Mino Schianchi
Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento Gruppi Seniores Federmanager e Presidente Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager
Il dibattito ha messo in luce la frammentazione creata dalle misure previdenziali e la necessità di una strategia comune con Federmanager, CIDA e altre organizzazioni per rafforzare la difesa delle pensioni. È stata sottolineata l’importanza di un’azione politica e mediatica incisiva, contrastando l’evasione fiscale e sensibilizzando l’opinione pubblica sulle conseguenze del continuo indebolimento del ceto medio, e, all’interno di questo, dei pensionati. Infine, è stata ribadita l’esigenza di un dialogo con il Governo e per una riforma strutturale del sistema previdenziale
Introduzione del Presidente del Comitato Pensionati ALDAI
La riunione odierna ha un obiettivo ben preciso: capire quali iniziative possiamo mettere in campo dopo la Sentenza della Corte Costituzionale n. 19/2025 del 29 gennaio 2025. Per evitare di disperderci in troppi temi, ci concentreremo esclusivamente su questo punto. Prima di aprire la discussione, farò un breve riepilogo, degli elementi più rilevanti emersi dalla sentenza, ma insisto, il tema su cui dobbiamo focalizzarci è: cosa possiamo e dobbiamo fare a partire da questa decisione?
1. Introduzione
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 19/2025, ha respinto le contestazioni sull’articolo 1, comma 309, della legge n. 197/2022, che ha introdotto un sistema di perequazione riduttivo per le pensioni medio-alte.
Con la sentenza n. 19/2025 la Consulta ha scelto di ribadire un principio ormai consolidato: la riduzione della perequazione automatica è legittima perché serve a garantire la sostenibilità del sistema previdenziale e a proteggere le fasce più deboli. Un ragionamento che, per quanto coerente con le esigenze di finanza pubblica, ignora un dato fondamentale: chi ha versato di più per decenni viene sistematicamente penalizzato da misure straordinarie che, ormai, sono diventate strutturali.
La sentenza della Corte Costituzionale lo ribadisce senza mezzi termini: il nostro diritto a una pensione adeguata conta meno dell’equilibrio di bilancio dello Stato.
2. Motivazioni della Sentenza. Che cosa ha detto la Corte Costituzionale nel ripingere i ricorsi presentati?
2.1 Discrezionalità del legislatore nella perequazione
Ha confermato che la decisione di adottare un sistema di perequazione decrescente rientra nella piena discrezionalità del legislatore, che deve bilanciare:
- la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale
- la tutela del potere d’acquisto delle pensioni.
- il principio di solidarietà intergenerazionale, che impone equità tra le generazioni di pensionati.
2.2 Nessuna violazione del principio di uguaglianza (art. 3 Cost.)
Ha ritenuto che il meccanismo di perequazione decrescente non violi il principio di uguaglianza, poiché:
- la norma tutela prioritariamente le pensioni più basse
- la riduzione della rivalutazione è giustificata dalla maggiore capacità delle pensioni elevate di resistere all’inflazione
2.3 Assenza di lesione del principio di proporzionalità e adeguatezza delle pensioni (art. 36 Cost.)
- non configura un prelievo forzoso, ma un intervento conforme alle esigenze di bilancio
- non compromette l’adeguatezza delle pensioni, anche se ne riduce la crescita.
Alle considerazioni sull’adeguatezza dei provvedimenti contenute nella sentenza, per parte nostra replichiamo con l’eloquenza dei numeri: negli ultimi 18 anni (2008-2025) le pensioni medio-alte hanno perso il 30-35% del loro valore solo per i tagli aggiuntivi alla loro rivalutazione rispetto al taglio costante e consolidato, di cui alla legge 388/2000.
2.4 Esclusione dell’effetto “trascinamento” sulle future rivalutazioni
2.5 Riferimento alla sentenza n. 234/2020
2.6 Possibili interventi legislativi futuri
Nella sentenza si trovano anche aperture a nuovi scenari legislativi. Quasi una via di uscita per il legislatore. La Corte ha sottolineato la necessità di una disciplina più stabile e rigorosa della perequazione, pertanto non ha escluso che il legislatore possa modificare il sistema in futuro per correggere eventuali squilibri.
