Un’industria più innovativa, sostenibile e libera dai vincoli burocratici, capace di attrarre giovani talenti e cogliere le opportunità offerte dalla transizione ecologica e digitale. Sono questi i punti cardine dell’Assemblea 2025 di Confindustria Taranto, presieduta da Salvatore Toma, che ha tracciato il bilancio del contesto economico attuale e delineato le prospettive di sviluppo per il territorio jonico.
Un’assemblea che ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti del mondo istituzionale e imprenditoriale, tra cui il presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e il commissario prefettizio di Taranto Giuliana Perrotta. Un’occasione per confrontarsi sulle grandi sfide che attendono il sistema produttivo locale e nazionale, in un contesto economico globale sempre più complesso e incerto.
Giovani e impresa: il futuro del territorio
Uno dei temi centrali affrontati da Toma è stato il rapporto tra impresa e nuove generazioni: “Abbiamo il dovere di parlare ai giovani, di far comprendere loro il valore dell’impresa come motore di sviluppo e benessere. Troppo spesso il nostro territorio viene percepito come privo di opportunità, ma la realtà è ben diversa. Dobbiamo creare le condizioni affinché i nostri ragazzi possano scegliere di restare e costruire qui il loro futuro”.
Confindustria Taranto sta portando avanti diversi progetti nelle scuole per far conoscere ai ragazzi le opportunità offerte dal tessuto imprenditoriale locale, caratterizzato da aziende solide, innovative e diversificate. “Sempre più giovani, pur studiando fuori, decidono di tornare nella propria città per mettere a frutto le proprie competenze. È un trend che dobbiamo incentivare”, ha sottolineato il presidente.
Burocrazia e semplificazione: un freno alla crescita
Uno dei principali ostacoli per le imprese italiane e locali resta la burocrazia, un problema che secondo Toma deve essere affrontato con determinazione. “Le inefficienze della Pubblica Amministrazione costano alle imprese italiane ben 57 miliardi di euro all’anno. È un peso insostenibile che frena la competitività e la crescita del nostro sistema produttivo”.
L’innovazione digitale potrebbe essere la chiave per superare questo problema, ma il gap con gli altri Paesi europei resta ancora significativo: “In Italia solo il 3,2% delle imprese manifatturiere ha un’elevata digitalizzazione, quasi due punti in meno rispetto alla media europea. Dobbiamo colmare questo ritardo”.
Toma ha poi rivolto un ringraziamento al presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini, sottolineando come la riduzione della burocrazia sia una delle priorità del suo programma. “Nell’era dell’intelligenza artificiale, è inaccettabile che le nostre imprese debbano ancora fare i conti con lungaggini burocratiche infinite per ottenere autorizzazioni o permessi”.
Le opportunità per Taranto: JTF, CIS e PNRR
Un altro tema chiave dell’assemblea è stato quello delle risorse disponibili per il rilancio del territorio, tra Just Transition Fund (JTF), Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il JTF, destinato alla transizione ecologica dei territori più dipendenti dalle fonti fossili, assegna a Taranto quasi 800 milioni di euro, una cifra superiore a quella prevista per il Sulcis in Sardegna. “È una sfida che non possiamo perdere. Dobbiamo sfruttare queste risorse per investire in ricerca, innovazione, energia pulita e sostegno alle imprese”, ha dichiarato Toma.
Il CIS, invece, dopo una lunga fase di stallo, dovrebbe ripartire nel giro di un mese, sbloccando progetti strategici per la città, mentre sul PNRR i numeri sono ancora deludenti: “A fronte di un miliardo e 300 milioni di euro assegnati a Taranto per 599 progetti, ad oggi solo il 9% dei fondi è stato effettivamente speso. Dobbiamo accelerare”.
Giochi del Mediterraneo, Tecnopolo e nuovi settori strategici
Tra le opportunità da cogliere, Toma ha evidenziato l’importanza dei Giochi del Mediterraneo 2026, che porteranno a Taranto oltre 200.000 visitatori e 300 milioni di euro di investimenti, e del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, che renderà la città un punto di riferimento per la ricerca su energia pulita e decarbonizzazione.
Grande attenzione anche al ruolo strategico del porto di Taranto, dello spazioporto di Grottaglie e dello sviluppo dell’eolico offshore, con Taranto individuata dal Ministero dell’Ambiente come hub di riferimento per la cantieristica delle piattaforme eoliche marine.
Siderurgia e transizione green
Un passaggio fondamentale è stato dedicato al futuro dell’ex Ilva, con la procedura di assegnazione ormai in fase conclusiva. “Sarà una fase cruciale per il futuro della città e dell’industria siderurgica italiana. Serve un piano industriale serio, con un chiaro impegno su decarbonizzazione, investimenti e tutela dei livelli occupazionali”, ha sottolineato Toma, ringraziando il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per l’attenzione dedicata al dossier Taranto.
Un patto per l’industria europea
Infine, il presidente di Confindustria Taranto ha lanciato un monito sullo scenario internazionale, con particolare riferimento alle tensioni tra Stati Uniti ed Europa. “L’ipotesi di dazi sulle importazioni europee da parte degli USA è un attacco diretto all’industria e al lavoro. Dobbiamo rispondere con un piano industriale forte, in grado di sostenere la crescita economica e sociale dell’Europa”.
Toma ha chiuso il suo intervento con un messaggio di fiducia: “Taranto ha le risorse, le competenze e le opportunità per scrivere una nuova pagina della sua storia. Sta a noi saperle cogliere e trasformarle in sviluppo e benessere per il territorio”.
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