dal governo 200 euro per 669mila famiglie

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Caro energia: con il nuovo decreto bollette varato dal Governo è in arrivo un contributo di 200 euro per le famiglie con Isee fino a 25mila euro, somma che diventa di 500 euro per chi riceve già il bonus fiscale. Solo in Puglia sono circa 669mila i nuclei interessati dalla misura. Previsti anche aiuti per le imprese, con l’azzeramento della componente Asos degli oneri di sistema, e lo slittamento di due anni per il passaggio al mercato libero, sia per clienti domestici che per le micro imprese.

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Fondi anche per le aziende

Per le grandi aziende energivore, inoltre, il Governo dovrebbe destinare i 600 milioni che derivano dalle aste Ets relative ai certificati ambientali, alle agevolazioni per la fornitura energetica. In totale la manovra di Governo mette in campo circa 3 miliardi di aiuti per alleggerire il peso del caro bollette per famiglie e imprese. Una serie di misure, certamente ben accolte, ma che secondo le imprese rappresentano solo un palliativo ad una situazione critica che mette a rischio i bilanci aziendali e necessita di una politica energetica europea a medio e lungo termine. Ossigeno invece per i cittadini che mensilmente fanno i conti con aumenti che incidono in misura significativa sulla capacità di spesa e sull’economia domestica: nel territorio regionale, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Aforisma, quasi 700mila nuclei familiari potrebbero ricevere il bonus di 200 euro; a fine 2024 si registrano 165.168 nuclei con isee da zero a 5mila euro; 191.101 nella fascia da 5 a 10mila euro, 150.593 da 10 a 15mila; 98326 da 15 a 20mila 63961 da 20 a 25mila euro.

Costi aumentati in pochi mesi

Ad inizio anno il costo per l’approvvigionamento energetico è già aumentato del 32 per cento rispetto al prezzo medio del 2024 (secondo i rilievi al 22 gennaio 2025) mentre, rispetto al mese di gennaio del 2024, addirittura del 50,2%. Un quadro tanto più grave se si considera che gli aumenti sono di gran lunga più alti rispetto ad altri Paesi europei: fattore che mette a rischio anche la competitività delle imprese nazionali nel mercato europeo ed internazionale. Facendo un paragone con i principali e più vicini competitor, ad esempio, l’aumento è del 20% più elevato rispetto alla Germania e del 25% in più rispetto a quanto rilevato in Francia. Persino peggiore la situazione pugliese: due settimane fa la Cgia di Mestre aveva segnalato come la Puglia fosse tra le prime regioni al Sud per rincari, mettendo in guardia sul fatto che la crescita dei costi legati all’energia elettrica e al gas potrebbe portare un aumento dei prezzi finali e avere un impatto negativo sulla spesa delle famiglie e persino sull’occupazione. Secondo i dati della Cgia, il sistema imprenditoriale pugliese nel 2025 sborserà il 18,4% in più rispetto al 2024. I settori più colpiti saranno metallurgia, commercio, alimentari, alberghi, bar, ristoranti, cinema, teatri e servizi vari, compresi i trasporti.

Confesercenti

Secondo Confesercenti, inoltre, in mancanza di una inversione di tendenza, le imprese pagheranno quest’anno per l’energia 2,6 miliardi in più rispetto al 2024. Dai calcoli elaborati nello studio è emerso che ciascuna azienda dei settori più colpiti nel 2025 spenderà in media circa 1.300 euro in più all’anno, con i costi legati all’energia che incideranno tra l’8 e il 10% sul fatturato complessivo. «Occorre tutelare la competitività delle nostre imprese» dice Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia. «In questo momento tra il caro energia e le nubi all’orizzonte sul tema dazi siamo seriamente preoccupati; il costo dell’energia era già più elevato rispetto agli altri paesi europei e questi rincari sono un ulteriore tegola. Accogliamo benevolmente le misure del Governo ma si tratta di “panni caldi” offerti ad un malato cronico. Un passo apprezzato verso le imprese e le famiglie, tuttavia l’unica vera soluzione è lo sviluppo di una politica energetica che, mai come in questo momento, non può essere della regione Puglia o della nazione italiana ma deve essere europea. C’è davvero bisogno di più Europa per far si che per un’azienda pugliese, italiana o di un qualsiasi paese europeo, il costo dell’energia sia sovrapponibile e non un elemento di competitività negativo per alcuni. Per le aziende altamente energivore non è conveniente essere in Italia, servono regole uguali per tutti. Una politica a breve termine di soluzioni per calmierare i prezzi e una a medio e lungo termine per decidere quali fonti utilizzare. Abbiamo grande timore che il 2025 possa tornare a falcidiare i bilanci come nel 2023. Ovviamente gli aumenti incidono in misura diversa i base ai settori ma non dimentichiamo che siamo la seconda potenza manifatturiera d’Europa, abbiamo bisogno di energia per far lavorare le fabbriche». Sul fronte dei cittadini «l’azione per trovare una soluzione coinvolge diversi attori sociali e politici della regione» dice Antonio Tanza, referente Adusbef. «Le bollette dell’energia in Puglia – spiega- stanno subendo un incremento significativo dei costi che pesa notevolmente sui bilanci domestici di una terra con un moderato sviluppo industriale ed imprenditoriale. La situazione attuale vede un aumento delle tariffe energetiche che, in alcuni casi, ha superato il 20% rispetto all’anno precedente. Questo rialzo ha un impatto diretto sulle famiglie della regione, molte delle quali si trovano già a fare i conti con una ripresa economica incerta e la persistente minaccia dell’inflazione. Ci sono famiglie monoreddito costrette a rivedere completamente il proprio budget mensile per far fronte agli aumenti, riducendo persino la spesa per il cibo. L’associazione, insieme ad altri gruppi, ha avviato un’azione di classe contro Enel per contestare gli aumenti ritenuti ingiustificati e chiedere maggiore trasparenza e equità nelle politiche di tariffazione. Questa battaglia legale si inserisce in un più ampio tentativo di far valere i diritti dei consumatori e di spingere per una revisione delle politiche energetiche a livello nazionale».

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