Ancora una volta, ecco riecheggiare l’ennesimo monito al legislatore di turno, puntualmente destinato a cadere nel vuoto, come se fosse un rituale senza ascoltatori. Del resto, i Governi che si susseguono sembrano aver perfezionato l’arte di ignorare questi richiami con la costanza di un’orchestra che suona sempre la stessa nota stonata.
3. Questione aperta: la progressività fiscale (art. 53 Cost.)
Restano questioni aperte. La Corte non ha tenuto conto delle osservazioni relative alla progressività fiscale.
- Colpisce esclusivamente le pensioni più alte, in assenza di una progressione fiscale proporzionata.
Si configura come una “tassazione occulta”, senza rispettare i principi di equità e proporzionalità contributiva.
Le eventuali possibilità di azioni legali verranno valutate attentamente dagli esperti legali delle nostre Organizzazioni, Organizzazioni alle quali, in ogni caso, è demandata la valutazione dell’opportunità politica di tali azioni.
I ricorsi hanno la loro utilità, ma non possiamo farci illusioni. Servono, certo, perché testimoniano la nostra opposizione e il nostro rifiuto di accettare passivamente l’ingiustizia. Ma sappiamo tutti come va a finire: ogni volta, il verdetto è lo stesso. Respinto.
Il tema della giustizia previdenziale rimane aperto. Senza una riforma strutturale, la perequazione rischia di trasformarsi in una concessione discrezionale, subordinata alle esigenze di consenso elettorale delle forze politiche al Governo.
La nostra lotta deve iniziare prima che le leggi ci colpiscano!
Non possiamo aspettare passivamente che ci cada addosso l’ennesima legge punitiva per poi correre ai ripari con strumenti che si rivelano insufficienti.
Dobbiamo agire prima. Dobbiamo essere presenti nei luoghi dove si prendono le decisioni. Farci sentire nelle sedi istituzionali, nei media, nell’opinione pubblica.
- Partecipare attivamente ai tavoli istituzionali, portando proposte chiare e precise.
- Fare sentire la nostra voce sui media, con dichiarazioni, articoli, conferenze stampa.
- Lanciare campagne di sensibilizzazione, per informare e mobilitare pensionati e opinione pubblica.
- Costruire alleanze con altre realtà associative e sindacali, per creare un fronte comune.
E qui arriva il punto più scomodo: non possiamo delegare sempre ad altri la nostra difesa. Non possiamo pensare che ci sia qualcuno che combatta per noi mentre restiamo inerti.
Se non ci mobilitiamo, se non ci facciamo sentire con forza e determinazione, continueremo a essere il bersaglio privilegiato di politiche, che considerano le pensioni solo un costo da ridurre.
Dialogo con il Governo e riforme strutturali
Meritevole di particolare attenzione è il comunicato CIDA a seguito della sentenza della Corte Costituzionale.
CIDA denuncia il rischio di trasformare le pensioni medio-alte in un “bancomat” per esigenze di bilancio e ribadisce la necessità di un intervento strutturale nel sistema previdenziale.
Il Presidente CIDA, Stefano Cuzzilla, ha dichiarato che limitare la rivalutazione delle pensioni superiori a quattro volte il minimo INPS impone un sacrificio unilaterale su una precisa fascia di cittadini, penalizzando in particolare il ceto medio e i dirigenti, che hanno versato contributi per decenni. Questo meccanismo impoverisce progressivamente il ceto medio e mina il principio di proporzionalità nel sistema pensionistico.
Per questo, la Confederazione propone:
- Un confronto con il Governo per individuare misure di compensazione che ristabiliscano equità e tutelino il potere d’acquisto di chi ha contribuito per una vita lavorativa intera.
- Una riforma strutturale del sistema previdenziale per renderlo più stabile e sostenibile, evitando interventi emergenziali e misure estemporanee che danneggiano solo una parte della popolazione: i pensionati.
- Campagne informative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla perdita del potere d’acquisto delle pensioni medio-alte e sulle distorsioni del sistema.
Come evidenziato anche dal comunicato di CIDA, è fondamentale avviare un confronto con il Governo per individuare misure compensative e garantire equità nel sistema pensionistico.
