Roma, frutta e verdura «ammaccata» ma buona distribuita (gratis) in 8 mercati. Così i volontari di Recup regalano sorrisi

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L’associazione Recup recupera e redistribuisce le eccedenze. Tra i banchi alla Montagnola:«Grazie, mando un pacco ai miei familiari in Ucraina»

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«Mica lo sapevo che regalavate, grazie». È sabato, i banchi di frutta e verdura della Montagnola stanno per essere smontati e una donna anziana riempie sorridendo i suoi sacchetti senza dover fare attenzione ai prezzi. Come ogni settimana, all’ingresso del mercato ci sono i volontari di Recup, l’associazione che combatte gli sprechi alimentari raccogliendo le eccedenze e distribuendole gratuitamente a chiunque lo richieda. Arance, mele, zucchine e tante altre verdure vengono consegnate dai titolari dei banchi ai ragazzi dell’associazione. Si tratta di prodotti considerati invedibili perché ammaccati e quindi «brutti» secondo i canoni del mercato. O che, in assenza di celle frigorifero, non si potrebbero conservare correttamente. Ma il contenuto delle cassette nelle mani dei volontari – oltre un centinaio solo a Roma – racconta tutta un’altra storia: nella maggior parte dei casi il cibo è ancora fresco e in ottimo stato.

Tonnellate di cibo recuperate

Attivi anche in altri sette mercati rionali della Capitale, i volontari di Recup si riconoscono dalla pettorina gialla decorata dal logo a forma di banana; dal banchetto su cui pesano – e registrano per categoria – le quantità di cibo ‘«salvato» e dal via vai di fruttivendoli che li invitano ad andare a prendere le rimanenze. Solo nell’ultimo anno, tra Roma e Milano, hanno recuperato 343 tonnellate di cibo che altrimenti sarebbe finito nella spazzatura. Secondo il rapporto 2025 di Waste Watcher, l’osservatorio internazionale su cibo e sostenibilità, in Italia infatti lo spreco lungo la filiera agro-alimentare pesa 4,5 milioni di tonnellate. E tra le cinque tipologie di prodotti più sprecati ci sono proprio frutta e verdura.




















































Ecco la lista dei mercati romani

Nata a Milano nel 2016 da un’idea di Rebecca Zaccardini, Recup arriva a Roma nel 2021, durante la pandemia: «In quel periodo – spiega il co-fondatore Federico Valentini, 32 anni – con «Municipio Solidale» distribuivamo generi alimentari, ma mancavano i prodotti freschi». Ostiense, Sacchetti, Trionfale, Serpentara, Pigneto, Val Melaina e Trieste sono gli altri mercati romani in cui Recup è presente ogni sabato poco dopo l’ora di pranzo. L’eccezione è proprio quella del mercato della Montagnola, che vede l’associazione attiva anche di mercoledì. Con la domenica alle porte però le eccedenze aumentano: «Nel fine settimana di solito riusciamo a salvare anche 400 chili», spiega la volontaria Livia Diana, 26 anni. I prodotti malconci vengono ripuliti e in molti casi possono avere nuova vita. 

La cliente ucraina: «Mando un pacco ai miei»

Chiunque, recandosi nei mercati coinvolti dall’iniziativa durante i giorni di raccolta, può servirsi dal banchetto Recup. Una donna ucraina sulla sessantina confida: «Spedirò un pacco domani con l’autobus ai miei tre nipoti, vivono vicino a Leopoli». Grazia, soprannominata dai ragazzi dell’associazione «la signora delle barzellette», ormai è un’habitué. Viene da Vitinia e spiega di essere lì per fare le scorte della settimana: «Così porto qualcosa anche alle mie vicine di casa». La redistribuzione delle eccedenze non avviene solo al mercato. Luca ha 19 anni, fa parte dell’Associazione di promozione sociale ‘Polo Utopia’, attiva nell’VIII municipio, e guida il furgone su cui verranno caricate le cassette di frutta e verdura destinate ai banchi dell’emporio solidale gestito proprio dall’Aps. «Da noi vengono oltre 600 famiglie e tantissime, circa il 70%, sono scappate dalla guerra in Ucraina».

Come diventare volontari Recup

I volontari di Recup non solo raccolgono, pesano e selezionano il cibo, ma ne diventano anche beneficiari, facendo della partecipazione attiva il proprio segno distintivo. «Da quando faccio parte dell’associazione ho smesso di comprare frutta e verdura», dice Livia. Prendere parte alle raccolte è semplice: basta fare una prima videochiamata conoscitiva e poi dare un’occhiata sul sito di Recup ai mercati attivi. Francesca è entrata in squadra da poco, dopo una vita in azienda che non le lasciava il tempo di dedicarsi al volontariato: «Si creano bei momenti di condivisione. Qui ho conosciuto da poco un ragazzo bengalese che mi spiega come cucinare i piatti del suo Paese con quello che recuperiamo. Il cibo unisce». 

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28 febbraio 2025 ( modifica il 28 febbraio 2025 | 09:01)

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