L’acqua va in vacanza | il manifesto

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Una nave da crociera fa capolino all’orizzonte separando il blu del mare dalle case marroni e bianche caratteristiche di Lipari, mentre porta i turisti e le turiste sull’isola. Un panorama che si intravede dalla cima dell’isola – Monte Sant’Angelo, a 600 metri sul livello del mare – che, tra gli arbusti di more e ginestre, nasconde una grande opera pubblica abbandonata costata oltre 2 milioni di euro.

Si tratta di un campo di centinaia di pannelli solari, ricoperti da rovi, alcuni danneggiati o rotti, che avrebbero dovuto produrre energia pulita per il dissalatore di Lipari, funzionante oggi a mezzo servizio a causa di problemi progettuali e per la carenza di alimentazione energetica. L’opera era stata realizzata nel 2014 con fondi regionali e non è mai entrata in funzione per un contenzioso tra la ditta costruttrice, il gestore del potabilizzatore e la Regione.

NELL’ANNO DELLE TEMPERATURE RECORD in Italia, l’approvvigionamento delle risorse idriche nelle isole minori, tra cui le Eolie, rimane un rebus, a cui si aggiungono le crescenti necessità del turismo estivo. «Oggi le isole Eolie sono caratterizzate come luogo accogliente dove il turista viene accolto in famiglia», spiega il professor Carlo Giannetto, del dipartimento di Economia dell’Università di Messina. «È un problema da considerare per il futuro quando potrebbero esserci delle tensioni e dei possibili conflitti per l’acqua».ù

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Che l’acqua sia un bene prezioso alle Eolie lo sanno bene e nei periodi di maggiore affluenza turistica il risparmio idrico vale ancora di più. Il Comune di Lipari, formato da Lipari, Vulcano, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea e abitato da 12.761 persone, nel 2023 ha ospitato 142.770 turisti e turiste. Nel calcolo di Federalberghi si considerano solo i pernottamenti per una notte, mentre restano fuori le visite giornaliere o quelle che popolano le molte mini crociere che partono da Milazzo o da Reggio Calabria.

Un bisogno idrico a cui risponde l’arrivo delle navi cisterna. A rifornire di acqua le Eolie e tutte le isole minori in Italia è la Marnavi spa, compagnia di navigazione che opera nel mercato mondiale dei trasporti di prodotti chimici ed alimentari fondata da Domenico Ievoli, nonno dell’attuale presidente. Per l’approvvigionamento delle Eolie la Marnavi è dal gennaio 2023 sotto inchiesta, con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Marnavi è stata contattata per un’intervista per questo reportage, senza ricevere risposta.

«Il paradosso è che con le navi cisterna alle Eolie il problema idrico è meno accentuato che in Sicilia. A spese dello Stato, perché a pagare per il rifornimento di acqua nelle isole minori è il ministero della Difesa», spiega Giuseppe Fulco, ingegnere che frequenta Stromboli da oltre 40 anni. Sulle navi cisterna anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha posto attenzione, infatti nel 2021 aveva emesso un parere in cui evidenziava la sostanziale situazione di monopolio nel trasporto di acqua potabile.

PIÙ IN DIFFICOLTÀ A CAUSA DELLA MANCANZA d’acqua sono storicamente le zone alte dell’isola, come il distretto Pianoconte di Lipari. In questa zona vive l’agricoltrice Pietrina Mandarano, che produce prodotti Dop di Lipari coltivando varietà ancestrali come il cappero spinoso e la pasta di grano Ianchedda e frutta e ortaggi per il consumo domestico. «Durante l’estate accade che prestiamo l’acqua alla nostra vicina di casa Tiziana», racconta Pietrina, 63 anni. «Allacciamo un tubo di gomma alla nostra cisterna e poi la pompiamo con un motorino: c’è sempre stata poca acqua ma non si nega mai a nessuno, nel passato ci aiutavamo donando acqua con un pentolone da cucina».

NEL DISTRETTO DI PIANOCONTE il razionamento di acqua è un fatto storico. Ubicata a 266 metri sul livello del mare, qui l’acqua è arrivata da sempre con difficoltà poiché ha bisogno di essere pompata dalla zona costiera. L’acqua comunale arriva una volta a settimana, l’acquedotto è in condizioni trascurate e la famiglia si organizza con cisterne che raccolgono la pioggia. «La vite e gli olivi sono solo alcune delle colture che soffrono per la mancanza di pioggia nelle campagne», spiega il marito Giuseppe Cincotta, camminando nell’orto tra file di peperoncini quasi secchi.

