La Toscana che fa stare bene

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In Toscana la ricerca di una mente sana in un corpo sano trova ispirazione. Unisciti alla riflessione sulla saggezza antica.

Mente sana in un corpo sano... meglio se in Toscana!

Orandum est ut sit mens sana in corpore sano: bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano. O, in senso meno letterale: la preghiera risana la mente e di conseguenza il corpo. Sto meditando nel mio orto novembrino su questa locuzione latina tratta dalle Satire di Giovenale, la decima per la precisione, in cui si dimostra la vanità dei valori e dei beni esclusivamente materiali che gli uomini si affannano con ogni mezzo a ottenere e che solo il sapiente conosce nel loro lato effimero e dannoso. C’è un universo di saggezza in queste parole di cui, in particolar modo il nostro mondo, la nostra società, dovrebbero far tesoro, e che invece troppe volte si fanno sfuggire perdendosi dietro a falsi, sterili, miti. Me lo suggeriscono il mio orto, le mie verdure che necessitano di tempo e di tanta cura per crescere e svilupparsi sane e forti, me lo suggerisce la lieve brezza della mia terra, la Toscana, che ho sempre amato e che sempre amerò nel profondo, quale una tra le più alte espressioni di bellezza naturale e artistica al mondo.

La Toscana è bella di suo, ma anche più bella grazie all’opera umana

Sì perché se è vero che la meraviglia della costa e dell’Arcipelago Toscano, così come lo splendore dei monti, delle colline e delle valli toscane sono preesistenti all’uomo e alla sua opera, è anche vero che agli occhi di un ipotetico osservatore moderno magicamente proiettato indietro di 3000 anni, questa regione d’Italia – ossia il territorio corrispondente all’attuale Toscana -, in epoca pre-etrusca non sarebbe certo apparsa così. Ma neppure in epoca etrusca, romana o altomedioevale avrebbe avuto questo aspetto. I famosi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d’oliveti [che] mille di fiori al ciel mandano incensi dell’area fiorentina cantati da Foscolo in “Dei sepolcri” iniziano infatti ad apparire nel Basso Medioevo per crescere via via in numero e bellezza durante l’epoca rinascimentale e lungo i secoli del Granducato di Toscana, fino ai giorni nostri.

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Insomma, la favolosa Toscana come la conosciamo adesso, meta di tanto turismo VIP, oggetto d’investimenti di grandi imprenditori, oltre che scenario di film che hanno fatto la storia del cinema, è per molti aspetti frutto dell’opera dell’uomo. Parlo di uomini illuminati come i Medici e i Lorena che edificarono città, borghi, ville e castelli e bonificarono la Maremma favorendo il prodigioso sviluppo di un’area gravemente depressa dalla malaria (adesso vero e proprio paradiso vivente); parlo di geni artistici, letterari, matematici, scientifici, come Leonardo, Michelangelo, Galileo, Dante, Lorenzo il Magnifico, Machiavelli, Giotto, Brunelleschi, o Pico della Mirandola – vi bastano? perché ce ne sarebbero tantissimi altri da citare –; ma parlo anche di uomini impropriamente chiamati comuni (perché comune non è nessuno di noi, essendo ciascuno unico ed eccezionale a suo modo), che con la loro competenza, la loro tenacia, la loro passione, hanno coltivato, modificato, abbellito questa terra, illuminandola d’amore, rendendola migliore.

La cupola del Duomo di Firenze è molto più che un capolavoro. E' quasi un miracolo, un favoloso mistero non del tutto svelato, creato dalla mente geniale di Filippo Brunelleschi.

Amore, luce, illuminazione interiore, le vere e uniche chiavi del successo di un uomo

Amore, sì. Luce. Illuminazione interiore. Queste sono le vere e uniche chiavi del successo di un uomo. Qualcuno di questi uomini illuminati avrà pregato e pregherà in senso letterale, qualcun altro meno, comunque sia sapevano e sanno tutti cosa vogliono, conoscevano e conoscono bene la ragione per cui si alzano la mattina, il loro personale ikigai, e soprattutto sono riusciti e riescono a entrare in profonda connessione spirituale con se stessi e col territorio in cui vivono, ossia con l’estensione fisica, concreta, del loro essere. Ed è proprio da loro che dobbiamo prendere esempio per portare avanti un’opera di bellezza e civiltà che non deve mancare mai. Mai.

Certo, è facile ispirarsi a chi ha realizzato grandi opere – è successo anche a illustri personaggi come, appunto, Foscolo o Stendhal -, ma mi domando: da uomini meno famosi che impropriamente chiamiamo comuni, cosa dovremmo prendere? Qual è l’insegnamento che possono darci?

