Nucleare sostenibile in Italia entro il 2030: la strategia del Governo

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Ci sono altri Paesi in Europa che puntano sul nucleare?

Nell’Unione europea, il nucleare è ancora la “spina dorsale” della produzione di energia a basse emissioni di carbonio, nonché la prima fonte energetica in assoluto. Alcuni Paesi dell’Ue (tra cui Francia, Svezia, Finlandia, Estonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia) prevedono di aumentare o avviare la produzione di energia da fonte nucleare, per applicazioni elettriche e non elettriche.

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L’evoluzione tecnologica nel campo della ricerca nucleare, che ha condotto alla realizzazione di un “nucleare di terza generazione avanzata” e, si spera a breve, di “quarta generazione”, ha assicurato un salto di qualità in termini di sicurezza e di efficienza. Ciò vale anche per i piccoli reattori modulari, sui quali è in atto un impegno europeo e mondiale per avviarne la commercializzazione già nei primi anni 2030. Nella conferenza stampa che si è svolta al termine della riunione del Consiglio dei ministri, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha ricordato che la stima rispetto all’operatività dei primi impianti di nuova generazione arriva «dalla Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e dagli elementi che provengono dai vari centri di ricerca. Il Pniec – ha affermato – ha previsto il prossimo decennio; gli analisti dicono il prodotto, i reattori di nuova generazione, verso il 2030».

Qual è il potenziale industriale italiano nel settore nucleare?

Inntervenuta in audizione davanti alle Commissioni riunite VIII (Ambiente, Territorio E Lavori Pubblici) e X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera, Enea ha spiegato che grazie alle attività di ricerca e sviluppo in ambito fusione nucleare, e alle collaborazioni internazionali con i Paesi che utilizzano la fissione come fonte energetica, in Italia è presente una filiera industriale molto sviluppata: nel settore dei reattori refrigerati ad acqua (i cosiddetti SMR – Small Modular Reactor) le aziende italine partono con un gap in quanto si tratta di “miniaturizzare” reattori già in operazione e chi già costruisce quelli di grandi dimensioni si trova in vantaggio. Per i reattori raffreddati a metallo liquido (i cosiddetti AMR – Advanced Modular Reactor), invece, le industrie italiane, con il supporto di Enea, sono ben posizionate rispetto alle filiere industriali estere: in questo settore il potenziale è rilevante perché la maggiore sostenibilità di tale tecnologia, una volta dimostrata sul campo, consentirà lo sviluppo di un mercato in cui l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista. Relativamente ai costi e ai benefici, si può ipotizzare che i costi di realizzazione dei primi reattori di piccola taglia potranno essere piuttosto alti, con ripercussioni sul costo del kWh prodotto. Tale costo, però, è destinato a ridursi, fino ad essere competitivo con quello da fonti rinnovabili, con l’aumentare della numerosità dei reattori installati grazie alla produzione in serie dei componenti. Inoltre, questi reattori sono caratterizzati da sistemi di sicurezza di livello superiori a quelli di grandi dimensioni e, nel ciclo di funzionamento, non emettono gas climalteranti.

I progressi compiuti in ambito scientifico, tecnico e tecnologico negli ultimi anni sono stati considerevoli: le tecnologie del piombo, su cui si basano i più promettenti sistemi di ultima generazione, vedono un impegno italiano significativo, sia in termini di ricerca e sviluppo, sia in termini di realizzazione e successiva dimostrazione.

Che cosa si intende per “superamento delle esperienze nucleari precedenti”?

Con questo provvedimento l’esecutivo va nella direzione di una cesura netta rispetto agli impianti nucleari del passato (cosiddetti di “prima” o di “seconda generazione”), destinati alla definitiva dismissione, salvo eventuale riconversione, e l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, incluse le tecnologie modulari e avanzate. In quest’ottica, si valuterà l’istituzione di un’Autorità indipendente competente per la sicurezza nucleare, con compiti di regolazione, vigilanza e controllo sulle infrastrutture nucleari.



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