cambiamenti climatici tra fake news e attivismo tra i temi del III webinar

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  05 marzo 2025 18:02

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 di IACOPO PARISI

Informare, sensibilizzare e contrastare la disinformazione sul cambiamento climatico: questi gli obiettivi del terzo webinar del progetto “Calabria al Centro del Mediterraneo”, un’iniziativa promossa da Legambiente Calabria,  cofinanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Calabria. In un’epoca segnata dalla crescente ecoansia, fornire strumenti di consapevolezza ai cittadini è una priorità.

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L’incontro, moderato da Daniela Amatruda, ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Gabriele Nanni e Andrea Minutolo, rispettivamente dell’ufficio scientifico e responsabile scientifico di Legambiente nazionale, oltre a Mattia Lolli, responsabile volontariato dell’associazione. Dopo i saluti e l’introduzione del progetto della presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, si è dato spazio agli interventi tecnici e di approfondimento.

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Gabriele Nanni ha posto l’attenzione sugli impatti sempre più evidenti del cambiamento climatico, sottolineando come negli ultimi anni la situazione sia peggiorata sensibilmente. Eventi meteorologici estremi, come alluvioni e danni da vento, stanno diventando sempre più frequenti, specialmente nelle aree urbane e costiere. In Calabria, tra il 2015 e il 2024, si sono registrati ben 91 eventi estremi tra allagamenti e danni alle infrastrutture. Di fronte a questa realtà, diventa cruciale l’adattamento del territorio, con un’attenta gestione del suolo e l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati come il GIS (Geographic Information Systems) per mappare le vulnerabilità del territorio.

A supporto dell’analisi degli impatti climatici e delle problematiche legate all’urbanizzazione e alle infrastrutture, Legambiente ha creato l’Osservatorio Città Clima, un progetto che monitora le tendenze e gli effetti del cambiamento climatico sul territorio italiano, offrendo dati fondamentali per sviluppare strategie di adattamento efficaci.

Andrea Minutolo ha analizzato il problema della disinformazione ambientale, mettendo in luce come la diffusione di fake news incida negativamente sulla percezione pubblica del cambiamento climatico. Ha parlato dellla campagna “Unfakenews”, promossa da Legambiente, con l’obiettivo di smascherare le false credenze che ostacolano il percorso verso la sostenibilità.

Minutolo ha evidenziato come l’impatto reale del cambiamento climatico sia ormai sotto gli occhi di tutti, ma nonostante ciò, persiste una diffusa ignoranza sull’argomento. Tra le narrazioni errate più comuni c’è quella secondo cui il cambiamento climatico sarebbe solo un fenomeno naturale. Sebbene il clima della Terra abbia subito trasformazioni nel corso di milioni di anni, la crisi climatica attuale è fortemente influenzata dalle attività umane e si manifesta in tempi estremamente ridotti. La chiave per combattere la disinformazione, ha sottolineato Minutolo, è fornire ai cittadini strumenti di analisi che permettano loro di valutare in modo critico le informazioni, contrastando la diffusione di fake news con dati scientifici e una comunicazione chiara ed efficace.

Mattia Lolli ha ripercorso la storia dell’attivismo di Legambiente, sottolineando l’importanza di un impegno concreto per la giustizia climatica. Ha ricordato la partecipazione dell’associazione alla COP di Glasgow e ha evidenziato la necessità di contrastare le politiche che ancora favoriscono i combustibili fossili rispetto alle energie rinnovabili. Lolli ha criticato la narrazione che promuove il nucleare come soluzione ai problemi energetici, definendola una “grande arma di distrazione di massa” per mantenere lo status quo delle politiche fossili. Ha inoltre sottolineato come la prossima COP in Brasile sarà un momento decisivo per l’agenda climatica globale.

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Ha poi lanciato un appello all’azione concreta, ribadendo che la chiave per affrontare la crisi climatica è l’attivismo: non bisogna lasciarsi abbattere dall’ecoansia, ma trasformare la consapevolezza in impegno pratico sul territorio. La transizione ecologica non è solo una necessità ambientale, ma rappresenta un’opportunità di trasformazione sociale che può migliorare la qualità della vita di tutti.



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