Ischia News ed Eventi – Casamicciola tra calende greche e vecchi arnesi

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Di Giuseppe Mazzella
“calende greche é una espressione attribuita all’imperatore romano Augusto secondo Svetonio la utilizzava quando voleva fare riferimento ad un progetto o scadenza che non sarebbe mai stato fatto” wikipedia

Prologo
Alla mia età (75 anni) perfino i vescovi di Santa romana Chiesa vanno in pensione e debbono lasciare la direzione della Diocesi. Essi però acquistano il titolo onorifico di “vescovi emereti” cioè gli è riconosciuto il merito del servizio prestato ma non più ritenuti effecienti, per decadenza fisica, per gestire una organizzazione complessa che è una diocesi. La riforma del limite d’età per i vescovi è stata istituita qualche anno fa ma non si applica al Papa, che é vescovo di Roma e capo della Chiesa universale che é monarca elettivo a vita. Solo due Papi si sono dimessi nella lunga storia della Chiesa. Questo limite di età non esiste nel diritto civile italiano. Per la repubblica italiana un cittadino può svolgere un ruolo elettivo oltre i 75 anni ma esiste una età minima per accedere alle cariche pubbliche e non è fatto obbligo di titoli di studio. Basta saper leggere e scrivere. Ma 75 anni è anche tempo di memorie. Tirare le somme di quello che si è visto e fatto. A me capita non solo di guardare indietro ma di vedere ancora in avanti e di avere molta più fretta di realizzare quello che non è mai stato fatto perché per dirla con la bella metafora dell’ammiraglio Proto “abbiamo più scia di poppa che acqua di prua” nella nostra navigazione della vita. Ci resta poco tempo. Vorremmo vedere realizzati i progetti o almeno uno al quale abbiamo dedicato un lunghissimo impegno di oltre mezzo secolo. I progetti in politica non sono veri se non hanno precise scadenze. Non si possono rimandare alle calende greche.
Il comizio del 1981
Nel 1981 avevo 32 anni. Ero già stato eletto consigliere comunale del psi nel 1975 a 26 anni. Eravamo una generazione impaziente che voleva fare quello che non era stato fatto e cercava di prendere idee e progetti dal sistema di leggi della Repubblica che erano innovative al tempo del centro-sinistra con uomini di Stato come Moro, Nenni, De Martino, La malfa. Lombardi, giolitti e molti altri che venivano visti da noi giovani come Maestri e rispettati come uomini di cultura prima ancora che leader politici. Posso dire che allora c’era un leaderismo ma non era monolitico di un sol uomo al Comando. Un leader doveva avere cultura, stile, carisma, fascino. Era un tempo di democrazia plurale e di ricerca di una democrazia repubblicana pienamente attuative della Costituzione.
Le elezioni a Casamicciola del 21 giugno 1981, giorno del solstizio d’estate, segnarono la vittoria della sinistra con 11 seggi su 20 al psi (6) ed al pci (5). Fu il punto più alto della partecipazione civile. La grande occasione storica. Ho trovato fra le mie vecchie carte il mio comizio di chiusura del 19 giugno 1981. Attaccai con la citazione di un canto corale della popolazione del Malawi, il più povero paese dell’Africa. Diceva: avevo fame e voi avete discusso sulle cause sociali della mia fame. Ero in prigione e avete pregato per la mia liberazione. Ero nudo e voi avete esaminato seriamente le consuguenze morali della mia nudità. Ero ammalato e vi siete messi in ginocchio a ringraziare Dio per avervi dato la salute. Ero senza tetto e mi avete predicato le risorse dell’amore di Dio. Ma io ho ancora fame, sono ancora solo, nudo, affamato, prigioniero, senza tetto”.
Poi feci l’elenco dei problemi che avevamo affrontato nella campagna elettorale che col senno di poi fu la più bella e sentita con immensa passione di tutta la mia vita. Quel comizio – forse lo pubblicherò in un libretto di Memorie – potrei rifarlo oggi perché nessun problema di quelli denunciati 44 anni fa é stato risolto. Anzi. Con due alluvioni ed un terremoto si sono aggravati tanto da provocare una desertificazione civile, una rassegnazione collettiva, ed il mio comizio si svolgerebbe in una piazza marina vuota e senza che io avessi dietro di me un simbolo di un partito politico del movimento operaio.
I tempi di Legnini e Ferrandino
Questi ricordi, memorie, rimpianti, mi sono venuti alla mente leggendo l’intervista che il commissario all’ “emergenza Ischia”, Giovanni Legnini, ha rilasciato al direttore de il dispari, Gaetano Di Meglio, apparsa nella edizione di venerdì 28 febbraio 2025 e cioè nell’ultimo giorno del più breve mese dell’anno nella misurazione gregoriama.
Lentini chiede ancora “due o tre settimane” di tempo per chiudere la storia infinita del complesso pio monte della misericordia e preannuncia una edilizia residenziale pubblica non prevista se non come “atterraggio” ( che termine assurdo!) se non nelle vecchie zone “popolari” dei tre Comuni già oggi orride e senza infrastrutture pubbliche.
Calende greche? Due “imperatori” – un commissario ed un podestà – annunciano progetti sempre rimandati ed un popolo, quello di Casamicciola, che non conosce e non è stato capace in 44 anni di costruire un modello civile per i suoi abitanti e la sua economia.
Sono un vecchio arnese. Ma non vedo in giro di meglio.
A 75 anni dico con Talleyrand “che se mi giudico resto perplesso. Ma se mi paragono esulto”. Con qualche lacrima. Non con un sorriso.
G. M.



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