E sono ancora il mio orto, la mia terra, a venirmi in soccorso rispondendomi dal profondo della loro eterna saggezza: l’insegnamento che possono darci questi uomini è il fuoco sacro che hanno dentro e che si traduce in opere e prodotti d’eccellenza. Sì perché questi uomini si alzano presto ogni mattina per offrirci la possibilità di beneficiare del loro appassionato, competente, originale lavoro, per garantirci di poter mangiare bene, sano, e di vivere in un ambiente il più naturale possibile. Questi uomini rappresentano la spina dorsale, la forza trainante della Toscana positiva e rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni. Sì, da questi uomini e dalle loro aziende possiamo, e dobbiamo, prendere esempio.

Raccolta dell'uva nella campagna toscana

La Toscana e la sua produzione d’eccellenza DOP e IGP

Basti pensare che la Toscana vanta ben 32 prodotti agroalimentari di qualità DOP (denominazione di origine protetta) o IGP (indicazione geografica protetta). Dalla Farina di castagna della Lunigiana, dallo Zafferano di San Gimignano o dal Pecorino toscano DOP, fino a Lardo di colonnata, alla Mortadella di Prato IGP, o all’Olio extravergine di oliva Seggiano DOP, tanto per citarne alcuni, assistiamo a un vero e proprio crescendo di prelibata bontà, oltre che di garanzia e di tracciabilità.

La Toscana e la sua produzione d’eccellenza vinicola bio

Se poi a questi prodotti d’eccellenza aggiungiamo la grande produzione vitivinicola che ci rende una delle aree più pregiate e conosciute al mondo, capite ancora meglio di cosa sto parlando. Ma non solo, perché dietro alle grandi aziende del vino, come Antinori, Frescobaldi, Ruffino, famose in tutto il  mondo, ci sono aziende meno grandi, talvolta piccole, o addirittura minuscole, che sposando i valori dell’artigianalità, del biologico o del biodinamico mirano soprattutto a una produzione naturale e salubre per il consumatore.

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È il caso della Fattoria La Maliosa e del suo vino naturale prodotto col brevettato Metodo Ruffino; o della mugellana Terre di Giotto, di Michele Lorenzetti, eletto agronomo dell’anno dalla Guida “Vini di Vignaioli Artigiani” 2024. È il caso del chiantigiano Castello dei Rampolla, da decenni impegnato anima e corpo nella produzione di vini rigorosamente biodinamici (anche a costo di perdere importanti percentuali di raccolto), che tra l’altro riscuote universali consensi, oltre che altissimi punteggi internazionali.

Come non citare il celebre distretto bio di Panzano, 22 aziende che per il 90% coltivano le loro vigne secondo i dettami della viticoltura biologica, con all’interno anche nomi altisonanti quali – a parte Castello dei Rampolla stesso – Fontodi, Tenuta La Massa, Renzo Marinai, o Il Molino di Grace.

E, sempre restando sul biodinamico, pratica agricola estrema in fatto di rispetto delle piante, dell’ambiente e di salubrità dei vini, volta al massimo beneficio salutistico del consumatore, dobbiamo per forza di cose menzionare una delle grandi cantine di Bolgheri, Le Macchiole, che si avvale di pratiche di agricoltura biologica dal 2002, poi passate al biodinamico. E ancora, l’interessantissima Ampeleia, a Rocca Tederigi, nel grossetano, un’azienda naturale a 360°. Ma soprattutto un grande nome del vino, Avignonesi, a Montepulciano, che dal biologico, dopo 10 anni d’interventi, passa al biodinamico e diventa la più grande cantina rigenerativa in Italia.

Cinza Merli è alla guida del Consorzio dei vini di Bolgheri insieme a Priscilla Incisa della Rocchetta e Albiera Antinori

Non solo produzione agricola o vinicola

E gli esempi, credetemi, potrebbero continuare ancora a lungo, per pagine e pagine, senza fermarsi alla produzione agricola o vinicola, sconfinando nella ristorazione, nelle 7 stelle verdi Michelin, in gelaterie di eccezionale naturalità come quella celeberrima e pluripremiata del Dondoli, a San Gimignano, o in strutture ricettive che fanno dell’ecosostenibilità il loro cavallo di battaglia.

Eh sì, tutto questo mi suggerisce oggi la mia sacra meditazione nel mio orto, e sono felice di essere nato e di vivere in Toscana, una terra rigenerante per l’anima e per il corpo, dove forse non c’è neppure bisogno di pregare, perché tutto quello di cui abbiamo bisogno è intorno a noi. Basta solo avere occhi per vederlo e cuore per viverlo.

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Foto di copertina Łukasz Czechowicz su Unsplash

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