Maglia nera a Collio (29,9%). Moraschini: difficoltà nei comuni montani
Nel 2023 è cresciuta di un altro punto percentuale la raccolta differenziata dei rifiuti urbani nei 205 comuni bresciani: è stato avviato al riciclo il 77,2% di tutti i rifiuti raccolti contro il 76, 3% del 2022. In Lombardia sono però più riciclone le province di Mantova (87%), Bergamo (80,5%), Monza e Brianza (79,9%) Lecco (78,6%), Cremona (78%). La nostra provincia detiene anche un record negativo: è quella con la maggiore produzione pro-capite di rifiuti, pari a 528 chili. Un dato su cui incide indubbiamente la massiccia presenza turistica con oltre 12 milioni di pernottamenti.
Un appunto sulla città che adotta un sistema misto (porta a porta per vetro, carta e plastica, ma cassonetti a calotta per indifferenziato e umido): nel 2023 la percentuale di differenziata è salita leggermente, al 68,5% (contro il 67,8% dell’anno precedente) ma è in calo di quasi il 4% rispetto al 2019 (si era arrivati al 72,2%). Si è in attesa di passare ad un sistema più performante, al porta a porta spinto invocato da anni dagli ambientalisti e anche dalla componente più ecologista della maggioranza in Loggia, ovvero Brescia Attiva. L’assessora competente, Camilla Bianchi, è intenzionata a concretizzare la svolta entro la fine dell’anno.
Stando alla classifica dei più ricicloni sul podio si trova sempre la piccola Acquafredda, nella Bassa, con il 94,5% di differenziata. Eccellente anche la performance di Lograto (90,6%) mentre sono diversi i comuni che si attestano intorno all’89% (Bagnolo Mella, Montirone, Vallio Terme, Villachiara). Sul fronte opposto i numeri bassissimi di Collio (29,9%) lontanissimi dagli obiettivi Ue (almeno il 65%). Male anche Cimbergo e Paspardo (poco più del 39%), Tremosine (48,7%), Valvestino (56,7%). E Bagnolo Mella è citato anche dal presidente Emanuele Moraschini nella sua introduzione al quaderno rifiuti (l’annuale pubblicazione con tutti i dati) come esempio virtuoso insieme ad altri comuni con più di 15 mila abitanti, ovvero Chiari (87,2%) e Montichiari (82,5%).
«Persistono delle difficoltà nei comuni montuosi, dove la raccolta differenziata è spesso inferiore al 60% per motivi logistici e di bassa densità abitativa, ma si osserva inoltre una tendenza positiva nell’estensione della raccolta porta a porta per frazioni come carta, plastica, umido e multimateriale, con una riduzione dell’utilizzo di contenitori stradali» aggiunge il presidente, soddisfatto anche per il boom della raccolta degli ingombranti «a chiamata», aumentata del 125%: i comuni che offrono il servizio sono passati da 20 a 45. E sono 45 (quindi meno di un quinto del totale) i comuni che hanno adottato la tariffazione puntuale (8 in più del 2022). In questi paesi il rifiuto indifferenziato prodotto è di 84 chili pro capite, contro i 138 chili degli altri. L’ennesima dimostrazione che funziona, eccome.
In quanto ai materiali più raccolti, svetta il verde (quasi 95mila tonnellate contro le 79mila del 2022) seguito dall’organico (85.512 tonnellate contro le 84.687 dell’anno prima), dalla carta e cartone (81mila tonnellate, numero sostanzialmente stabile), dalla plastica (39.293 tonnellate, mille in più dell’anno prima), mentre è in calo il vetro (10.424 tonnellate contro le 13.184 dell’anno prima). Cresce anche il multimateriale (oltre 57mila tonnellate, duemila in più) mentre è stabile il legno con 34 mila tonnellate. Segno più per i metalli (9.242 tonnellate, oltre 500 in più del 2022), crescono di poco i rifiuti tessili (4.267 contro i 4050 dell’anno prima) e sono stabili i rifiuti elettrici (7.898 tonnellate). Da ricordare l’importante recupero di accumulatori per veicoli (284 tonnellate), farmaci (94 tonnellate), oli commestibili (409 tonnellate) e minerali (366 tonnellate), pile (116 tonnellate), toner (39 tonnellate), contenitori Tfc (17 tonnellate), vernici e inchiostri (384 tonnellate).
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