Il gusto dell’Italia, così l’enogastronomia moltiplica gli arrivi

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Il turismo enogastronomico è cresciuto in Italia, secondo i dati Enit, del 176% in dieci anni

L’Italia che piace ai turisti? Se a trainare i flussi restano il patrimonio culturale e le città d’arte, è certo che i turisti sono sempre più attratti dalle eccellenze del territorio, dal mondo dei vini e della tavola, se i soggiorni enogastronomici sono cresciuti del 176% negli ultimi 10 anni. Da esperienze di nicchia a inizi anni 2000, oggi rappresentano un trend affermato. Il solo turismo internazionale ha speso nell’enogastronomia nostrana 363 milioni di euro nell’ultimo anno; un comparto che valorizza non solo le “classiche” mete turistiche, ma porta alla scoperta delle aree interne del Paese, delle tradizioni e dei sapori italiani, dei borghi e delle mete fuori dal turismo di massa. In termini di volumi si tratta di 1,1 milioni di visitatori stranieri che scelgono questa tipologia di soggiorno e che trascorrono all’insegna dell’enogastronomia 1,8 milioni di pernottamenti. Una fetta importante degli arrivi, che nel 2024 risultano in crescita rispetto al 2023 con al primo posto, per gli arrivi dall’esteri, la Germania (14,8% nei primi 9 mesi dello scorso anno), poi Francia (13,2%), Regno Unito (7,5%) e Usa (circa 5%).

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L’ingresso della fiera di Berlino per la Itb 2025 – Ansa

Dati che arrivano dall’Itb di Berlino, una delle fiere del turismo più importanti al mondo (165 i Paesi rappresentati), dove l’Italia è presente fino a domani, 6 marzo, con un padiglione di 1.400 mq, promosso e organizzato da Enit, con la partecipazione di 14 Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta), partner istituzionali e del territorio come i Comuni di Napoli, Genova e Torino, la Repubblica di San Marino, Gestione Governativa Navigazione Laghi, Residenze Reali Sabaude Piemonte e Camera di Commercio Como-Lecco, e oltre 250 operatori turistici, provenienti sia dal pubblico che dal privato. «Le relazioni tra Italia e Germania rappresentano un pilastro fondamentale per la nostra economia e, in particolare, per il settore turistico – ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè inaugurando ieri il padiglione Italia, insieme all’ambasciatore Fabrizio Bucci, alla presidente Enit Alessandra Priante e all’amministratore delegato Enit Ivana Jelinic -. La Germania è il primo mercato di provenienza per i viaggiatori che scelgono l’Italia come meta, e questo è un segno tangibile della fiducia e dell’apprezzamento che i tedeschi hanno per la nostra cultura, la nostra storia e le nostre bellezze naturali. Nel 2024 abbiamo registrato un incremento significativo nel numero di visitatori tedeschi e la nostra intenzione è quella di continuare a sviluppare iniziative che possano attrarre sempre più turisti. Investire nel turismo significa investire nel futuro, e il nostro impegno è quello di promuovere sempre di più un’Italia accogliente, innovativa. È fondamentale rafforzare questi legami – conclude il ministro -, non solo per il turismo, ma anche per le opportunità commerciali che ne derivano, creando un circolo virtuoso che porterà benefici a entrambe le Nazioni».

Lo stand promosso da Enit con gli operatori italiani alla fiera itb di Berlino – Ufficio stampa

Le eccellenze del Made in Italy esportate rappresentano il primo “biglietto da visita” del nostro Paese all’estero e attraggono turisti in arrivo. Primeggia il settore dei prodotti agroalimentari: nei primi 6 mesi del 2024 l’export di questi è risultato pari a circa 34 miliardi di euro (+7,1% su gennaio-giugno 2023, con una previsione di chiusura 2024 a 70 miliardi). I principali Paesi destinatari delle esportazioni agroalimentari nostrane sono ancora la Germania (15,4% sul totale), Stati Uniti (11%), Francia (11%) e Regno Unito (6,8%), che si ritrovano per l’appunto tra le nazioni che maggiormente scelgono l’Italia.

C’è poi il capitolo dedicato al turismo rigenerativo ossia una nuova modalità di vacanza sostenibile contribuisce attivamente alla valorizzazione dell’ecosistema naturale e sociale del territorio, con iniziative condivise con i turisti di recupero ambientale e di raccolta dei rifiuti in mare, sulle coste, nei parchi naturali, ma anche di apprendimento e condivisione con i compagni di viaggio di tecniche produttive, di raccolta e di trasformazione agricola, artigianali e di cucina locale. Secondo dati Enit, il 75% degli italiani ritiene che la crescita del turismo sostenibile sia fondamentale per la transizione ecologica del Paese, mentre il 63% preferisce destinazioni turistiche locali per promuovere il turismo di prossimità e valorizzare i borghi italiani. Proseguendo con i nuovi stili turistici, merita attenzione quello open air: ultimo dato disponibile, in Italia si contano circa 20.000 esercizi agrituristici con oltre 295 mila posti letto. Si tratta di una modalità di vacanza in piena natura per cui gli arrivi turistici superano i 4,5 milioni, con un trend di aumento costante dal 2018 (ancora +11% nel 2023).

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Il turismo in camper e all’aria aperta è uno dei trend del turismo italiano – Deyan Georgiev – Icp

Quella all’aria aperta è una scelta di vacanza che attrae nello specifico i turisti internazionali, ben nel 51% dei casi. Complessivamente si contano 16,6 milioni di pernottamenti con un’incidenza dei mercati internazionali superiore al 60% del totale. Negli ultimi 9 anni la crescita di questo comparto all’aria aperta raggiunge il +62,7% per gli arrivi e il +47,2% per i pernottamenti. I primi 5 paesi di provenienza sono la Germania, con un’incidenza del 41% sul totale internazionale, i Paesi Bassi (8%), gli Stati Uniti (6,5%), Francia (4,5%), Svizzera e Liechtenstein (4,8%).

«Il turismo è in continua evoluzione. Di anno in anno mutano i trend e dobbiamo essere in grado di adattarci prontamente a questi cambiamenti – ha sottolineato Ivana Jelinic, ad di Enit -. Notiamo che i giovani mettono al primo posto la sostenibilità del viaggio, numerosi turisti internazionali prediligono nuove esperienze all’aria aperta e alla scoperta di mete alternative alle grandi città. Ritengo che siamo sulla strada giusta, la promozione delle nostre eccellenze all’estero funziona, come dimostra la correlazione tra l’export e gli arrivi in Italia. Facciamo conoscere le nostre offerte e da qui innestiamo una filiera produttiva che crea valore e investimenti in Italia grazie al ritorno in termini di spesa e soggiorni dei turisti internazionali nel nostro Paese».



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