l’emissione di 378 tonnellate equivalenti di CO2.
Giulio Renato, Direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte di Hera, ha commentato il progetto sottolineando la sua coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione del piano industriale del Gruppo. Renato ha evidenziato che in Italia, il 35% degli oli vegetali esausti proviene dall’industria alimentare e dalla ristorazione, rappresentando un potenziale significativo da sfruttare per migliorare l’autonomia energetica e la sostenibilità del settore dei trasporti.
Sergio Castellano, Chief Quality & ESG Officer di Chef Express, ha aggiunto che l’impegno per migliorare le performance ambientali è parte integrante della filosofia aziendale. Il recupero degli oli vegetali esausti si inserisce in un contesto più ampio di collaborazione tra il Gruppo Cremonini e il Gruppo Hera, incentrato sull’economia circolare. Tale collaborazione prevede anche la produzione di biometano a partire dagli scarti organici, con l’obiettivo di alimentare le reti di trasporto pubblico.
Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso un modello di business più sostenibile, che valorizza gli scarti alimentari e promuove un uso più responsabile delle risorse. La sinergia tra le aziende coinvolte non solo favorisce la riduzione degli sprechi, ma contribuisce anche a una maggiore consapevolezza ambientale tra i consumatori e le imprese.
In conclusione, il progetto di recupero degli oli vegetali esausti in Umbria è un esempio di come le collaborazioni tra aziende possano portare a risultati concreti nel campo della sostenibilità. La trasformazione degli scarti in biocarburante non solo supporta la transizione ecologica dei trasporti, ma rappresenta anche un’opportunità per sviluppare un’economia più circolare e meno dipendente dalle risorse fossili. La sfida ora è continuare su questa strada, ampliando ulteriormente l’impatto positivo di queste iniziative sul territorio e sull’ambiente.
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