UNA SITUAZIONE AGGRAVATA DALLA CRISI climatica: anche quest’anno le Eolie hanno vissuto l’ennesimo anno di caldo estivo estremo come evidenziano i dati del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS).

Un insieme di fattori che pesa anche su chi lavora turismo come Bartolo Lauricella, 63 anni. Vicino di casa della famiglia Mandarano nel quartiere Pianoconte gestisce il b&b “Casa Gialla”. «In estate triplichiamo i consumi di docce e cambio biancheria dei nostri ospiti. Abbiamo sempre acqua grazie a 3 cisterne che raccolgono 150 tonnellate circa di acqua piovana e con tanti accorgimenti, ad esempio i lavaggi biancheria li faccio nella mia casa che si trova nella zona bassa dell’isola», spiega Bartolo, «la mia struttura è piena di messaggi che invitano a non sprecare acqua».

I DISSALATORI POTREBBERO ESSERE, secondo gli esperti, una risposta. Nel 2022 Il Comune di Lipari ha presentato, tramite i bandi collegati ai fondi Pnrr Isole Verdi, alcune schede progetto che prevedono tra le altre cose l’installazione di dissalatori in alcune delle isole dell’arcipelago. Il totale degli interventi da realizzare entro il 2026 (già scontano di mesi di ritardo) ammonta a 53 milioni di euro.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

«Tra le critiche mosse ai dissalatori – spiega Giuseppe Fulco, che aveva lavorato ad alcune delle schede progettuali – è che sono macchine energivore. In realtà su delle isole vulcaniche questo può essere arginato sfruttando la geotermia o altri impianti con rinnovabili, come l’energia solare». Secondo l’ingegnere il risparmio è anche economico. «Si stima – continua – che l’acqua che si produce con i dissalatori costi 0,69 euro a metro cubo, mentre per il trasporto di acqua con le navi cisterna si arriva a 16 euro a metro cubo. In tutto il mondo si usano i dissalatori, mentre in Italia sono stati installati in pochissime isole».

STROMBOLI È UNA DELLE ISOLE su cui dovrebbe essere installato il dissalatore. L’isola, famosa per il vulcano, è una delle mete turistiche più gettonate, in particolare dalle mini crociere giornaliere per partecipare alle escursioni notturne. Un turismo che è cambiato con la diminuzione degli escursionisti, dopo la chiusura del cratere nel 2019 a causa di attività eruttive e sismiche che hanno provocato una vittima.

«La raccolta dell’acqua piovana a Stromboli non è praticabile, la cenere vulcanica la rende inutilizzabile», racconta Massimiliano Cincotta, 51 anni, ristoratore e parte di una delle famiglie più antiche di Stromboli. «Noi ci siamo organizzati con tre cisterne da 110 tonnellate, ma spesso non basta e siamo costretti a chiedere acqua alla parrocchia a fianco. Abbiamo stimato di utilizzare una cisterna da 40 tonnellate a settimana solo per i bagni, usati anche dai turisti giornalieri che frequentano il ristorante».

Le domande senza risposta rimangono tante, come racconta Bartolino Leone, direttore de Il Notiziario delle Isole Eolie: «Recentemente dal nostro giornale è stato chiesto di saperne di più sugli oltre 4 milioni di euro, che grazie al Pnrr, si spenderanno a Monte Sant’Angelo e anche di fare il punto sul rifacimento della rete idrica che da almeno 30 anni latita».

«L’acqua viene a costare all’utenza circa 11,7 Euro al metro cubo più IVA al 10% contro 0,50 Euro al mc di grandi città come Milano. La rete interna dell’acquedotto eoliano è sull’orlo del collasso e continua a manifestare perdite anche fino al 50%», aggiunge Giuseppe Amato, Responsabile risorse idriche Legambiente Sicilia. «Non esiste alcuna politica ufficiale di risparmio e sostenibilità del consumo se non quella attuata dagli utenti». Da questi dati emerge che l’approvvigionamento idrico sia 22 volte più caro nelle Eolie che a Milano.

Secondo il professor Giannetto, le soluzioni passano anche da un modello diverso di turismo, economia vitale per le isole: «Destagionalizzare con alternative come l’enoturismo, investire in tecnologie per la gestione e l’approvvigionamento idrico, puntare su un turismo più connesso col territorio, non sui mordi e fuggi e i visitatori in yacht, porterebbe a una maggior tutela delle Eolie e a creare posti di lavoro per giovani che se ne stanno andando».

*Reportage realizzato con il supporto di Journalismfund Europe

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link