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Il mercato delle immatricolazioni auto in Italia continua a soffrire. Febbraio 2025 ha registrato un calo significativo, con 137.922 nuove vetture immatricolate, ovvero 9.300 in meno rispetto allo stesso mese del 2024. Un trend che conferma la contrazione del settore, aggravata dall’incertezza su incentivi, regolamentazioni e politiche di transizione ecologica.
Il nuovo Piano d’Azione per l’Automotive della Commissione Europea, atteso il 5 marzo, potrebbe definire le linee guida per il futuro, ma al momento lascia aperte molte questioni. Intanto, il dibattito sugli incentivi per le auto a zero emissioni resta acceso, con il rischio di un sistema frammentato e poco efficace a livello europeo.
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Vediamo nel dettaglio la situazione del mercato auto italiano e le prospettive future.
Un febbraio nero per le immatricolazioni in Italia
Febbraio 2025 si chiude con un calo del 6,3% nelle immatricolazioni auto, portando il totale mensile a 137.922 unità, rispetto alle 147.170 di febbraio 2024. Anche il bilancio del primo bimestre è negativo: 271.638 vetture immatricolate, con una flessione del 6,1% rispetto al 2024 e addirittura un crollo del 21% rispetto al 2019, segnale di un mercato ancora lontano dai livelli pre-pandemia.
Questo calo è in parte dovuto a un giorno lavorativo in meno rispetto al 2024, ma il dato resta preoccupante. Il settore automobilistico fatica a riprendersi, frenato dall’incertezza normativa e dalla scarsa fiducia dei consumatori.
Auto elettriche e ibride: una crescita ancora troppo lenta
Nel contesto generale di contrazione, il segmento delle auto elettriche e ibride mostra una leggera crescita, ma non sufficiente a invertire la tendenza.
- Le auto elettriche pure (BEV) hanno raggiunto una quota di mercato del 5,0%, in crescita rispetto al 3,4% di febbraio 2024, ma ferme rispetto a gennaio 2025.
- Le ibride plug-in (PHEV) salgono al 4,5%, rispetto al 3,2% di febbraio 2024.
- Complessivamente, le auto elettrificate (ECV) coprono il 9,5% del mercato, un dato ancora insufficiente per parlare di una transizione ecologica consolidata.
La crescita è rallentata dalla mancanza di incentivi strutturali e dalla scarsa diffusione delle infrastrutture di ricarica, due fattori che continuano a rappresentare un freno per l’espansione della mobilità sostenibile.
Il Clean Industrial Deal: opportunità mancata per il settore auto
Lo scorso 26 febbraio la Commissione Europea ha presentato il Clean Industrial Deal, un pacchetto di misure pensato per accelerare la decarbonizzazione e rafforzare la competitività dell’industria europea. Tuttavia, il documento non include misure concrete per il settore automotive.
Il tanto atteso Piano d’Azione per l’Automotive, che sarà presentato il 5 marzo, potrebbe contenere soluzioni più specifiche, ma per ora si basa su cinque aree chiave:
- Innovazione e Digitalizzazione
- Mobilità Pulita
- Resilienza della Supply Chain
- Qualificazione del Personale
- Parità di condizioni e Ambiente di Business
Per ora, il settore attende risposte chiare su incentivi, infrastrutture e strategie di rilancio.
Le sfide della mobilità pulita: incentivi e finanziamenti incerti
Uno degli aspetti più critici riguarda gli incentivi per la mobilità sostenibile. La Commissione UE ha dichiarato di voler supportare la domanda di auto a zero emissioni, ma senza prevedere un vero e proprio piano di aiuti a livello europeo.
Invece di un fondo centralizzato, Bruxelles sembra orientata a raccomandare agli Stati membri di individuare fonti di finanziamento nazionali. Questo approccio rischia di generare forti disomogeneità tra i diversi Paesi, penalizzando mercati come quello italiano, già in ritardo sulla transizione ecologica.
Senza un sostegno strutturale e coordinato, il settore rischia di restare in una fase di stagnazione, con effetti negativi su investimenti e innovazione.
Regolamenti sulle emissioni: un piccolo spiraglio per i costruttori
Una novità positiva arriva dalla Presidente Ursula von der Leyen, che ha annunciato una possibile modifica ai regolamenti sulle sanzioni per le emissioni di CO2.
L’idea è quella di calcolare le emissioni sulla media di tre anni, invece che su base annuale, per tenere conto delle reali difficoltà di mercato. Se approvata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo, questa misura potrebbe dare un po’ di respiro ai costruttori, permettendo loro di pianificare investimenti con maggiore stabilità.
Il futuro del settore: le richieste dell’UNRAE al Governo italiano
L’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) sarà protagonista dell’11 marzo al Tavolo Automotive organizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
Tra le richieste principali dell’Associazione:
- Un piano pluriennale di incentivi per le auto a basse o zero emissioni
- Accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e rifornimento di idrogeno
- Riformare la fiscalità aziendale, attualmente poco competitiva rispetto agli altri Paesi europei
- Modulare la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2
- Ridurre il periodo di ammortamento a tre anni per incentivare il rinnovo delle flotte aziendali
“Le nostre proposte – dichiara Michele Crisci, Presidente di UNRAE – potranno aiutare a creare un ambiente realmente competitivo e sostenibile per il settore automotive in Italia.”
Il mercato auto italiano a un bivio
La crisi delle immatricolazioni auto in Italia è il riflesso di un settore in difficoltà, tra carenza di incentivi, infrastrutture inadeguate e un quadro normativo europeo ancora incerto.
Il prossimo Piano d’Azione per l’Automotive potrebbe offrire qualche spiraglio, ma senza un impegno chiaro sugli aiuti economici e un coordinamento tra Stati membri, la transizione ecologica rischia di rimanere un miraggio.
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