GB – Bimba di 8 anni spende 8.500 sterline sull’Apple Store: i (pessimi) genitori disperati

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Una bambina di otto anni spende oltre £8.500 sull’App Store: “Non sapeva fossero soldi veri”

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Una famiglia è rimasta scioccata nello scoprire che la propria figlia di otto anni era riuscita, a loro insaputa, a spendere più di £8.500 in soli 90 giorni sull’Apple App Store. La carta di debito HSBC era stata collegata al suo iPhone senza che i genitori ne fossero a conoscenza, consentendole di effettuare spese senza alcun controllo. La bambina, ignara che stesse utilizzando denaro reale, ha inviato soldi a canali YouTube e ha ricevuto l’amicizia di alcuni YouTuber su Roblox, i quali sembravano incentivarla a continuare a pagare. Per i genitori, si tratta di adescamento finanziario.

Nonostante l’ingente cifra spesa, HSBC non ha mai segnalato transazioni sospette e Apple, inizialmente, ha rifiutato la richiesta di rimborso. Solo in fase di appello ha accettato di restituire appena £60, riconoscendo solo due pagamenti come non autorizzati.

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270 acquisti in tre mesi senza alcun avviso

Secondo il racconto della famiglia, la bambina ha effettuato ben 270 pagamenti in tre mesi, senza che né la banca né Apple abbiano bloccato l’attività o inviato segnalazioni ai genitori. Un solo giorno ha visto sei transazioni da £49,99 e una da £6,99. Parte del denaro è stata spesa in YouTube Super Chat e Super Stickers, strumenti che permettono ai fan di pagare per evidenziare i propri messaggi nei live streaming degli YouTuber.

La famiglia ha fornito anche uno screenshot in cui si vede uno YouTuber aprire il profilo online della bambina durante una diretta, accorgendosi di quanto stesse spendendo. Il suo profilo mostrava chiaramente una foto di una bambina. In un altro video, un altro creator le ha offerto di aggiungerla come amica su Roblox in cambio di ulteriori pagamenti.

Mancanza di controlli e responsabilità di Apple e HSBC

La vicenda evidenzia una grave lacuna nei controlli su spese anomale effettuate dai minori. Nel 2014, la Federal Trade Commission aveva imposto ad Apple un rimborso di 32,3 milioni di dollari ai genitori americani per acquisti in-app non autorizzati dai bambini. Eppure, casi come questo continuano a verificarsi.

Contattata dalla famiglia, Apple ha infine deciso di rimborsare l’intero importo, depositando il denaro già il giorno successivo. L’azienda ha dichiarato di non commentare i singoli casi, ma ha assicurato che un consulente avrebbe guidato i genitori nelle misure di sicurezza per evitare che accadesse di nuovo.

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HSBC, dal canto suo, ha risposto che i suoi sistemi bilanciano sicurezza e praticità, sottolineando che la famiglia avrebbe dovuto accorgersi degli addebiti tramite l’app di mobile banking o gli estratti conto inviati per posta.

Le risposte di Roblox e YouTube

  • Roblox ha dichiarato di non imporre limiti di spesa per i conti dei bambini, ritenendo che spetti ai genitori monitorare le attività online dei figli. Inoltre, non può rimborsare pagamenti effettuati tramite terze parti, come Apple.
  • YouTube ha affermato che esistono limiti di acquisto giornalieri su Super Chat e che è possibile richiedere un rimborso per transazioni non autorizzate o accidentali. Se si scopre che un utente ha meno di 13 anni e utilizza YouTube senza supervisione parentale, l’account viene chiuso.

Un monito per i genitori: attivare i controlli parentali

Questo episodio mette in luce quanto sia fondamentale che i genitori attivino i controlli parentali e monitorino gli acquisti in-app dei figli. Un bambino di otto anni non dovrebbe avere un iPhone con un ID Apple personale, né una carta collegata senza restrizioni.

Per evitare situazioni simili, è essenziale che gli smartphone dei minori siano inseriti in un gruppo famiglia Apple, in modo da attivare automaticamente la funzione “Chiedi di acquistare”, che richiede l’approvazione di un genitore prima di completare qualsiasi transazione.

La speranza è che questa esperienza serva da lezione non solo per la famiglia coinvolta, ma anche per altri genitori che affidano dispositivi digitali ai propri figli senza le necessarie precauzioni.





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