Il nuovo materiale nasce dagli scarti del gruppo cartotecnico Novacart ed è realizzato dalla startup Alkivio nata all’IIT di Genova. Carlo Gasparini, Alessi Design Director: «Fondamentale anche riuscire a portare ciò che viene sviluppato dalla ricerca su oggetti di uso quotidiano»
Sono sempre loro, gli iconici cavatappi Alessi famosi in tutto il mondo, creati dal designer Alessandro Mendini. Ma nascondono un’importante novità: per realizzarne il corpo non è stata utilizzata la plastica ma un nuovo materiale, completamente biodegradabile. Il design incontra la sostenibilità (e l’innovazione) in questo progetto che la storica società ha portato avanti insieme all’Istituto Italiano di Tecnologia. I nuovi utensili da cucina sono già disponibili alla vendita dalla fine del 2024 e sono stati ufficialmente presentati nella sede dell’Istituto di Genova il 25 febbraio: «Tutto ha preso vita in occasione di una mia visita all’IIT per una campagna di comunicazione per il centenario di Alessi nel 2021 – ci racconta il design director di Alessi, Carlo Gasparini – volevamo utilizzare uno dei loro robot in un video. Sono entrato in contatto con questa realtà e sono emerse le più risparate idee. La soluzione delle materie plastiche era uno dei temi di maggior interesse per noi».
E in effetti Alessi da anni stava provando a capire come rendere più sostenibili i suoi prodotti introducendo nuovi materiali. I prototipi di Alkivio sono apparsi come la soluzione migliore. Alkivio è una startup nata nel 2022 dalla collaborazione tra il team Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Novacart, un’azienda che produce forme di cottura in carta per il settore alimentare. Il suo sito produttivo di trova tra l’altro a Garbagnate Monastero, in provincia di Lecco, molto vicina alla sede di Alessi. Questo nuovo materiale, completamente biodegradabile, vene creato dagli scarti produttivi di Novacard (che nel progetto ha investito 2 milioni di euro) e oltre ad essere molto simile alla plastica può essere personalizzato in base alle esigenze specifiche del prodotto da creare. «La circolarità del processo è una delle caratteristiche più interessanti – continua Gasparini – ma per noi la ricerca estetica è il driver principale. Ed è impossibile distinguere, a occhio nudo, la qualità del materiale che usavamo e quella di questo biopolimero. É un risultato eccezionale, perché i nostri clienti hanno un’abitudine alla qualità che non possiamo tradire». E per spiegarci meglio cosa significa questa somiglianza, aggiunge: «Il peso specifico e persino il suono del materiale quando lo si appoggia sul tavolo è veramente interessante, al pari delle migliori materie plastiche. Così come il tocco e la finitura». Ci sono ovviamente anche dei “contro” da considerare. Il limite maggiore è la resistenza meccanica, ma poi c’è anche un tema di prezzo, che tende inevitabilmente a salire: «La risposta del pubblico è stata però molto positivo. I numeri che arrivano dalle vendite lo confermano. Noi siamo principalmente votati alla ricerca estetica, ma nei tempi che corrono è fondamentale incrociare questa tensione con aspetti di sostenibilità».
Gli «alfieri» migliori per portare il messaggio dietro al progetto sono due cavatappi iconici del catalogo di Alessi, Alessandro M. e Anna G., disegnati da Alessandro Mendini. «Ma l’idea è di andare progressivamente a integrare questo materiale all’interno di tutti i nostri prodotti che ci permettono di utilizzarlo. La bellezza di lavorare con un team di ricerca è che è possibile andare a sviluppare su esigenze specifiche. E poi per me è fondamentale anche riuscire a portare ciò che viene sviluppato dalla ricerca in laboratorio fino allo scaffale, su oggetti di uso quotidiano», conclude Gasparini.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link