“Zelensky come Lassie”, l’attacco dell’uomo di Trump in Italia

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“Trump sta dimostrando che la pace si ottiene con la forza, non con la guerra”. Paolo Zampolli, inviato del presidente degli Stati Uniti in Italia, lancia un messaggio chiaro sulla svolta americana in politica estera e in particolare sul rapporto con l’Ucraina e con il presidente Volodymyr Zelensky: “Dopo che è stato mandato via dalla Casa Bianca, Zelensky ha impiegato solo 72 ore per tornare al tavolo delle trattative. Come dico io, ‘Torna a casa, Lassie'”.

Eccola per Zampolli la strategia vincente di Trump, da applicare allo scenario ucraino, ma non solo: meno guerra, più diplomazia, e soprattutto un uso più responsabile degli aiuti internazionali. Intervistato dall’AdnKronos, Zampolli si sta per imbarcare su un volo per Washington (“sono atteso alla Casa Bianca venerdì per un incontro sulle criptovalute”) ma non si sottrae dal fare un bilancio sul suo tour italiano, dopo “il mandato fiduciario” ricevuto da Trump: “Mi ha voluto lui, è un amico da 30 anni, loyalty is king…”.

Nei due giorni romani l’imprenditore milanese di nascita ha incontrato, tra gli altri, il vicepremier Matteo Salvini, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Poi ha avuto incontri riservati all’ambasciata Usa, confrontandosi con finanzieri con interessi negli Stati Uniti. “Ho avuto contatti anche con gli staff della premier Meloni e del Quirinale, in vista di un meeting”, assicura, alternando l’inglese e l’italiano nelle sue risposte. “‘Hi, I’m here to help you, I have zero ask’, è quanto mi ha chiesto Trump di dire a voi italiani”, aggiunge. “Se vuoi il mio aiuto io sono a disposizione e questo di certo valorizza le relazioni con gli Usa, altrimenti ognuno per la sua strada, ma devo dire che mi hanno accolto con grande entusiasmo tutti, è andata benissimo, un ‘welcome’ fantastico”.

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Il Focus dei colloqui è stato sull’Ucraina (e sul “business Italia-Usa”). “Trump vuole ricostruire i paesi colpiti dalla guerra, tutti meritano un tetto sopra la testa”, assicura, ricordando anche di avere contatti con un’azienda italiana pronta a investire un miliardo di dollari. Su Zelensky il giudizio è duro, la colpa dello scontro alla Casa Bianca per Zampolli è solo del presidente ucraino. “Durante la mia prima missione informale in Italia, le date si sono allineate con la settimana della moda -racconta, non senza un pizzico di ironia- e decine di stilisti hanno offerto un abito per Zelensky…“.

Per Zampolli, la strategia di Trump include una maggiore trasparenza nella gestione degli aiuti internazionali, sui soldi che gli Usa distribuiscono nel mondo, a partire da quanto fa Usaid, l’agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, fondata nel 1961 dal presidente John F. Kennedy, che gestisce i finanziamenti pubblici dedicati ai programmi di aiuto allo sviluppo nel pianeta.

“Niente bombe, niente guerra, niente giochi loschi e neanche aiuti mal gestiti. Quando il Doge diventerà globale con la tracciabilità della blockchain, il monitoraggio e la responsabilità negli aiuti governativi saranno garantiti. Follow the money“, scandisce, tirando in ballo la lotta alla burocrazia inaugurata dall’amministrazione Trump e da Elon Musk. Menzione speciale per il nuovo capo dell’Fbi, Kash Patel, pronto a indagare sui fondi americani in giro per il modo, alla ricerca di casi di corruzione.

“L’obiettivo -spiega- è evitare che fondi destinati alla ricostruzione finiscano in mani sbagliate, garantendo che gli aiuti arrivino effettivamente alle popolazioni bisognose”. Lo stesso Zelensky è nel mirino: “E’ chiaro che ci sono ammanchi, secondo la contabilità della Casa Bianca manca almeno 1 miliardo di dollari e non sono stati tracciati tra i soldi versati a Kiev, ma noi andremo avanti e lo scopriremo”.

Zampolli cita invece l’Azerbaigian come esempio di paese che ha saputo mantenere stabilità, senza subire interferenze esterne: “Ha dato priorità alla sua sovranità, ha evitato ingerenze e ha costruito solide partnership. È un partner chiave per l’Italia e gioca un ruolo centrale nella sicurezza energetica europea”, ricorda, citando il viaggio del premier Meloni a Baku. “Il presidente dell’Azerbaigian ha espulso Usaid per interferenze politiche ancora prima che Trump entrasse in carica, questo dovrebbe essere un avvertimento per altri governi: evitare le destabilizzazioni orchestrate dalle Ong legate a Soros”. Il faro è Trump: “Sta combattendo tutto questo, non sta solo rendendo grande l’America, ma sta dimostrando che la pace si ottiene con la forza, non con la guerra”, ribadisce Zampolli salendo sull’aereo. (di Francesco Saita)



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