Umbria, case popolari agli immigrati, il blitz della sinistra va in frantumi: la strategia politically correct non basta


Emergenza abitativa e non solo

Il Consiglio autonomie locali ha respinto la proposta del progetto di legge della Giunta regionale guidata da Stefania Proietti, volto a modificare la normativa sull’edilizia residenziale sociale. In sintesi: il piano della sinistra in Umbria per le case popolari agli immigrati è stato bocciato

Politica

– di Redazione5 Marzo 2025 alle 19:01

Il Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) dell’Umbria ha recentemente espresso parere contrario al progetto di legge proposto dalla Giunta regionale guidata da Stefania Proietti, volto a modificare la normativa sull’edilizia residenziale sociale. Il che tradotto in termini pratici extra-burocratichese-amministrativo significa semplicemente che il piano della sinistra in Umbria per le case popolari agli immigrati è stato bocciato.

Umbria, case popolari agli immigrati: il piano della sinistra va in frantumi

Sì, perché ieri mattina il Consiglio delle autonomie locali – che poi altro non sarebbe che un mini parlamento dei Comuni a maggioranza di centrosinistra – ha respinto le richieste del regolamento di assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica messo sul tavolo nelle scorse settimane dalla giunta rossa guidata da Stefania Proietti. Il nodo è quello classico: legato a fil doppio all’accesso alle case popolari da parte dei cittadini di origine straniera. Un tema nevralgico su cui la precedente giunta regionale guidata dalla leghista Donatella Tesei aveva inserito tre discriminanti indispensabili per poter avere, chiavi in mano, l’accesso a una casa popolare, e che Il Giornale riepiloga nel dettaglio: «Cinque anni di residenza ininterrotta in Italia. Non possedere una casa all’estero. E la condizione che tutti i componenti del nucleo familiare siano incensurati».

Case popolari agli immigrati e il nodo dei requisiti che…

Più precisamente, nella seduta del 3 marzo, i sindaci e gli amministratori locali hanno manifestato preoccupazioni riguardo a specifiche modifiche proposte:

  • Eliminazione del requisito dei cinque anni di residenza in Umbria: attualmente, per accedere agli alloggi popolari, è necessaria una residenza minima di cinque anni nella regione. La proposta prevedeva la rimozione di questo requisito, sollevando timori sull’accesso indiscriminato agli alloggi.

  • Inclusione di richiedenti con proprietà all’estero: la modifica avrebbe permesso l’accesso agli alloggi popolari anche a chi possiede proprietà immobiliari all’estero ma risiede in Umbria, suscitando dubbi sull’equità della misura.

  • Accesso per nuclei familiari con membri condannati per reati gravi: la proposta prevedeva la possibilità di assegnare alloggi a famiglie con componenti condannati con sentenze penali definitive per reati gravi, sollevando questioni sulla sicurezza e sull’appropriatezza della misura.

  • Ammissibilità per occupanti abusivi: la modifica avrebbe consentito l’accesso agli alloggi popolari anche a chi si è reso responsabile di occupazioni abusive nei cinque anni precedenti, generando preoccupazioni riguardo alla legalità e al rispetto delle regole.

Tra tutela e logica politica

Secondo una nota del CAL, queste novità non tutelerebbero adeguatamente le fasce più deboli della popolazione. E risponderebbero a logiche politiche piuttosto che a reali esigenze sociali. Gli enti locali auspicano che il Consiglio Regionale tenga conto del parere espresso e eviti di approvare una legge che non rispecchia le aspettative dei cittadini e delle istituzioni locali.

La Lega: “Un segnale importante”

Pertanto, la bocciatura del CAL rappresenta un segnale significativo di dissenso da parte delle amministrazioni locali umbre riguardo alle politiche abitative proposte dalla Giunta regionale. Resta da vedere come il Consiglio Regionale risponderà a queste preoccupazioni nel processo legislativo. E intanto, come conclude Il Giornale, «il centrodestra gongola per la brutta figura dell’amministrazione Proietti». In particolare, il segretario regionale della Lega Riccardo Marchetti ai microfoni del Messaggero ha tenuto a precisare: «Quella riforma va contro le fasce più deboli della popolazione e risponde solo a logiche politiche di estrema sinistra», recita l’affondo. Che poi conclude: «Nessuno più degli amministratori locali conosce le problematiche del territorio e le necessità delle famiglie. La bocciatura da parte dei Comuni umbri di uno dei primi atti ufficiali della giunta Proietti è un segnale importante».

di Redazione5 Marzo 2025




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