Dibattito
1. Introduzione: contesto e obiettivi
A conclusione dell’esposizione introduttiva, il Presidente Mino Schianchi ha aperto la discussione ribadendo la necessità di concentrarsi su azioni concrete per tutelare le pensioni, evitando di soffermarsi solo sugli aspetti giuridici delle sentenze della Corte Costituzionale. Ha evidenziato come il problema non sia solo normativo, ma anche politico e sociale, e ha invitato i presenti a esporre il loro pensiero in merito alle cose da fare.
2. Criticità della normativa e impatto sui pensionati
I partecipanti hanno sottolineato come le recenti misure previdenziali abbiano introdotto differenziazioni tra pensionati per motivi di bilancio, creando divisioni all’interno della categoria. Oltre a risultare ingiusto, questo modo di fare della politica rischia di frammentare il fronte dei pensionati, indebolendone la capacità di difesa collettiva. Hanno inoltre ribadito l’importanza del ruolo delle organizzazioni sindacali e del sostegno attivo da parte dei lavoratori, sia in servizio sia in pensione. Solo un’azione unitaria e concertata può contrastare efficacemente politiche che penalizzano il potere d’acquisto delle pensioni.
3. Strategia comune con Federmanager, CIDA e altre organizzazioni sindacali
ALDAI deve pianificare una strategia comune con Federmanager, CIDA e altre organizzazioni che si ispirano agli stessi valori di ALDAI per affrontare con maggiore incisività queste problematiche. Un coordinamento efficace permetterebbe di influenzare le politiche previdenziali con più forza e di ampliare la platea dei sostenitori della causa pensionistica, coinvolgendo non solo i pensionati, ma anche dirigenti in attività, quadri e altri lavoratori che si battono per un sistema previdenziale più equo per tutti i pensionati.
4. Necessità di contrastare evasione ed elusione fiscale e contributiva
Molti interventi hanno evidenziato come la continua penalizzazione delle pensioni per esigenze di bilancio diventi, nel lungo termine, insostenibile anche per le categorie tradizionalmente più solide. Nel dialogo politico diventa quindi essenziale rafforzare la richiesta di un contrasto più incisivo all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva.
5. Campagna di comunicazione e sensibilizzazione
La discussione ha messo in evidenza l’importanza di accompagnare questa strategia con una campagna di comunicazione efficace. L’opinione pubblica deve comprendere la perdita di potere d’acquisto subita dai pensionati e l’iniquità delle misure adottate. Per raggiungere questo obiettivo, i partecipanti hanno proposto diverse azioni concrete:
- Quantificare le perdite subite a livello individuale e collettivo e renderle pubbliche.
- Coinvolgere i media con articoli e spazi pubblicitari sui giornali più autorevoli.
- Organizzare manifestazioni e incontri per aumentare la visibilità del problema.
6. Riferimenti normativi recenti e conseguenze per i pensionati
È stato fatto cenno anche alla recente Legge di Bilancio n. 207/2024, in particolare all’art. 1, comma 180, che ha bloccato la perequazione dei dirigenti residenti all’estero e rappresenta una violazione di principi fondamentali del nostro ordinamento, aprendo un profondo conflitto con norme di diritto europeo e di diritto internazionale. Per giunta, costituisce un ulteriore passo verso la penalizzazione delle pensioni medio-alte e un nuovo elemento di frammentazione della comunità dei pensionati.
È necessario che gli organi decisionali della nostra Organizzazione prendano atto della situazione e promuovano approfondimenti con i consulenti legali per valutare eventuali azioni di tutela.
7. Conclusioni e azioni future
Il Presidente ALDAI-Federmanager, Giovanni Pagnacco, ha confermato il pieno sostegno alle proposte avanzate durante la discussione. Ha inoltre informato i presenti che CIDA e Federmanager stanno preparando una piattaforma rivendicativa, che verrà resa nota a breve.
Ha infine sottolineato la necessità di valorizzare il ruolo essenziale dei pensionati nella società, sia attraverso il sostegno familiare sia nell’ambito del volontariato e della comunità.
I partecipanti hanno concordato sull’importanza di mantenere alta l’attenzione su queste tematiche e di proseguire con azioni concrete per difendere i diritti dei pensionati.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link